cerchi in legno, vantaggi? cosa ne pensate?

Zugnajima#11

Strat Twelve in Pit Lane
14 Giugno 2010
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Io mi occupo di tutt'altro, vendo integratori alimentari da 23 anni però mi succede la stessa cosa quando arriva gente che tm chiede cosa ne pensi di un qualche prodotto, inteso come materia prima.

Io do sempre la solita risposta, "se il prodotto funziona, è testato, e dà risultati, lo vende praticamente qualsiasi marchio di integratori, quando vedi che una materia prima la vende un marchio ogni 1000 e questo ne decanta chissà quali proprietà, poniti delle domande"

Poi ci mancherebbe, c'è il mercato per qualsiasi cosa, però il fatto che credo non ci sia un solo marchio al mondo che metta come primo montaggio delle ruote in legno, qualcosa significherà no?
Forse le bici degli Amish sono OEM Wooden...
 
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DiTBho

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il fatto che credo non ci sia un solo marchio al mondo che metta come primo montaggio delle ruote in legno, qualcosa significherà no?

Dipende dalla domanda. E la domanda spesso dipende da tanti fattori, spesso sociali e culturali.

Penso alle macchinette del caffe a decanter, con bollitore, filtro, e macinino.

Se si guarda il mercato italiano, il grosso dell'interesse e' indiscutibilmente per la Moka.

Ne ho presa giusto una da 2 tazze l'alro giorno. Con 20 euro te la porti a casa, e non hai bisogno di altro.
Compri un pacco caffe macinato a grana fine, specifico per la Moka, e sei pronto.

La Moka e' piu' semplice, pratica, un solo "attrezzo" che fa il caffe.
Con l'altro metodo devi comprarti il caffe rigorosamente in chicchi, macinarlo al momeno, ed in tutto hai 5 oggetti da gestire, e pulire.

  1. bollitore e relativo termometro sonda (mai salire sopra 90 gradi)
  2. decanter in vetro
  3. filtro in acciaio inox a foratura fotolitografica per sgocciolatore (i filtri di carta sono usa e getta)
  4. sgocciolatore ad imbuto e/o con eventuale secondo sgocciolatore a chiocciola, in lattice
  5. macinino (che non va mai lavato, va soffiato)

Troppo tempo, troppo sbattimento! Assolutamente bocciata!

Se pero' prendiamo a riferimento culture asiatiche, la tendenza si inverte.

In Giappone vogliono addirittura macinini con lame in ceramica (che costa il doppio produrre), vogliono decanter con doppio sgocciolatore (piuttosto che filtri di carta), ed hanno la pazienza di metterci oltre 15 minuti (oltre 3 volte tanto) a preparare due tazze di caffe.

Sono fuori di cozza? Assolutamente no, perche' ci sono ovviamente vantaggi, cosi' come svantaggi.

Molto grossolanamente se da una parte con la Moka ci si mette poco tempo, e tutto sommato il caffe' non e' malaccio, dall'altra si ottiene un caffe che a livello bio-chimico e' decisamente meglio, decisamente superiore (e per certi ver molto diverso, piu' ricco di oli) persino all'expresso da bar.

C'e' tutto un discorso sul come si debba estrarre gli oli ... e ci sono diversi modi per farlo.

Se la tendenza prediligere la Moka, perche' costa poco e fa il suo porco lavoro in poco tempo, una azienda che producesse macinini con lame in ceramica, o decanter con sgocciolatore, vedrebbe una domanda cosi' bassa che non riuscirebbe a restare a galla, a meno di impennare i prezzi, trovando pero' chi e' disposto a spendere.

-

Faccende "pli-com-cate" (complicate).
 
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Zugnajima#11

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ho un telefono pacco, con sopra Linux e non Android.
Firefox non ci citra, mi tocca smadonnare con Dillo, che puntualmente non funziona bene.

Facessero i forum ... come si facevano applicazioni web nel 2000, cioe' senza tutta sta roBBa javascript&C ... infilata di prepotenza in ogni dove
... vabbe :D
Era per prendere in giro Bradipus non te...
 
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non so dove hai letto questa cosa…
D’altro canto devi tener conto,che ci sono amatori che tutti quei dati li utilizzano e sanno cosa farsene,non tanto in corsa ma anche successivamente a casa.
C’è semplicemente da dire che esiste anche un ciclismo amatoriale differente da come lo interpreti tu.

Indubbiamente App di bio-data collecting, monitoring and processing come Stamina Fitness permettono di ottimizzare sia gli allenamenti che la nutrizione (non per altro sono usati anche dai nutrizionisti).

Un paio di ragazzi di GCN Italia ha intervistato alcuni (ciclisti) Pro per capire quali dati tenessero sul loro ciclocomputer.

Mi aspettavo che in molti tenessero solo pochi dati, non dico in gara, li e' quasi scontato, anche in allenamento.
  1. cardio (che serve poco per le Zone, rispetto ai sensori di potenza, ma e' sempre meglio averlo)
  2. cadenza
  3. potenza (su ogni singolo pedale, per capire anche se si sta pedalando "dritti")
  4. gps mappe con punti di pericolo (tipo curve troppo strette, ecc)
Interviste in questo (clicca) video.
 

DiTBho

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Tornando alle ruote con cerchi in legno ... .c'e' una differenza piuttosto corposa di prezzo tra CBitalia e Ghisallo
Si passa da 160 euro a coppia, a 200 euro per singolo cerchio (con anello di rinforzo in carbonio)

Non ho ben capito perche' Ghisallo si sia presa la briga di publicizzare "fino a 6 bar" per un cerchio TSS che a specifica (soprattutto di chi produce copertoncini hockless) dice chiaramente di non superare i 5 bar! Quell'anello in carbonio non serve per reggere pressioni superiori, serve ad altro, oppure non serve a nulla.

Un cerchio e' sempre costruito partendo da tra liste di legno di diverso spessore.
Si parte da una sega circolare montata su un tavolo, come dal falegname.
Si controllano/rifilano gli spessori, e si passa al bollitore con caldaia a legna, dove ogni lista viene impregnate di acqua calda.
Serve per stendere le fibre, ammorbidirle, per poi piegare la lista a caldo.
Si infila tutto nella dima in acciaio, una per ogni diametro, per dare la forma rotonda, e si procede con l'essicatura, per un minimo di 96h.

Una volta che il legno e' asciutto, si passa all'incollaggio. Uno dentro l'altro, come una matriosca, i tre legni curvi vengono incollati in quella che e' a tutti gli effetti il cerchio grezzo.

Altre 24h di asciugatura, questa volta della super colla, poi si passa alle rifilatrici, alle profilatrici, e alla mega ruota con doppie punte trapano per i fori raggi.

Infine carta vetrata di fino, abbondante spennellata di "flatin" (versione nautica, usata su barche e gondole), doppia, tripla mano, ed il cerchio e' pronto.

Ghisallo pero' applica anche un anello in carbonio, incollato con resina bicomponente all'interno del cerchio.
Pare che serva non solo per lievitare il prezzo a ben 200 euro a cerchio, ma anche per evitare di dover registrare la ruota ad ogni uscita.
Almeno, cosi' dicono ... senza pero' mettere nulla nero su bianco.

Mi piacerebbe seriamente verificare questa faccenda, e perche' Sheldom Brown abbia scritto che anche secondo lui questo tipo di cerchio sia ideale per il ciclo-turismo.

La cosa brutta e' che nessuno cita mai dati scientifici. Chesso' .... una bella prova su strada, installando accellerometri MEMS ( o una IMU ) sulla forcella, e sul manubrio.

Un bel giro in bici, stessa bici, stesso pilota, stesso percorso (di non meno di 60Km), purtroppo diversi penumatici per forza di cose, una volta con cerchi in alluminio, una volta con cerchi in legno, e a terra si confrontano poi i dati in modo oggettivo.

Ah ... forse e' chiedere troppo ...
 
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peppe59

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tutto bello, però nessuno risponde alla domanda iniziale, se nessuno ha mai usato i cerchi in legno perché avventurarsi in disquisizioni che nulla hanno a che fare con la domanda specifica?
io ho una libreria in ferro ed una in legno; posso considerarmi un esperto ?

(mannaggia, continuo a sperare che qualcuno abbia avuto esperienze, magari inq ualche test a eventi strani; ma niente...)
 

WNC2

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Dipende dalla domanda. E la domanda spesso dipende da tanti fattori, spesso sociali e culturali.

Penso alle macchinette del caffe a decanter, con bollitore, filtro, e macinino.

Se si guarda il mercato italiano, il grosso dell'interesse e' indiscutibilmente per la Moka.

Ne ho presa giusto una da 2 tazze l'alro giorno. Con 20 euro te la porti a casa, e non hai bisogno di altro.
Compri un pacco caffe macinato a grana fine, specifico per la Moka, e sei pronto.

La Moka e' piu' semplice, pratica, un solo "attrezzo" che fa il caffe.
Con l'altro metodo devi comprarti il caffe rigorosamente in chicchi, macinarlo al momeno, ed in tutto hai 5 oggetti da gestire, e pulire.

  1. bollitore e relativo termometro sonda (mai salire sopra 90 gradi)
  2. decanter in vetro
  3. filtro in acciaio inox a foratura fotolitografica per sgocciolatore (i filtri di carta sono usa e getta)
  4. sgocciolatore ad imbuto e/o con eventuale secondo sgocciolatore a chiocciola, in lattice
  5. macinino (che non va mai lavato, va soffiato)

Troppo tempo, troppo sbattimento! Assolutamente bocciata!

Se pero' prendiamo a riferimento culture asiatiche, la tendenza si inverte.

In Giappone vogliono addirittura macinini con lame in ceramica (che costa il doppio produrre), vogliono decanter con doppio sgocciolatore (piuttosto che filtri di carta), ed hanno la pazienza di metterci oltre 15 minuti (oltre 3 volte tanto) a preparare due tazze di caffe.

Sono fuori di cozza? Assolutamente no, perche' ci sono ovviamente vantaggi, cosi' come svantaggi.

Molto grossolanamente se da una parte con la Moka ci si mette poco tempo, e tutto sommato il caffe' non e' malaccio, dall'altra si ottiene un caffe che a livello bio-chimico e' decisamente meglio, decisamente superiore (e per certi ver molto diverso, piu' ricco di oli) persino all'expresso da bar.

C'e' tutto un discorso sul come si debba estrarre gli oli ... e ci sono diversi modi per farlo.

Se la tendenza prediligere la Moka, perche' costa poco e fa il suo porco lavoro in poco tempo, una azienda che producesse macinini con lame in ceramica, o decanter con sgocciolatore, vedrebbe una domanda cosi' bassa che non riuscirebbe a restare a galla, a meno di impennare i prezzi, trovando pero' chi e' disposto a spendere.

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Faccende "pli-com-cate" (complicate).

L'esempio che porti, come hai giustamente detto si riferisce a questioni di abitudine, e come hai detto appunto "culturali", nel mondo dello sport, penso che ci siano considerazioni oggettive e soggettive, magari c'è il personaggio "green" che sogna la bicicletta in legno ecosostenibili, e magari trova anche chi gliela fa, però poi il mercato dice che la bicicletta di legno o le ruote di legno letteralmente non esistono.

Penso che le ruote di legno, magari le puoi trovare sulla bici di un eccentrico a St. Tropez, che ha speso un capitale per comprarsi una bicicletta, monta le ruote di legno per andare in piazzetta a fare l'alternativo
 

DiTBho

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(mannaggia, continuo a sperare che qualcuno abbia avuto esperienze, magari inq ualche test a eventi strani; ma niente...)

Credo che il solo modo per rispondermi da solo sia assemblarmi un paio di ruote, applicare sensori, scrivere applicazioni ad-hoc, acquisire dati ed analizzarli.

So come falo, sono ing Elettronico, e sto seriamente valutando la cosa.
Cosa comprare, come assemblarlo (quali raggi, nippoli, rondelle, ecc), che come misurarlo e confrontarlo.

Sono circa 1K euro in tutto, tra ruote ed attrezzatura.
Al momento sono impegnato con altri progetti.
Quindi ho poco budget e tempo.

Ad occhio, casini di lavoro e viaggi che mi tocchera' fare, se si fa, sara' ri-pianificato per Novembre 2024.
Con il rischio poi di non poter fare prove su strada causa maltempo.

Alla peggio ci sono sempre i rulli, attrezzati con sollecitazioni stradali simulate e controllate.

Boh, vedremo.
 
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Ghisallo ha dichiarato non piu' di 1000 unita' l'anno.

Considerando che il 70% finisce all'estero, dove apprezzano l'artigianato italiano, in italia ci sono veramente pochi utilizzatori, quindi ancora meno dati e feedback.
 

paoloderapage

Pedivella
21 Luglio 2023
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Ghisallo ha dichiarato non piu' di 1000 unita' l'anno.

Considerando che il 70% finisce all'estero, dove apprezzano l'artigianato italiano, in italia ci sono veramente pochi utilizzatori, quindi ancora meno dati e feedback.
considerando la quantità di bici e pezzi di nicchia che si vedono sul forum anche 100 pezzi l'anno sul mercato italiano non sarebbero pochi....
piuttosto sembra che siano prodotti che ovviamente non interessano per niente ai ciclisti ''sportivi''.
 
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Fighissima, si addice al personaggio, però poi i due viaggi in Sudamerica li ha fatti con una bicicletta in titanio

eh, se parliamo di endurance, non c'e' niente di meglio, secondo me, del titanio di grado5, o del grado9 con elementi critici (tubo sterzo, tubo movimento centrale) in grado5.
(tipo Litespeed Classic del 1997/1998, piuttosto che spendere il doppio per una Vortex o Ultimate)

Secondo me, gli elementi in legno hanno applicazioni ciclo-turistiche, dove il vantaggio e' sia a livello psicologico (il legno, non so, ma pare dare benessere tattile e visivo (1)), ma se e' vero che assorbe meglio vibrazioni, allora offre oggettivamente anche benessere bio-meccanico alle articolazioni di polsi (in presa alta), gomiti, spalle, clavicole, fin giu', passando dalla alla colonna, alle ultime vertebre che sono per altro quelle piu' a rischio infiammazioni e/o ernie.


(1) tesi di alcuni artigiani del legno, e di alcuni architetti che lavorano con artigiani del legno.
Tra gli esempi piu' economici, p.e. la ciclo-turist minimal "Mediterraneo" (clicca) di Artemest.
(non condivido questo design, pero' ... c'e', e ne prendo atto. )
 

DiTBho

Novellino
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considerando la quantità di bici e pezzi di nicchia che si vedono sul forum anche 100 pezzi l'anno sul mercato italiano non sarebbero pochi....
piuttosto sembra che siano prodotti che ovviamente non interessano per niente ai ciclisti ''sportivi''.

Infatti non vanno bene ne ai velocisti, ne a chi fa salite (e discese, questo perche' l'efficienza dei rim-brake e' ... meh).

Questo tipo di ciclista sportivo non puo' che trovare vantaggioso il carbonio fasciato in tutte le sue declinazioni.
Dal telaio, ai cerchi, e per un motivo molto semplice: sia che tu voglia accelelrare massa nel minor tempo possibile, sia che tu voglia ottimizzare le energie durante una scalata, e' la massa che devi ottimizzare, e non c'e' nulla di meglio del carbonio fasciato in questo caso.

Dico "fasciato", perche', nemmeno a farlo apposta, in questo momento sto lavorando sul carbonio monoscocca di una C4/AirOne.
Sono all'aperto perche' la puzza di resina e' piuttosto fastidiosa, e sto dando le ultime mani, cosi' poi finalmente la do via.

Quella bici, non si dica mai che non ho "provato di tutto", e' una cosa che nel 1992 significava appiccicare 572 foglietti di carbonio dentro uno stampo, tutti nel modo corretto, poi stendere resina di struttura, a mano, chiudere lo stampo, infilarlo in una autoclave a pressione e temperatura controllate, e pregare di non aver commesso errori.

Il risultato era un blocco unico di carbonio, da stuccare qui a le, da spennellare con resina protettiva, perche' la resina di struttura ha la pessima abitudine di reagire con i raggi UV diventando tipo patatine San Carlo.

Sta roBBa permetteva di fare design impossibili con acciaio, alluminio, e titano, ma era decisamente pesante (e per certi versi fragile), ed ecco uno strano esempi di "carbonio" che non interessa per nulla ai ciclisti "sportivi".

Ironico, no? :D
 

madqwerty

Apprendista Scalatore
7 Maggio 2007
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Chivasso (TO)
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Cannondale Supersix Evo - Bergamont Grandurance - Rose X-LITE
Secondo me, gli elementi in legno hanno applicazioni ciclo-turistiche, dove il vantaggio e' sia a livello psicologico (il legno, non so, ma pare dare benessere tattile e visivo (1)), ma se e' vero che assorbe meglio vibrazioni, allora offre oggettivamente anche benessere bio-meccanico
sinceramente non capisco "di che stiamo a parlà" ;nonzo%
parti chiedendo feedback su una precisa e specifica loro qualità, ti rispondono OT che i cerchi in legno si sono sostanzialmente estinti circa 90anni fa, anzi, ti eri già risposto fa solo, adesso elucubri tu stesso sul perchè e il percome..

anche io trarrei benessere tattile e visivo dall'avere una Ferrari SF90 in garage, però ho una Ford Focus che in comune ha il numero di ruote e le F maiuscole, e manco la tengo in garage perchè non ci sta..

chi fa cicloturismo serio vuole prima di tutto un mezzo "no question" sul fronte affidabilità/robustezza, e ancor più un mezzo facilmente/velocemente riparabile se si rompe, quindi fatto con componenti il più possibile diffusi e conosciuti dove andranno a pascolare, non credo che il legno rientri nel recinto ;)