Letto sulla pagina facebook "dal pavé allo Stelvio"
Alberto Contador è il cantautore che compone per il puro piacere di farlo, il pittore che inventa senza commissioni, per sfizio intellettuale. Accetta e conosce la sconfitta ma non concepisce la quiete dell'arrendevolezza. Visita il rischio. E' l'unico del gruppo che può permettersi di amare la follia con lucidità. E' un reazionario, un anarchico. Conosce la realtà e fa di tutto per ribaltarla. Alberto Contador è un visionario. Nel 2012, dopo sei mesi lontano dalle corse, rientra dalla squalifica e s'inventa leader della Vuelta attaccando ad oltre cinquanta chilometri dall'arrivo in una tappa vallonata. E' un'increspatura, una crepa nella monotonia, un golpe de estado nel grigio regno di VAM e watt. Se fosse un personaggio letterario sarebbe il barone rampante di Calvino, che consuma la sua esistenza saltando di albero in albero perché ognuno di noi deve seguire una regola autoimposta, altrimenti non sarebbe se stesso né con se stesso né con gli altri. Lo spagnolo fa lo stesso con le salite. Se fosse un quadro sarebbe "La libertà che guida il popolo" di Delacroix. In mano non ha baionetta e tricolore francese, ma una pistola con un solo colpo in canna e la maglia gialla. Alberto Contador, riprendendo Nietzsche, è il pazzo che balla quando tutti gli altri non sentono nemmeno la musica.