Intendevo dire che prima o poi si arriva ai propri limiti (un amatore magari fa pure presto ad arrivarci) ed allora cercare i marginal gains togliendo grosse fette di tempo ad altre attività (familiari, sociali) può essere controproducente, non dico per le prestazioni, ma per sentirsi bene con se stessi (ciò varia molto da persona a persona e questo ognuno lo sa per sé). Anche perché i risultati di un amatore vanno sempre inquadrati per quello che sono. Se in una GF invece di arrivare 25esimo arrivo 10°, però ho fatto sacrifici che mi sono pesati molto, ho sacrificato anche gli affetti, questo nella vita cosa mi da in più, a parte la soddisfazione effimera del momento? Se io una salita invece di farla ai 25 la faccio ai 28, riceverò qualche complimento su Strava, ma tutto finisce lì, se la mia vita è insoddisfacente tale rimane, magari trarrei più giovamento rivolgendomi anche ad altri interessi, tipo studiare le lingue, visitare musei, ecc. (faccio ipotesi a caso). Logicamente con un discorso del genere vado a sparare nel mucchio a casaccio, io sono il primo ad essere soddisfatto di qualche risultato che ritengo buono per le mie capacità, ma se devo rifiutare una serata in compagnia per paura l'indomani di non allenarmi come mi allenerei andando a letto alle 10, beh non sarei d'accordo (sebbene mi sia pentito di qualche serata prima di un giro in bici già programmato
). Questo ovviamente se la compagnia mi aggrada sennò preferisco la bici 
Sono del parere che certi sacrifici vanno bene quando hai 16 anni e puoi puntare in alto, ma quando ormai quel treno è passato è facile esagerare in cambio di poco o nulla... Magari periodi del genere li abbiamo passati tutti o comunque tanti, l'importante è non incaponirsi 