Allora, abito in uno stradello che costeggia un argine. Ben asfaltato, ammesso solo ai residenti e autorizzati. Questo stradello è quasi lungo 20 km e unisce due città e province diverse. A fianco, sull'altro lato del fiume la strada statale che in questo momento è pattugliata dalla polizia che ferma e fa parecchie multe agli autocertificatori fasulli.
Ebbene, esco percorrendolo in macchina per andare a fare spesa e trovo di tutto: hanno preso il decreto che si può uscire a fare una moderata attività fisica come il Vangelo. Famiglie a piedi ed in bici, gente che corre, chi passeggia col cane, chi si ferma a chiacchierare e fa capannelli, chi si fa i selfie, chi si allena in bici (uno fa le ripetute con una gamba sola), anziani con la bici elettrica e non. E macchine, tante, perché tutti quelli che non vogliono beccare la pattuglia passano da qui, e non potrebbero, e tanti per arrivare all' argine dalla città sono venuti in macchina, li vedo scendere, scaricare le bici dei bambini. Sembra di stare in spiaggia alla domenica, tanta è la calca in certi punti.
Ebbene, ritiro tutta la morale che ho fatto prima, visto che anche se il decreto lo ammette, i maggiori enti ciclisti chiedevano di comportarsi con coscienza e di stare in casa (nessun obbligo se non quello etico, quindi).
Da domani uscirò in bici anche io visto che ci vivo, l'argine è sicuro e un bel vaffanculo a tutti! Ma dal momento che lo farò avrò perso. Perso la possibilità di fare qualcosa per gli altri. Qualcosa forse di poco significativo agli occhi di chi oggi si abbracciava facendosi i selfies.
Ovviamente starò a casa perché anche se potrei, so che è anche giusto così.
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