Mi avete citato varie volte in questa discussione e quindi mi permetto di dire la mia sulla questione ZA. Io sono stato un professionista, anche se di quelli che non sono mai riusciti ad emergere. Se avessi potuto scegliere se fare tutta la trafila, cosa che ho fatto da G3 in avanti, o poter trovare un contratto da ventenne tramite l'analisi obiettiva dei miei dati attraverso una piattaforma di allenamento indoor, avrei scelto senza dubbio la seconda.
La trafila giovanile in Italia funzionava male già quando l'ho fatta io tra gli anni 90 e primi 2000 (sono passato pro nel 2010) e da quello che osservo ora non è migliorata. Anzi, con il progredire delle trafile di altre nazioni, è come se la nostra fosse peggiorata anche restando sempre uguale.
La ZA non salverà il ciclismo italiano, ma punta una luce verso il ciclismo giovanile italiano e fa emergere delle criticità palesi anche ai meno attenti osservatori. Ben vengano quindi programmi come questi, non tanto per le possibilità che danno di passare pro, perché i promossi sono davvero pochissimi rispetto al numero totale dei pro in attività, quanto piuttosto per il risalto che danno a tutto quello che non funziona nella ricerca del talento in Italia.
C'è una nuova generazione di ragazzini che si appassiona al ciclismo a 18, 16, 14 anni e non trova una squadra che li tesseri e gli permetta di fare sta maledetta trafila, questi sono tutti potenziali campioni fino a prova contraria e non lo sapremo mai.
Per me quindi viva lo scouting basato sui dati, viva le piattaforme di selezione virtuale, viva strava, viva la competenza, viva il valore aggiunto dei direttori sportivi che sanno essere educatori. Un abbraccio a tutti