A questo punto a me interessa il giusto...
non l'ho proprio capita ...
A questo punto a me interessa il giusto...
Volevo dire che a questo punto non mi interessa come ha vinto il campionato italiano e com'era quando è stato decisivo alle Olimpiadi di Atene per Bettini. Non mi piace rivangare il passato.
non l'ho proprio capita ...
1) Organismo internazionale non legato a interessi nazionali o di sponsor a dirigire i controlli antidoping.
2) Per i dopati squalifica a vita (senza possibilità di correre neppure a livello amatoriale) con obbligo di restituire premi in denaro e stipendio.
Utopia?
Allora doping libero.
1) Organismo internazionale non legato a interessi nazionali o di sponsor a dirigire i controlli antidoping.
lo paghi tu?
chi decide chi ne fa parte?
Michele
Il problema soldi non esiste, sponsor che vogliono legarsi ad un ciclismo pulito si trovano, vi rendete conto quanta gente guarda il Tour in tutto il mondo nonostante tutto?
oh ma di meglio da fare non avete mica, eh?
mi sembrate peggio delle perpetue più becere, inacidite dagli anni e dall'invidia.
E tu invece hai meglio da fare?
guarda che si bombano per non perdere le ruote del gruppo...
e per non finire fuori tempo massimo
altrimenti la " paghetta" non arriva
Carriera finita.
C'è una serie di differenze sostanziali che legano questo sport "povero" sotto tutti i punti di vista, anche strutturali rispetto ad altri sport di squadra e individuali:
1. le squadre, non hanno il "cartellino" del corridore. di conseguenza non succede come nel calcio, che una volta che un atleta giovane cresce, si valorizza e lo vendono e con quei soldi creano una squadra di altri atleti promettenti. Guardate gli esempi di Grosso che dal Palermo è passato all'Inter (e dopo se ne è andato dopo un anno cosi cosi): chi l'ha "allevato" hai poi "incassato" dalla vendita alla grande squadra e quindi è ritornata dell'investimento e lo ha fortemente valorizzato. Cosi dovrebbe essere nel ciclismo. Squadre con brava gente che da una vita sbarca il lunario e investe su corridori giocani come Reverberi (Panaria) e Savio (Selle Italia), poi faticano, perchè quando arriva una squadra Top piena di soldi, gli sfilano il campioncino e a loro non va nulla. Si dovrebbe trovare un qeuilibrio che permetta maggior introiti alle squadre, senza che debbano dipendere di soli sponsor. Ditemi, Ballan non lo voleva nessuno quando è passato prof. Ora la Lampre, probabilmente non potrà tenerlo per l'ingaggio alto per il prossimo anno, e non avrà nessun guadagno dopo averlo lanciato in questi anni. Vi pare giusto?
2. stesso discorso per quanto riguarda gli introiti di altra fonte: non si pagano biglietti per vedere le corse (allo stadio e nei circuiti si) e non si incassa da parte delle squadre nessun diritto televisivo (fonte primaria nel calcio e in F.1 ma anche in altri sport). Di conseguenza, si ingrassano gli organizzatori e l'UCI, e i team,...... fanno fatica a pagare gli stipendi. Se poi lo sponsor è insolvente (Aurum con Santoni), salta tutta la squadra. E i corridori alla fine pagano per tutti
3. Non c'è Marketing. Il mondo del ciclismo ha una grossa malattia: sono tutti EX. Tecnici, organizzatori, Team Manager, commentatori, presidenti di associazioni (ce ne sono non so quante)... ma tutti accumunati da un fattore: sono tutti ex cliclisti. Una sorta di casta. Non ci sono personaggi che vengono da fuori, manager di provata esperienza e affidabilità. Si gestiscono budget da 10 milioni di euro, e fino a poco tempo fa........... si correva e magari anche male e dopati! Serve professionalità, competenza, capacità di gestione.... insomma tutto ciò che manca. L'unico che sento parlare alle volte in tali termini è Volpi, che appesa la bici al chiodo, ha preso un master in marketing sportivo.
4. serve maggior visibilità... ma in positivo. Oggi ha vinto un italiano (Bennati) di una squadra italiana (lampre). Nessun TG ne ha parlato. Negli ultimi due gg. per il tris Vino + Moreni + Rasmussen, tutti ne parlavano.... Al di là delle nostre battute, non è con i Sgarbossa che gli sponsor possono investire........ mi spiace.
Tutto ciò per dire, che la riflessione va ben oltre al doping.... il sistema è "malato" a livello strutturale. tanto per iniziare, seriverebbe gente nuova. Se pretendiamo che siano puliti, non possiamo pensare che lo siano quando i Team Manager sono coloro che negli anni 80 e 90 ne hanno fatte di tutti i colori.
Il ciclismo è uno sport professionistico in mano a dei dilettanti: mancanza di organizzazione, grossolanità, approssimazione e incapacità nel comunicare sono all'ordine del giorno. Si vivacchia nell'attesa di un qualche Eroe che con le sue imprese sappia dare uno sprazzo di luce e di visibilità (positiva)
quoto vivabruseghin al 20000%
Il ciclismo è uno sport professionistico in mano a dei dilettanti: mancanza di organizzazione, grossolanità, approssimazione e incapacità nel comunicare sono all'ordine del giorno. Si vivacchia nell'attesa di un qualche Eroe che con le sue imprese sappia dare uno sprazzo di luce e di visibilità (positiva)
A sentire certe storie di disorganizzazione (vedi rabobank che non sa dove sia un suo corridore) mi sembra di tornare ai tempi del servizio civile, periodo durante il quale sono stato allenatore di una squadretta di calcio a 11. Nel torneo disputato ogni tanto una squadra non si presentava, oppure mancava l'arbitro oppure gli avversari erano in 6... E magari scappava pure la penalizzazione se, mancando l'arbitro, le due squadre non disputavano lo stesso l'incontro..
Il ciclismo lo vedo poco più "evoluto" ...
parole sante!C'è una serie di differenze sostanziali che legano questo sport "povero" sotto tutti i punti di vista, anche strutturali rispetto ad altri sport di squadra e individuali:
1. le squadre, non hanno il "cartellino" del corridore. di conseguenza non succede come nel calcio, che una volta che un atleta giovane cresce, si valorizza e lo vendono e con quei soldi creano una squadra di altri atleti promettenti. Guardate gli esempi di Grosso che dal Palermo è passato all'Inter (e dopo se ne è andato dopo un anno cosi cosi): chi l'ha "allevato" hai poi "incassato" dalla vendita alla grande squadra e quindi è ritornata dell'investimento e lo ha fortemente valorizzato. Cosi dovrebbe essere nel ciclismo. Squadre con brava gente che da una vita sbarca il lunario e investe su corridori giocani come Reverberi (Panaria) e Savio (Selle Italia), poi faticano, perchè quando arriva una squadra Top piena di soldi, gli sfilano il campioncino e a loro non va nulla. Si dovrebbe trovare un qeuilibrio che permetta maggior introiti alle squadre, senza che debbano dipendere di soli sponsor. Ditemi, Ballan non lo voleva nessuno quando è passato prof. Ora la Lampre, probabilmente non potrà tenerlo per l'ingaggio alto per il prossimo anno, e non avrà nessun guadagno dopo averlo lanciato in questi anni. Vi pare giusto?
2. stesso discorso per quanto riguarda gli introiti di altra fonte: non si pagano biglietti per vedere le corse (allo stadio e nei circuiti si) e non si incassa da parte delle squadre nessun diritto televisivo (fonte primaria nel calcio e in F.1 ma anche in altri sport). Di conseguenza, si ingrassano gli organizzatori e l'UCI, e i team,...... fanno fatica a pagare gli stipendi. Se poi lo sponsor è insolvente (Aurum con Santoni), salta tutta la squadra. E i corridori alla fine pagano per tutti
3. Non c'è Marketing. Il mondo del ciclismo ha una grossa malattia: sono tutti EX. Tecnici, organizzatori, Team Manager, commentatori, presidenti di associazioni (ce ne sono non so quante)... ma tutti accumunati da un fattore: sono tutti ex cliclisti. Una sorta di casta. Non ci sono personaggi che vengono da fuori, manager di provata esperienza e affidabilità. Si gestiscono budget da 10 milioni di euro, e fino a poco tempo fa........... si correva e magari anche male e dopati! Serve professionalità, competenza, capacità di gestione.... insomma tutto ciò che manca. L'unico che sento parlare alle volte in tali termini è Volpi, che appesa la bici al chiodo, ha preso un master in marketing sportivo.
4. serve maggior visibilità... ma in positivo. Oggi ha vinto un italiano (Bennati) di una squadra italiana (lampre). Nessun TG ne ha parlato. Negli ultimi due gg. per il tris Vino + Moreni + Rasmussen, tutti ne parlavano.... Al di là delle nostre battute, non è con i Sgarbossa che gli sponsor possono investire........ mi spiace.
Tutto ciò per dire, che la riflessione va ben oltre al doping.... il sistema è "malato" a livello strutturale. tanto per iniziare, seriverebbe gente nuova. Se pretendiamo che siano puliti, non possiamo pensare che lo siano quando i Team Manager sono coloro che negli anni 80 e 90 ne hanno fatte di tutti i colori.
Non dei dilettanti, ma come dice giustamente bruseghin, degli EX.
Senza offesa, ma nella maggior parte dei casi è gente che non sa nemmeno da dove cominciare per sfruttare il patrimonio del ciclismo. Gente che gestisce l'immagine di uno sport allo stesso modo in cui si gestiva in gruppo: con la legge delle leggi non scritte.
Il resto come dice gianfra è attesa dell'eroe. E quando non c'è lo si crea.