Pro stagione 2022

dinute

Maglia Gialla
13 Maggio 2009
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una squadra WT sarebbe comunque importante, esempio il Belgio ne ha 3.
Cassani tempo fa diceva che il giro U23 è mancato qualche anno e pure quello faceva comodo, ci sono state una serie di concause che ci hanno fatto saltare una generazione di corridori forti, attualmente non abbiamo ciclisti da classifica nel GT, non abbiamo ciclisti da classiche visto che Colbrelli, unico in palla nel 2021 è probabilmente fuori dai giochi per i noti problemi di salute, Bettiol da quel Fiandre è sparito salvo rivedersi in una tappa del Giro lo scorso anno e Moscon è ancora un "?".
Abbiamo dopo decenni il miglior cronoman, unica nota positiva di questi anni.
Avevamo un buon velocista come Viviani ma le sue scelte negli ultimi anni sono state più economiche che professionali e i risultati son quelli che sono.
la squadra WT sarebbe il risultato finale di un grande bacino di atleti. sarebbe l'esito naturale senza nemmeno troppi sforzi di sponsor (gli sponsor italiani che infatti ci sono, Segafredo, Vini Fantini, Eolo, Fenix anche se in uscita). Anche ad aver la bacchetta magica e mettere tutti gli italiani in una squadra ad averne 30 da WT si fa fatica. La mancanza di sponsor è un alibi, mancano corridori.
 

danieletesta79

Maglia Gialla
1 Settembre 2012
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Scott Addict rc - Pinarello Grevil
la squadra WT sarebbe il risultato finale di un grande bacino di atleti. sarebbe l'esito naturale senza nemmeno troppi sforzi di sponsor (gli sponsor italiani che infatti ci sono, Segafredo, Vini Fantini, Eolo, Fenix anche se in uscita). Anche ad aver la bacchetta magica e mettere tutti gli italiani in una squadra ad averne 30 da WT si fa fatica. La mancanza di sponsor è un alibi, mancano corridori.

secondo me è una carenza reciproca, poi effettivamente in questo momento non vedo "pogacar" itailani in rampa di lancio (spero sempre di essere smentito), ci sono anche periodi così, ma intanto cominciamo da quello che si ha, gli sponsor e la possibilità di fare una squadra, poi mancheranno i ciclisti italiani all'inizio, poi cresceranno nell'ottica di...
certo è che dovremmo anche smetterla con il vizietto del "portami lo sponsor e corri" questo non ha sicuramente fatto bene al ciclismo italiano
 
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robeambro

Velocista
25 Aprile 2018
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Factor Ostro Gravel
visto il finale, ieri, della tapa del giro di Ungheria
grande vittoria di Tiberi :ola:
sullo strappo finale di 3,5 km, Ineos che fà il ritmo, Dumbar parte a cannone ai - 2 circa, e poi si pianta e l'italiano lo supera negli ultimi 50 metri. grande!
ottimo anche Battistella!!!

ecco, qui mi viene una domanda
Battistella 2019 campione del mondo Under 23 (3° Pidcock)
nel 2021 vince Baroncini (2° Girmay)

calcolando che una vittoria, non "vuol dir nulla" (dipende come arriva, il percorso ect ect), ma come mai, i nostri portacolori fanno così "fatica" nel passaggio under/pro, rispetto ad altri giovani talenti?

Domanda difficile.. Secondo me un aspetto trascurabile e' dovuto al fatto che giovanissimi Italiani (ma anche Spagnoli, Francesi, e atleti come Sivakov che di fatto e' nato in Italia e cresciuto in Francia) hanno il vantaggio iniziale di avere a disposizione la palestra migliore del mondo, che sono le montagne, con relativo 'bonus' dovuto all'altitudine (basti pensare a quanto siano in voga gli 'altitude camp' tra i pro - i giovanissimi Italiani spesso lo hanno a disposizione sin da quando iniziano). Il vantaggio, una volta diventati pro, svanisce, visto che piu' o meno tutti poi vanno a vivere negli stessi posti. Piu' o meno.

Atleti come Pidcock e Girmay saranno sicuramente partiti con anni di "svantaggio", che poi hanno recuperato alla grande.

Ovviamente questa sara' una delle mille variabili, per dire, la dieta del ciclista sebbene non sia piu' necessariamente riso bianco, verdure bollite e uova sode, e' comunque un sacrificio non indifferente per un Italiano, mentre per un Britannico la dieta del ciclista e' molto piu' gustosa che non quello che si mangia tradizionalmente in patria :mrgreen:
 
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Ser pecora

Diretur
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qui si parla tanto del problema che non abbiamo una squadra italiana WT, che non ci sono strutture adeguate, che c'è troppo rischio ad allenarsi su strada...tutto vero, per carità, ma un bell'analisi di come lavorano i direttori sportivi e le squadre junior/under, forse forse sarebbe il caso di farla

Il ciclismo è uno sport molto conservatore, metodi di allenamento compresi. Basti vedere quanta gente consideri ancora i powermeter come una specie di demonio che "uccide lo spettacolo"...e tanti amatori lo comprano solo per avere una sveglia da 1000eu sul manubrio.

Per me un problema che c'è nel ciclismo italiano oggi è che non c'è un movimento coeso e ben organizzato. E' tutto lasciato alla buona volontà (e tradizione) delle società giovanili, che quasi sempre sono micro-realtà in competizione le une con le altre.

Gli inglesi come hanno fatto a diventare una nazione dominante per anni dopo secoli di nulla? Con un progetto ben definito, gente capace a dirigere il progetto ed ovviamente uno sponsor. Ma uno sponsor convinto su un progetto a medio-lungo termine. Non con dietro il solito fanatico di ciclismo che mette soldi in perdita.

Piu' che non la Slovenia, che mi pare abbastanza estemporanea come realtà (alla fine hanno 3 corridori buoni per un allineamento astrale mai verificatosi prima), pensiamo alla Svizzera in Mtb: sfornano ottimi corridori da anni. Sia uomini che donne. E pure in bdc il livello è buono (Kung, Hirschi, Schmid, Mader, etc..), su una nazione che ha meno abitanti della Lombardia. Il tutto semplicemente perché sono ben organizzati in quel settore con una federazione che ha programmi ben definiti.

In Italia va tutto un po' a momenti, con una federazione molto politicizzata i cui dirigenti prima pensano al loro tornaconto e poi al resto. E spesso il tornaconto passa per la mitizzazione del campione del momento, senza nemmeno chiedersi perché sia tale e da dove sia venuto fuori (magari in squadre estere ben gestite). Gli altri si attaccano.

Ma la cosa a mio parere si vede riflessa anche nell'atteggiamento del grande pubblico (trad: cultura di quello sport), che vuole il campione vincente (e subito) da idolatrare. E se poi non vince piu' via nel cassonetto....gli esempi li conosciamo tutti.

Per me dire che in Italia ci sia "il vuoto" semplicemente non è vero. I corridori ci sono e ce ne sono tanti, basta farli fiorire nei tempi giusti.

Quello che si vorrebbe è il concorrente del Pogacar di turno. Quando in realtà proprio dietro Pogacar c'è il nulla in Slovenia. E corridori come lui ne nascono uno ogni 50 anni (non importa dove).
 

AleEspo

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Sivakov non sta facendo male... È solo che è all'ineos a fare il gregario... Se va ina squadra dove è il capitano e magari ha anche qualche gragario secondo me qualche soddisfazione se la toglie!
Come hanno già detto ha fatto top ten in un grande Giro al primo anno da prof.
 

AleEspo

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Il ciclismo è uno sport molto conservatore, metodi di allenamento compresi. Basti vedere quanta gente consideri ancora i powermeter come una specie di demonio che "uccide lo spettacolo"...e tanti amatori lo comprano solo per avere una sveglia da 1000eu sul manubrio.

Per me un problema che c'è nel ciclismo italiano oggi è che non c'è un movimento coeso e ben organizzato. E' tutto lasciato alla buona volontà (e tradizione) delle società giovanili, che quasi sempre sono micro-realtà in competizione le une con le altre.

Gli inglesi come hanno fatto a diventare una nazione dominante per anni dopo secoli di nulla? Con un progetto ben definito, gente capace a dirigere il progetto ed ovviamente uno sponsor. Ma uno sponsor convinto su un progetto a medio-lungo termine. Non con dietro il solito fanatico di ciclismo che mette soldi in perdita.

Piu' che non la Slovenia, che mi pare abbastanza estemporanea come realtà (alla fine hanno 3 corridori buoni per un allineamento astrale mai verificatosi prima), pensiamo alla Svizzera in Mtb: sfornano ottimi corridori da anni. Sia uomini che donne. E pure in bdc il livello è buono (Kung, Hirschi, Schmid, Mader, etc..), su una nazione che ha meno abitanti della Lombardia. Il tutto semplicemente perché sono ben organizzati in quel settore con una federazione che ha programmi ben definiti.

In Italia va tutto un po' a momenti, con una federazione molto politicizzata i cui dirigenti prima pensano al loro tornaconto e poi al resto. E spesso il tornaconto passa per la mitizzazione del campione del momento, senza nemmeno chiedersi perché sia tale e da dove sia venuto fuori (magari in squadre estere ben gestite). Gli altri si attaccano.

Ma la cosa a mio parere si vede riflessa anche nell'atteggiamento del grande pubblico (trad: cultura di quello sport), che vuole il campione vincente (e subito) da idolatrare. E se poi non vince piu' via nel cassonetto....gli esempi li conosciamo tutti.

Per me dire che in Italia ci sia "il vuoto" semplicemente non è vero. I corridori ci sono e ce ne sono tanti, basta farli fiorire nei tempi giusti.

Quello che si vorrebbe è il concorrente del Pogacar di turno. Quando in realtà proprio dietro Pogacar c'è il nulla in Slovenia. E corridori come lui ne nascono uno ogni 50 anni (non importa dove).
Sono d'accordo... Non c'è il vuoto di corridori, anzi... Non c'è il modo di valorizzarli e farli crescere con le giuste tempistiche
 

lap74

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Ser pecora

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Sono d'accordo... Non c'è il vuoto di corridori, anzi... Non c'è il modo di valorizzarli e farli crescere con le giuste tempistiche

Ma soprattutto potrebbero essercene ancora di piu' potenziando il settore giovanile. Per farlo, a mia opinione, non è che servirebbe chissà quale magia, ma due cose fondamentalmente:

-rendere attrattivo l'accorpamento di tante micro-società in altre piu' grandi e dirette e gestite da gente realmente competente (ed al passo con i tempi).

-rendere attraente la sponsorizzazione di queste realtà.

Invece al momento vedo tante microsocietà locali dirette da volontari part-time che sanno quello che sanno (e tanto di cappello eh...solo che non basta ad un certo livello); e tante aziende che mettono un sacco di soldi in GF e gravellate varie invece che nei settori giovanili (ed ovviamente fanno bene se ne hanno un tornaconto): la federazione dovrebbe riuscire a ri-orientare la cosa appunto.
 
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AleEspo

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Ma soprattutto potrebbero essercene ancora di piu' potenziando il settore giovanile. Per farlo, a mia opinione, non è che servirebbe chissà quale magia, ma due cose fondamentalmente:

-rendere attrattivo l'accorpamento di tante micro-società in altre piu' grandi e dirette e gestite da gente realmente competente (ed al passo con i tempi).

-rendere attraente la sponsorizzazione di queste realtà.

Invece al momento vedo tante microsocietà locali dirette da volontari part-time che sanno quello che sanno (e tanto di cappello eh...solo che non basta ad un certo livello); e tante aziende che mettono un sacco di soldi in GF e gravellate varie invece che nei settori giovanili (ed ovviamente fanno bene se ne hanno un tornaconto) e la federazione dovrebbe riuscire a ri-orientare la cosa appunto.
Esatto... Nella mia zona ci sono raduni gravel che sembrano cene di gala da premio nobel da tanti sponsor e robe che girano....
 
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sartormassimo

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bella è bella...
In Italia va tutto un po' a momenti, con una federazione molto politicizzata i cui dirigenti prima pensano al loro tornaconto e poi al resto. E spesso il tornaconto passa per la mitizzazione del campione del momento, senza nemmeno chiedersi perché sia tale e da dove sia venuto fuori (magari in squadre estere ben gestite). Gli altri si attaccano.

Ma la cosa a mio parere si vede riflessa anche nell'atteggiamento del grande pubblico (trad: cultura di quello sport), che vuole il campione vincente (e subito) da idolatrare. E se poi non vince piu' via nel cassonetto....gli esempi li conosciamo tutti.
Secondo me qui hai riassunto perfettamente come funziona (da molto ormai) la gestione (da parte delle federazioni) degli atleti di qualsiasi disciplina in Italia.
 

Ser pecora

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Esatto... Nella mia zona ci sono raduni gravel che sembrano cene di gala da premio nobel da tanti sponsor e robe che girano....

Non c'è da stupirsi. Vuol dire che sponsorizzare quegli eventi rende di piu' che non spendere per le giovanili. Le aziende fanno bene.
Starebbe ai dirigenti della federazione trovare il modo di rendere attraente lo sponsorizzare i giovani.

Pero' qui ci vorrebbe un altro cambio di passo: prendere gente che abbia vere e consolidate competenze professionali per farlo. Tradotto: non sempre e solo ex-pro a occupare ogni spazietto disponibile.
 

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