Dopo aver visto le immagini in TV della Spagna, per la precisione il lungomare di Barcellona, dove appena dato il via libera allo sport con le stesse modalità nostre (distanza, etc.), c'era un assembramento e un numero di runners e ciclisti fitti come i moscerini su un parabrezza, non sono più sicuro che i runners ed i ciclisti, come categoria, siano stati vittime di pregiudizi in questi due mesi.
Quando cercavo di spiegare che i procedimenti restrittivi volevano evitare proprio queste situazioni, mi veniva risposto: ma io sono solo, in cima ad un cucuzzolo, non vedo anima viva, etc. Io, io, io.
Il singolo influisce poco, se il resto delle persone si comporta diversamente. I provvedimenti tengono conto delle masse, che se lasciate al libero arbitrio è più probabile che si comportino come a Barcellona. Anzi, ora non è soltanto probabile. È certo.
Poi è chiaro che chi non si è comportato così ne abbia avuto un danno in questi mesi. È fuori dubbio. Ma le regole in questa situazione di emergenza non possono essere ad personam. Tanto meno se la maggioranza dei singoli si comporta come a Barcellona....
Fase 2, il lungomare di Barcellona preso d'assalto: centinaia di persone all’aperto | Corriere TV
Primo giorno di passeggiate e jogging in Spagna dopo sette settimane di lockdown - LaPresse /CorriereTvvideo.corriere.it
Scrivi a Conte e chiedi di richiudere tutto. Però per favore, dopo non scrivere più in un forum di bici da corsa.
