La lotta delle aziende USA contro i dazi

Ser pecora

Diretur
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dove capita
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Come noto, il governo USA il 24 settembre 2018 ha imposto tutta una serie di dazi sui prodotti importati dalla Cina per un totale di circa 200 miliardi di dollari.
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Tra questi prodotti ovviamente ci sono anche componenti di biciclette: l’anno scorso sono stati importati dalla Cina negli USA 500.000 telai di biciclette (non biciclette intere) di ogni materiale per un valore di 32 milioni di dollari. Nel 2019 il numero i telai importati è sceso a 200.000 sino ad agosto, per un totale di 21 milioni di dollari. Segno che questi dazi hanno ottenuto l’effetto voluto.
Questi prodotti erano soggetti ad un dazio iniziale del 3,9%, salito poi al 10% nel settembre 2018, aumentato al 25% lo scorso Maggio. Un ulteriore aumento al 30% che doveva entrare in vigore il 1° di Ottobre è stato poi posticipato a data da destinarsi.
Questi dazi però rappresentano un problema in particolare per le aziende che commerciano telai...

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pietrogrip

Maglia Amarillo
13 Aprile 2011
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tutte rigorosamente nere
la manodopera come i processi produttivi costano pensare che la sola introduzione di mega dazi riporti tutto nella terra natia e' solo nelle favole e per gli allocchi, chi ne ha la forza economica sposta il processo produttivo in altri paesi a basso costo, i piccoli e medi sono destinati a chiudere.
 

gasht

Maglia Amarillo
6 Febbraio 2005
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con gruppi shimano
beh è un bel po' che gli stati uniti giochicchiano con questa cosa. l'idea è di riuscire a far ripartire l'industria nazionale.
quindi mettono dazi su tutto anche sui capitali per impedire rafforzamenti del dollaro.
è una tattica suicida fino ad un certo punto. ha una sua logica.
del resto non c'è mai stato un mercato senza frizioni e gli stati uniti non fanno eccezione. il governo conta eccome anche negli stati uniti, vedi industria armamenti e suo funzionamento via lobbies.
contrariamente a quello che si crede ciò che guida da sempre gli stati uniti nelle relaizoni internazionali non è certo ispirato al liberismo come lo si conosce sui libri. tutt'altro.
il mercantilismo schifato a livello teorico se ci sono di mezzo interessi forti rientra sempre dalla finestra. ammesso sia mai uscito dall'aula.

che poi in questo ultimo periodo ci sia questa """"moda""""ossia i governi cerchino di riprendere in mano il pallino anche per fini interni di politica spiccia è un altro paio di maniche.
il protezionismo c'è da sempre.
questo è un gioco al rialzo in cui trump alza il prezzo per trattare. ovviamente le conseguenze di questi giochetti sono molto reali. è così da sempre.
 
23 Ottobre 2015
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Varese
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Cube, Specialized
beh è un bel po' che gli stati uniti giochicchiano con questa cosa. l'idea è di riuscire a far ripartire l'industria nazionale.
quindi mettono dazi su tutto anche sui capitali per impedire rafforzamenti del dollaro.
è una tattica suicida fino ad un certo punto. ha una sua logica.
del resto non c'è mai stato un mercato senza frizioni e gli stati uniti non fanno eccezione. il governo conta eccome anche negli stati uniti, vedi industria armamenti e suo funzionamento via lobbies.
contrariamente a quello che si crede ciò che guida da sempre gli stati uniti nelle relaizoni internazionali non è certo ispirato al liberismo come lo si conosce sui libri. tutt'altro.
il mercantilismo schifato a livello teorico se ci sono di mezzo interessi forti rientra sempre dalla finestra. ammesso sia mai uscito dall'aula.

che poi in questo ultimo periodo ci sia questa """"moda""""ossia i governi cerchino di riprendere in mano il pallino anche per fini interni di politica spiccia è un altro paio di maniche.
il protezionismo c'è da sempre.
questo è un gioco al rialzo in cui trump alza il prezzo per trattare. ovviamente le conseguenze di questi giochetti sono molto reali. è così da sempre.
Il fatto è che i dazi c’erano prima che li introducesse Trump, ma per le merci usa in Europa (auto e carne, ad esempio) e su diversi prodotti esteri che vengono importati in Cina.
Quindi se il mercato è squilibrato ora lo era pure prima, ma nessuno diceva niente.
 

gasht

Maglia Amarillo
6 Febbraio 2005
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con gruppi shimano
Il fatto è che i dazi c’erano prima che li introducesse Trump, ma per le merci usa in Europa (auto e carne, ad esempio) e su diversi prodotti esteri che vengono importati in Cina.
Quindi se il mercato è squilibrato ora lo era pure prima, ma nessuno diceva niente.
la guerra delle banane. io che sono vecchio ricordo quella. voglio dire, per rendersene conto basta guardare che succede se compri, da quel dì, dagli stati uniti. mica ti mettono solo l'iva.
 

core59

Apprendista Velocista
19 Aprile 2007
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Andai quasi trenta anni fa a visitare fabbriche in Cina di prodotti americani. In Europa venivano venduti come "made in Usa", ma erano prodotti là e costavano pochissimi dollari , mentre da noi venivano venduti anche con ricarichi dei 300%.
Gli USA sui prodotti cinesi ci hanno costruito degli imperi (vedi NIKE, tutte cinesi, forse adesso anche vietnamite) .
Le biciclette non fanno certo eccezione, le TREK o le Specialized sono fatte in USA? Nemmeno per idea. Ma i dazi, paradossalmente danneggiano moltissimo i marchi americani ed i loro acquirenti perchè per mantenere la marginalità dovranno aumentare i prezzi e questo a vantaggio dei produttori europei
 

golias

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L'intendo del biondino è mettere in difficoltà la cina che detiene una buona parte del debito pubblico americano.. giochetti commerciali in preparazione per altro evento.
 

walterde67

Gregario
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Bianchi Infinito CV Disc Ultegra compact
Dispiace che ci vada di mezzo anche la nostra passione, ma la questione delocalizzazione-ricarichi mostruosi su prodotti venduti in Occidente degli scorsi anni avrebbe dovuto anch’essa scandalizzarci. Ora il Biondino, come qualcuno lo chiama, prova, con metodi che taluni potranno giudicare rozzi e goffi, di riassestare questo sistema . Non so se ci riuscirà, ma molti americani oggi gli sono grati per questo tentativo e lo rivoteranno. Non certo aziende come Trek, che possono dimenticarsi i profitti di un tempo e finalmente ripensare alle strategie industriali un po’ più equilibrate. Ci siamo dimenticati di quante aziende hanno chiuso anche da noi proprio per questo??? E ora vi scandalizzate dei dazi.
 

bradipus

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Dispiace che ci vada di mezzo anche la nostra passione, ma la questione delocalizzazione-ricarichi mostruosi su prodotti venduti in Occidente degli scorsi anni avrebbe dovuto anch’essa scandalizzarci. Ora il Biondino, come qualcuno lo chiama, prova, con metodi che taluni potranno giudicare rozzi e goffi, di riassestare questo sistema . Non so se ci riuscirà, ma molti americani oggi gli sono grati per questo tentativo e lo rivoteranno. Non certo aziende come Trek, che possono dimenticarsi i profitti di un tempo e finalmente ripensare alle strategie industriali un po’ più equilibrate. Ci siamo dimenticati di quante aziende hanno chiuso anche da noi proprio per questo??? E ora vi scandalizzate dei dazi.
il problema dei dazi è che se tu li metti agli altri paesi, poi gli altri paesi li mettono a te.
il che sarebbe un disastro per un paese come il nostro che ha una bilancia commerciale generalmente positiva (39 miliardi nel 2018), e che deve comunque obbligatoriamente comprare all'estero le materie prime che non ha (petrolio in primis, ma anche alimentari come il grano).
 

walterde67

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È una questione di equilibrio. In tempi non sospetti (fino a 5-6 anni fa) nessuno si lamentava che in Cina fossero sempre esistiti i dazi sui prodotti occidentali. Una BMW costa il doppio che in Europa, gli spaghetti, il parmigiano ecc uguale e nessuno ha mai osato dire niente. Chi ha a che fare con la Cina per motivi di lavoro sa che lì da qui non si può spedire neanche un pacchetto con dei campioni di plastica o altro, viene tutto filtrato e controllato. Noto che il mondo occidentale si schiera con la Cina. Ma vi sembra normale? Poi, per carità, tutto vero che il debito americano è in mano loro, ma gli scossoni che stiamo vivendo sono per me anche salutari. Insomma, qualche coscienza imprenditoriale negli USA e in Europa si sarà svegliata ora, spero.
 
B

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golias

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il problema dei dazi è che se tu li metti agli altri paesi, poi gli altri paesi li mettono a te.
il che sarebbe un disastro per un paese come il nostro che ha una bilancia commerciale generalmente positiva (39 miliardi nel 2018), e che deve comunque obbligatoriamente comprare all'estero le materie prime che non ha (petrolio in primis, ma anche alimentari come il grano).
I dazi ci sono già in molti paesi dove l'Italia esporta e spesso neppure dietro una logica apparente, e comunque è la solita guerra tra poveri (nel senso che chi ci rimette è sempre il piccolo, le grandi corporate hanno già studiato come aggirare i vari "ostacoli") il motivo che ha spinto il biondino a fare quella mossa è ben altra cosa con cifre molto al di sopra del comparto commerciale interessato.. oramai le guerre si combattono a suon di pecunia.
 

bradipus

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I dazi ci sono già in molti paesi dove l'Italia esporta e spesso neppure dietro una logica apparente, e comunque è la solita guerra tra poveri (nel senso che chi ci rimette è sempre il piccolo, le grandi corporate hanno già studiato come aggirare i vari "ostacoli") il motivo che ha spinto il biondino a fare quella mossa è ben altra cosa con cifre molto al di sopra del comparto commerciale interessato.. oramai le guerre si combattono a suon di pecunia.
molto spesso nell'epoca moderna le guerre (non solo commerciali, ma anche quelle 'vere') hanno più un fine primo all'interno che verso un 'nemico' esterno.
 

golias

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molto spesso nell'epoca moderna le guerre (non solo commerciali, ma anche quelle 'vere') hanno più un fine primo all'interno che verso un 'nemico' esterno.
Umhh.. ho idea che stai confondendo con la politica, che ha sicuramente il suo peso nel contesto ma resta marginale.. le guerre (qualunque siano) sono sempre a scopo interessi che si tratti di pecunia o di beni materiali.
 

bradipus

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Umhh.. ho idea che stai confondendo con la politica, che ha sicuramente il suo peso nel contesto ma resta marginale.. le guerre (qualunque siano) sono sempre a scopo interessi che si tratti di pecunia o di beni materiali.
Pensa alla guerra delle Falkland, intrapresa dal regime argentino al solo scopo di incrementare il consenso popolare e distogliere l'attenzione della gente dai grossi problemi economici del paese.
Creare un nemico spesso fa comodo...
 
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