A me la faticaccia mortale è durata almeno un anno.CI siamo passati tutti per questa avvincente fase e perciò tutti siamo inteneriti dall'entusiasmo di chi comincia. Ti assicuro, non smetterai più, ma c'è una cosa che non ti ha detto nessuno: frequenta i gruppi, è lì che imparerai tutto, sopratutto all'inizio. Diciamo almeno per i primi 2 anni.
Imparerai ad andare in bici, cosa non scontata, imparerai rapidamente le leggi non scritte della strada, imparerai a riconoscere chi ci capisce e chi no, farai allenamento senza accorgertene, imparerai le strade nuove e quelle collaudate da decenni di errori e furbizie e ti accorgerai anche della dimensione sociale della bici, fondamentale.
Concordo molto con chi ti ha parlato di "fregarsene per ora degli allenamenti", quella è una testardaggine che verrà col tempo, quando ti accorgerai di fare cose che pensavi impossibili. Ti accorgerai di quel momento quando, all'improvviso, comincerà a sembrarti "facile" pedalare. Non sarà prestissimo, tuttavia presto - diciamo tra 2/3 mesi - la faticaccia di ora sembrerà un ricordo.
Ho cominciato quasi subito ad uscire in compagnia facendo tragitti, dislivelli e medie superiori alle mie possibilità.
Certe volte mi si è annebbiata la vista dalla fatica. Tenevo per 3/4 una salita poi saltavo arrivando sempre ultimo dei miei amici. A volte tornavo a casa sconfortato, faticavo come una bestia ma non bastava mai. In piano, per caratteristiche fisiche sono sempre stato predisposto e tenere il gruppo non è mai stato un problema . Poi nel giro di un paio d'anni, senza mai fermarmi neanche in pieno inverno, cercando di fare sempre almeno 2 uscite settimanali, qualcosa nel corpo e nella mente è scattato. Difficile da spiegare, una specie di consapevolezza / fiducia maggiore nei propri mezzi.
Mi ricordo il momento preciso in cui su una delle solite salite toste nelle quali saltavo ho "attaccato". Ho scalato un pignone invece di alleggerire come sempre e le gambe spingevano bene. Supero uno dei miei soliti compagni di uscite, penso sarà fuori forma, un altro lo tengo nel mirino e dopo due curve supero anche lui.
Allora penso che non è un caso e continuo a spingere, fatico come una bestia come sempre ma con una resa diversa . Su 8 che eravamo arrivo terzo.
Quel pomeriggio ho vinto il mio lombardia, la mia roubaix, il mio mortirolo. Fa ridere, stiamo parlando di scampagnate domenicali, ma ero fiero di me. E giuro da quel giorno preciso per me è cambiato qualcosa nell'andare in bici.
E posso confermare che quello che conta è l'allenamento e il non fermarsi alle prime, alle seconde e alle terze difficoltà.
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