News La Israel-Premier Tech non parteciperà al giro delle Fiandre

Marmoreo68

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Dipende, come oramai succede in molti sport pro dove il risultato è tutto, che gli atleti vengano spremuti ed usati semplicemente per fare il loro (retribuito) lavoro, a prescindere sopratutto da infortuni, che vengono trattati superficialmente fino a che la cronicità e/o un serio infortunio obbligherà lo stop dell'atleta, magari pregiudicandone per lungo tempo o addirittura mai, la sua guarigione.
Le squadre non vedono più gli atleti come persone, ma come macchine da sfruttare al loro massimo per il tempo possibile per poi sostituirli con le nuove leve. Gli sponsor e di conseguenza gli stipendi (in alcuni casi milionari) vogliono e giustificano tutto questo.
 
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Ser pecora

Diretur
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16 Aprile 2004
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Dipende, come oramai succede in molti sport pro dove il risultato è tutto, che gli atleti vengano spremuti ed usati semplicemente per fare il loro (retribuito) lavoro, a prescindere sopratutto da infortuni, che vengono trattati superficialmente fino a che la cronicità e/o un serio infortunio obbligherà lo stop dell'atleta, magari pregiudicandone per lungo tempo o addirittura mai, la sua guarigione.
Le squadre non vedono più gli atleti come persone, ma come macchine da sfruttare al loro massimo per il tempo possibile per poi sostituirli con le nuove leve. Gli sponsor e di conseguenza gli stipendi (in alcuni casi milionari) vogliono e giustificano tutto questo.

Come descrizione ci puo' anche stare, ma mi sembra rappresenti piu' altri sport. Il ciclismo è sempre stato "corri o muori": cadi? Ti tiri su e pedali, poi si vedrà.
E' proprio nella natura del ciclismo. Anche perché lunghi stop portano a distruggere la forma e poi a rifarla su non è un attimo. E non essendoci gran componente tecnica se non sei in forma vai da nessuna parte.

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Nello specifico pero' la Israel ha dei grossi problemi anche quando corre....ha 1 vittoria stagionale insignificante, oltre ad un età media altissima in un ciclismo sempre piu' giovane.
 

Maverik89

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15 Dicembre 2009
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Senza considerare che ci sono regole diverse rispetto ad una volta, basti vedere le regole del MPCC (tra l'altro esiste ancora? qualche squadra vi aderisce?), con valori anomali di cortisolo non si potrebbe partecipare alle competizioni.

Purtroppo non ho un metro di paragone o dati da confrontare, ma credo che tutti questi malati ci siano sempre stati, quest'anno evidentemente di più, ma si usano precauzioni maggiori per ragioni di attualità (uscita pandemia CoVid-19), maggior tutela dei corridori specialmente rispetto a EPOche passate per cui se correvi 2 tappe in un GT con la febbre non se ne accorgeva nessuno.

Gastroenteriti, bronchiti et simila per un ciclista professionista sono come la contusione alla caviglia di un calciatore, non menzioniamo fratture alle clavicole....
 

samuelgol

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24 Settembre 2007
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Canyon Ultimate SLX. Nome: Andrea
' la Israel ha dei grossi problemi anche quando corre....ha 1 vittoria stagionale insignificante, oltre ad un età media altissima in un ciclismo sempre piu' giovane.
Ebbi modo di dire già quando avevano puntato prima su Froome e pi su qualche altro attempatello, che la cosa non mi pareva troppo lungimirante.
....................
Gastroenteriti, bronchiti et simila per un ciclista professionista sono come la contusione alla caviglia di un calciatore, non menzioniamo fratture alle clavicole....
Ahimè no. Con una contusione il calciatore gioca, loro con quella roba sono out o comunque non competitivi, quindi out lo stesso.
 

Marmoreo68

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Come descrizione ci puo' anche stare, ma mi sembra rappresenti piu' altri sport. Il ciclismo è sempre stato "corri o muori": cadi? Ti tiri su e pedali, poi si vedrà.
E' proprio nella natura del ciclismo. Anche perché lunghi stop portano a distruggere la forma e poi a rifarla su non è un attimo. E non essendoci gran componente tecnica se non sei in forma vai da nessuna parte.

Gli sport da questo punto di vista sono tutti uguali, per lo meno dove il risultato (per le cifre che sono in gioco) è il solo obiettivo.
Non è questione di "cadi o muori" perchè se fosse una totale scelta dell'atleta, in casi ove ci sia un reale danno, nessuno continuerebbe, lo fanno solo perchè sanno come funziona e talvolta perchè spinti da decisioni altrui.
E la condizione atletica è giust'appunto una conseguenza di questa logica, deve esser sempre presente.

E se il calciatore, cosi come il ciclista, continua a giocare/correre con una contusione, andrà incontro ad un peggioramento del danno, con conseguenze maggiori (distrazioni muscolari, fratture da stress, fratture, calcificazioni muscolo/tendinee) ma a chi di dovere non importa.
Difatti normalmente, vengono tutti trattati, inizialmente, con un leggero riposo (che non ha la benchè minima incidenza sul recupero fisiologico del danno) e farmacologicamente; l'atleta deve! essere disponibile quanto prima. Solo i pochi eletti (atleti di elitè) verranno preservati e talvolta manco loro, che però a differenza dei "normali" possono e fanno sentire la loro
 

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