Provato ad accorciare la falcata?
Boh... Sinceramente non riesco ad entrare nell'ottica.
A me pare evidente, anche osservando in tv le diverse specialità dell'atletica, che ad ogni distanza corrisponde uno stile diverso.
Provato ad accorciare la falcata?
:-)
guarda che sono cintura nera a girare frittate, hai capito benissimo.
Io sto dicendo che per imparare a sciare è meglio scendere da una blu e non da una nera e tu mi stai rispondendo che se non stai attento a dove vai e cosa fai puoi farti male anche scendendo da una blu...
Sai meglio di me che ogni scarpa ha il suo piede, ci sono persone che hanno trovato portentose le Glycerin 10 ed altri dopo tre paia di nove si sono fatti male con il primo paio di dieci...
Ma ti prometto che mi vado a leggere tutto, mi interessa e sono curioso, anche se ormai (Deo gratia) il sovrappeso è un ricordo lontano
Ma scusa....a parte che le a2 sono intermedie e non minimal.
Mi dicono che i fondisti forti corrono scaricando il peso sul mesopiede. D'accordo, ma quando corri a 2 e 50 al km hai una meccanica di corsa di un certo tipo. Quando corri piano ne hai un'altra. Estremizza il concetto. La corsa lenta è più simile alla camminata.
Prova a camminare sull'avampiede. Sarebbe considerato in difetto.
Trovate che sia una reductio ad absurdum?
Boh... Sinceramente non riesco ad entrare nell'ottica.
A me pare evidente, anche osservando in tv le diverse specialità dell'atletica, che ad ogni distanza corrisponde uno stile diverso.
posta così la domanda la risposta è: per imparare a correre serve la scarpa più minimale possibile, con cui gli errori non vengono nascosti, ma fanno imparare. Tutto il resto può venire dopo
Aggiungo un tassello interessante:
Incollo in coda un articolo in inglese, lungo ma consiglio la lettura.
Come noto, i principali motori della corsa sono i vari muscoli che stanno intorno ed in prossimità al bacino, dai glutei, all'ileo psoas, ecc., ed il problema è che una scarsa forza e flessibilità di essi porta a errati movimenti delle gambe e sovraccarichi (come i problemi al ginocchio o la sindrome della bandelletta ileotibiale). Quindi, per un certo verso è fondamentale lavorare su quei muscoli, con esercizi in movimento, esercizi isometrici, ed esercizi che ci diano la coscienza dell'uso di quei muscoli, come alcune esercitazioni di propriocettività.
Il fattore limitante, però, in questo caso, è il problema che affligge noi occidentali: stiamo troppo tempo seduti e questo provoca severe limitazioni al nostro apparato locomotore, prima ancora a quello intorno al centro di gravità che a quello periferico nelle gambe. Tornando al discorso scarpe, altrimenti non ci spiegheremmo come mai ci sono popolazioni dedite alla corsa di resistenza (fra le varie si pensi ai Tarahumara messicani, resi celebri dal libro "Born to run" di Mcdougall, una lettura che consiglio a tutti e che non è stato ancora tradotto in italiano. Però lo si può comprare su amazon) in cui gli anziani continuano a correre senza infortunarsi e ad una buona velocità in sandali decisamente minimali.
Peraltro come emerge dall'articolo che linko qui sotto, i problemi di postura e muscolatura emergono anche in atleti di alto livello, mentre quelli che corrono correttamente, con tutti i muscoli del corpo e con una involontaria ottima consapevolezza del proprio corpo, riescono a farlo anche prescindendo in gran parte dalla scarpa (seppur preferendo una scarpa che sporchi poco la dinamica di corsa).
Da questo punto di vista, per chi inizia, ma anche per chi vuol migliorare, secondo me una scarpa molto minimale risulta utile anche solo in alcune corse brevi per "svegliare" i recettori del corpo e aumentare, anche attraverso il dolore, la consapevolezza di dover correggere i movimenti. E questo sia perchè le scarpe molto ammortizzate non aiutano a correggere l'errore, poichè attutiscono il trauma, ma non arginano la possibilità di infortunarsi per una postura scorretta. E poi, come si deduce dal discorso di prima, se corretto, quando si corre con un corretto uso dei muscoli del "core", allora la dinamica di ciò che sta sotto, dalla gamba ai piedi, diventerà più corretta di mera conseguenza. So di non dire nulla di nuovo, ma poggiare correttamente il piede dipende innanzitutto dal torso, è principalmente una conseguenza. Solo che quando ci vendono le scarpe i venditori trattano l'appoggio come causa, non conseguenza, correggendolo, con risultati sostanzialmente inesistenti sulla vera correzione da fare, la postura (e lo sviluppo di tutta la muscolatura coinvolta, nonchè della relativa flessibilità).
La gran parte degli infortuni al ginocchio sono causati o da una torsione che non dovrebbe fare o da un appoggio a gamba molto estesa. Lo stesso dicasi per la sindrome della bandelletta ileotibilale, in cui si provoca un lavoro eccessivo della fascia lata, in concomitanza a problemi di scarso tono del gluteo medio.
Solo che, appunto, non dobbiamo guardare al ginocchio per capire dove sia il problema o al piede, ma prima ancora al bacino.
http://runblogger.com/2013/12/importance-of-swing-phase-in-running-gait.html
Bellissimo e, credo, giustissimo intervento
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Aggiungo un tassello interessante:
Incollo in coda un articolo in inglese, lungo ma consiglio la lettura.
Come noto, i principali motori della corsa sono i vari muscoli che stanno intorno ed in prossimità al bacino, dai glutei, all'ileo psoas, ecc., ed il problema è che una scarsa forza e flessibilità di essi porta a errati movimenti delle gambe e sovraccarichi (come i problemi al ginocchio o la sindrome della bandelletta ileotibiale). Quindi, per un certo verso è fondamentale lavorare su quei muscoli, con esercizi in movimento, esercizi isometrici, ed esercizi che ci diano la coscienza dell'uso di quei muscoli, come alcune esercitazioni di propriocettività.
Il fattore limitante, però, in questo caso, è il problema che affligge noi occidentali: stiamo troppo tempo seduti e questo provoca severe limitazioni al nostro apparato locomotore, prima ancora a quello intorno al centro di gravità che a quello periferico nelle gambe. Tornando al discorso scarpe, altrimenti non ci spiegheremmo come mai ci sono popolazioni dedite alla corsa di resistenza (fra le varie si pensi ai Tarahumara messicani, resi celebri dal libro "Born to run" di Mcdougall, una lettura che consiglio a tutti e che non è stato ancora tradotto in italiano. Però lo si può comprare su amazon) in cui gli anziani continuano a correre senza infortunarsi e ad una buona velocità in sandali decisamente minimali.
Peraltro come emerge dall'articolo che linko qui sotto, i problemi di postura e muscolatura emergono anche in atleti di alto livello, mentre quelli che corrono correttamente, con tutti i muscoli del corpo e con una involontaria ottima consapevolezza del proprio corpo, riescono a farlo anche prescindendo in gran parte dalla scarpa (seppur preferendo una scarpa che sporchi poco la dinamica di corsa).
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Sul forum runnerf ,scambiando due chiacchiere con O.Simo mi è venuto un dubbio.
Domenica corro Pisa,dopo Livorno distante di un mese esatto(fatta senza fondo/tabelle) e dopo di essa valuto la diretta preparazione per la maratona di Roma.O.Simo mi faceva presente che sarebbe meglio concentrarsi ancora su half e lavori di velocità,voi cosa ne pensate?In effetti non ho le basi,sono partito alla ad-minkiam :D
Sul forum runnerf ,scambiando due chiacchiere con O.Simo mi è venuto un dubbio.
Domenica corro Pisa,dopo Livorno distante di un mese esatto(fatta senza fondo/tabelle) e dopo di essa valuto la diretta preparazione per la maratona di Roma.O.Simo mi faceva presente che sarebbe meglio concentrarsi ancora su half e lavori di velocità,voi cosa ne pensate?In effetti non ho le basi,sono partito alla ad-minkiam :D
Sul forum runnerf ,scambiando due chiacchiere con O.Simo mi è venuto un dubbio.
Domenica corro Pisa,dopo Livorno distante di un mese esatto(fatta senza fondo/tabelle) e dopo di essa valuto la diretta preparazione per la maratona di Roma.O.Simo mi faceva presente che sarebbe meglio concentrarsi ancora su half e lavori di velocità,voi cosa ne pensate?In effetti non ho le basi,sono partito alla ad-minkiam :D
Corro dai primi di ottobre,alternato alla bici,brevi distanze 8/10max.Ho partecipato a "corri per la vita" il 14 ,13.3km in 1:06.
Da li a un mese,11/11 ho fatto Livorno con distanza max 18km nelle gambe,giusto per capire cosa voleva dire correre i 21097mt in 1:36 e spicci.
Felice del risultato,armato di libro di Pizzolato(grazie per il link ma Albanesi non lo digerisco)mi son messo a lavoro per Pisa,questa domenica.Diciamo so camminare,ora voglio correre.Il pensiero di O.Simo é condiviso dal 70% di me ma il restante vuole provare la novità,con alcune riserve: le basi.Intendo dire un corretto movimento di corsa,le vari fasi di strutturazione di una preparazione mi mancano.Da qui il dubbio,half cercando il limite e una crescita graduale o a "bomba" sulla regina,42k.
Grazie per la lettura,
iRoma..
A parte il doscorso "prestazione" che in parte condovido con osimo, io sarei più preoccupato dal discorso" infortunio".
Aumentare il proprio kilometraggio così velocemente in così poco tempo sarebbe rischioso