Per guarire ci vuole la medicina.Esatto. E non è il termometro che te la fa guarire.
Grazie allo strumento di misura decidi quale medicina e se prenderla.
Oppure puoi anche fregartene, con le logiche conseguenze del caso.
Per guarire ci vuole la medicina.Esatto. E non è il termometro che te la fa guarire.
anche a livello prof. i pareri sono opposti
Nibali è assolutamente uno di quei corridori dell'epoca moderna che ci prova più di tutti e attacca di più. Non lo si può negare.Esatto, ma in quel contesto cosa fai con le indicazioni del Pm? Ti metti a fare i conti su quanto W' ti resta per andare a prenderlo o fai anche delle considerazioni su come saranno le eventuali tappe successive, il tuo posizionamento in classifica, quello dei tuoi diretti avversari, gli eventuali gregari che ti restano, etc.... le variabili sono mille e le indicazioni del Pm sono solo una tra queste. Alla fine si tratta di fare delle scelte comunque.
Per la cronaca Nibali mi ha detto che lui in corsa nemmeno visualizza il dato potenza proprio per non farsi influenzare. Molto più importante nel caso di dubbio proprio il consiglio del DS via radio. Ovviamente questo varrà per lui e non per altri. Ma Nibali nonostante questo non mi pare uno che nei GT va all'arma bianca a casaccio....
Una cosa che sicuramente i pm hanno cambiato nel ciclismo sono l'assenza di cotte da fame. Tutti oggi guardano i KJ/Tss per alimentarsi con precisione, questo si.
I corridori sono figli del loro tempo come tutti noi.I corridori della generazione di Contador e precedente sono tutti molto critici.
Bisognerebbe ricordargli che, senza Pm, dal 1999 al 2009 il Tour de France è stato vinto da ben 4 corridori diversi. Tanto per dire quanta "incertezza" ci fosse senza...
Nibali è assolutamente uno di quei corridori dell'epoca moderna che ci prova più di tutti e attacca di più. Non lo si può negare.
E durante una gara che medicina prendi? Se il termometro lo usi sempre (allenamento), quando non lo usi lo sai lo stesso quanta febbre hai e non è che se hai 38.1 prendi una medicina se hai 37.9 ne prendi un'altra. La differenza di medicina la stabilisci fra 37 e 38 o più e se una volta non hai il termometro, per una volta, lo sai se hai 37 o 38 o più anche senza termometro.Per guarire ci vuole la medicina.
Grazie allo strumento di misura decidi quale medicina e se prenderla.
Oppure puoi anche fregartene, con le logiche conseguenze del caso.
Così tanta incertezza che dal 1999 al 2005 non lo ha vinto nessuno o comunque non si sa chi lo ha vinto.Bisognerebbe ricordargli che, senza Pm, dal 1999 al 2009 il Tour de France è stato vinto da ben 4 corridori diversi. Tanto per dire quanta "incertezza" ci fosse senza...
I paragoni si fanno per assimilare le logiche, non le unità di grandezza e le linee di febbre.E durante una gara che medicina prendi? Se il termometro lo usi sempre (allenamento), quando non lo usi lo sai lo stesso quanta febbre hai e non è che se hai 38.1 prendi una medicina se hai 37.9 ne prendi un'altra. La differenza di medicina la stabilisci fra 37 e 38 o più e se una volta non hai il termometro, per una volta, lo sai se hai 37 o 38.5.
E infatti il numero può essere una delle varie informazioni (interne o esterne) a disposizione per prendere decisioni, ma sarà quasi sempre secondaria alle dinamiche di corsa (percezione condizionata dall'azione, aspetto fondamentale nella gestione del ritmo in presenza di avversari).Lo fanno tutti?
Non credo.
Qualcuno lo fa meglio di altri?
Certo che sì.
Non serve a nulla?
Non credo.
Ti fa vincere le corse?
Ammesso che tu abbia i numeri, se lo sai usare può aiutarti.
Se la capacità attuale del serbatoio e la velocità di consumo fossero perfettamente note, se si fosse sempre nelle condizioni di poter svuotare il serbatoio, in assenza di avversari :) Può servire ad ottimizzare, nei limiti delle incertezze del caso, ma in gara la finestra di ottimizzazione è abbastanza limitata (o almeno non al livello di precisione che sembra derivare dalla tua considerazione).Tutto questo lo puoi fare anche a occhio, oppure con lo strumento sul cruscotto che ti dice a quale velocità massima puoi viaggiare per arrivare al termine dei 100km con una sola goccia di benzina nel serbatoio, e quindi ottimizzare la tua gestione di corsa.
E infatti il numero può essere una delle varie informazioni (interne o esterne) a disposizione per prendere decisioni, ma sarà quasi sempre secondaria alle dinamiche di corsa (percezione condizionata dall'azione, aspetto fondamentale nella gestione del ritmo in presenza di avversari).
Quando ho citato l'intervista a Dan Martin era solo per evidenziare come viene eventualmente usato in gara: sono a un certo ritmo che percepisco come impegnativo -> leggo il numero -> delle due l'una: è coerente con lo sforzo, ok / sto facendo più fatica del solito, probabilmente bisognerà difendersi. Se già fai "troppa" fatica improbabile un attacco, attacco che ci sarebbe comunque se la percezione dello sforzo e l'occasione lo consentono (ammesso che il personale approccio alla gara lo consigli).
Ma non è automatico che l'informazione sia di aiuto
dipende da come viene interpretata e gestita: la recente uscita di Scinto contro i PM in gara per la sua squadra era proprio per non farsi condizionare negativamente dai numeri nelle fasi in cui c'è già la percezione dello sforzo che opera da "dissuasore". Sotto questo punto di vista, l'effetto può essere addirittura contrario a quello che temi.
Vabbè se si parla di precisione, solo per gioco, non ci vorrebbe nemmeno poi tanto a tirare fuori un sistema che ti impone pure cadenza e rapporto.Se la capacità attuale del serbatoio e la velocità di consumo fossero perfettamente note, se si fosse sempre nelle condizioni di poter svuotare il serbatoio, in assenza di avversari :) Può servire ad ottimizzare, nei limiti delle incertezze del caso, ma in gara la finestra di ottimizzazione è abbastanza limitata (o almeno non al livello di precisione che sembra derivare dalla tua considerazione).
No, ma è appunto una conferma di una sensazione, in quel frangente.E ti pare poco rispetto a quando si doveva andare totalmente a sensazione?
Certo, ovviamente.A tutti è capitato di arrivare alla fine di un esercizio e avere una certa percezione di fatica, poi guardare il cronometro e scoprire che la prestazione era peggiore rispetto ad altre, oppure molto migliore, il tutto "a parità di percezione".
No, dipende dall'effetto che ha sulla successiva scelta in funzione dell'obiettivo.Un'informazione è sempre di aiuto, per definizione.
E sarà una delle tante abilità non direttamente atletiche di cui un corridore dispone, in misura più o meno rilevante, per affrontare le situazioni di gara, così come la capacità di leggere la corsa.Possono accadere entrambe le situazioni, puoi avere dei dati che ti fanno rallentare, così come avere dei dati che ti fanno accelerare.
Ma questo fa parte dello skill del corridore. Una nuova tecnologia occorre imparare ad usarla, di sicuro fanno più fatica quelli che non sono abituati ad usarla fin dall'inizio, in tal senso i giovani come sempre hanno un vantaggio.
Facciamo finta che l'incertezza di una informazione sia fine a se stessa anziché condizionare il modo in cui posso usare l'informazione.Vabbè se si parla di precisione, solo per gioco, non ci vorrebbe nemmeno poi tanto a tirare fuori un sistema che ti impone pure cadenza e rapporto.
Ma non è questo il punto, almeno per ora............................
Pensa che alcuni pro li hanno usati in gara prima del 2000 (ad esempio LeMond nel 1994, Riis alla Amstel 1997) :)Del resto stiamo parlando dell'utilità dei PM nel 2020, ma nel 2000 cosa avevamo a disposizione?
Almeno una recentissima....al mondiale ! Ma il ragazzo si farà....quest'anno giocherà con la maglia numero 7....Il corpo umano quando è ben allenato è molto più deterministico di quanto si possa credere. Prova a fare mente locale su quante cotte ricordi negli ultimi 10 anni......
Il mondo va avanti e taglia fuori una serie di ciclisti che prima avevano il loro spazio. Francamente non è entusiasmante, così come non lo era quando Indurain uccideva i Tour. Un po' di equilibrio nel tracciare i grandi giri ci vorrebbe.Negli ultimi trent'anni devo aver visto altre corse rispetto a voi, perché ricordo corse che si risolvevano nell'ultima mezz'ora perché gli sceriffi del gruppo volevano così e la TV si collegava solo per il finale. Ricordo GT che alla prima crono dominata da Indurain erano finiti. Ricordo volate solo per le scorrettezze di Abdujaparov. Mi ricordo, invece, di classiche scoppiettantu, con corridori che facevano numeri incredibili, poi si è scoperto il perché. Io mi son sempre fatto delle gran pennichelle davanti alla TV. Sarà che trent'anni d
fa Bicisport predicava già il ritorno alle origini, nostalgici di Coppi e Bartali, ma il mondo va avanti.
Negli ultimi trent'anni devo aver visto altre corse rispetto a voi, perché ricordo corse che si risolvevano nell'ultima mezz'ora perché gli sceriffi del gruppo volevano così e la TV si collegava solo per il finale. Ricordo GT che alla prima crono dominata da Indurain erano finiti. Ricordo volate solo per le scorrettezze di Abdujaparov. Mi ricordo, invece, di classiche scoppiettantu, con corridori che facevano numeri incredibili, poi si è scoperto il perché. Io mi son sempre fatto delle gran pennichelle davanti alla TV. Sarà che trent'anni d
fa Bicisport predicava già il ritorno alle origini, nostalgici di Coppi e Bartali, ma il mondo va avanti.
No, ma è appunto una conferma di una sensazione, in quel frangente.
No, dipende dall'effetto che ha sulla successiva scelta in funzione dell'obiettivo.
E sarà una delle tante abilità non direttamente atletiche di cui un corridore dispone, in misura più o meno rilevante, per affrontare le situazioni di gara, così come la capacità di leggere la corsa.
Facciamo finta che l'incertezza di una informazione sia fine a se stessa anziché condizionare il modo in cui posso usare l'informazione.
Innanzitutto il sistema svolgerebbe i conti risentendo della variazione non prevedibile di alcuni dati significativi (in assoluto non elevatissima, ma significativa sulla qualità della previsione). Ma soprattutto: come fai a conoscere lo svolgimento e quindi l'effetto che ha sull'esito?
Dove è possibile farlo (crono e cronosquadre) si fanno simulazioni molto evolute (durate dei cambi, velocità e traiettoria di ingresso nei cambi di direzione in riferimento al percorso reale). Ma è una situazione in cui la finestra di ottimizzazione è ampia.
Hai rovesciato il barattolo dei punti :)
Pensa che alcuni pro li hanno usati in gara prima del 2000 (ad esempio LeMond nel 1994, Riis alla Amstel 1997) :)
Esatto, hai centrato un caso palese in cui l'atleta non l'ha cagata nemmeno di striscio la strumentazione, infatti si è cotto a puntino (credo più per fame).Almeno una recentissima....al mondiale ! Ma il ragazzo si farà....quest'anno giocherà con la maglia numero 7....
Di sicuro anche loro pensavano che fosse utile