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Metodologie di allenamento
Allenamento polarizzato
Testo
<blockquote data-quote="Roberto Massa" data-source="post: 5671151" data-attributes="member: 20890"><p>Come principio generale posso darti una risposta affermativa, nella periodizzazione e strutturazione poi di carichi che sono differenti poiché differenti sono i livelli, gli obiettivi, le disponibilità orarie e i calendari la variabilità tra atleti è ovviamente ampia.</p><p></p><p>Un punto cardine di questa impostazione è quello di rispettare rigorosamente la combinazione di volume+intensità "leggere"/metaboliche per poi poter rendere al meglio quando i carichi invece sono più intensi (e non intermedi o "sweet").</p><p> E' infatti spesso un errore tipico quello di incrementare ciò che è "facile" proprio perché "facile" con il rischio però sia a breve (nella seduta stessa) che a lungo termine (nel sommare questi extra) di avere un decadimento lì dove il carico, per essere pienamente efficiente e stimolo allenante, deve avere una elevata qualità.</p><p>Questo significa a) rendere FUNZIONALE la quota di maggior volume/minor intensità, in parole povere non rendere la quota volume/"minor intensità" ferma a sé stante o protratta per più gg o settimane b) incrementare l'impatto metabolico (efficienza, economia anche in termini di miscela energetica) di un incremento di volume meno intenso rispetto ad un approccio più "unimodale" (incentrato su, utilizzando riferimenti Coggan, dominio compreso tra Z3 e SST, <FTP) c) ridurre la stagnazione data dal suddetto carico unimodale se protratto per tempi eccessivamente lunghi (considerando anche che adattamenti in tal senso spesso si raggiungono anche in tempi brevi) d) promuovere una maggior "freschezza" e brillantezza nell'impatto con carichi e intensità (più) elevati rispetto a quanto avviene con l'approccio unimodale (dove il volume è appunto prevalente su intensità "intermedie" appena indicate).</p><p>Un approccio polarizzato non esclude però, a priori, queste intensità (unimodali) ma comporta, almeno questa è la mia personale impostazione, una revisione in blocchi in cui determinate fasi della stagione RICHIEDONO la ripresa e richiami ANCHE di queste intensità (in sostituzione spesso di quelle più elevate) per poi avvicinarsi ad una "periodizzazione" più vicina ad una maggior polarizzazione in altre fasi.</p><p>Tornando sul principio di specificità questo non viene perso in quanto l'incremento della prestazione è promosso non solo (e anzi in maniera spesso limitata) da una maggior "estensione" del carico sostenibile (su cui incide in modo più marcato un carico unimodale) ma sull'incremento delle capacità aerobiche massimali del soggetto. Uno stimolo più proficuo su intensità massimali, se in volumi corretti e adeguati, (può) promuove(re) l'innalzamento di questa capacità e di conseguenza anche un possibile maggior margine per poter gestire un carico submassimale.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Roberto Massa, post: 5671151, member: 20890"] Come principio generale posso darti una risposta affermativa, nella periodizzazione e strutturazione poi di carichi che sono differenti poiché differenti sono i livelli, gli obiettivi, le disponibilità orarie e i calendari la variabilità tra atleti è ovviamente ampia. Un punto cardine di questa impostazione è quello di rispettare rigorosamente la combinazione di volume+intensità "leggere"/metaboliche per poi poter rendere al meglio quando i carichi invece sono più intensi (e non intermedi o "sweet"). E' infatti spesso un errore tipico quello di incrementare ciò che è "facile" proprio perché "facile" con il rischio però sia a breve (nella seduta stessa) che a lungo termine (nel sommare questi extra) di avere un decadimento lì dove il carico, per essere pienamente efficiente e stimolo allenante, deve avere una elevata qualità. Questo significa a) rendere FUNZIONALE la quota di maggior volume/minor intensità, in parole povere non rendere la quota volume/"minor intensità" ferma a sé stante o protratta per più gg o settimane b) incrementare l'impatto metabolico (efficienza, economia anche in termini di miscela energetica) di un incremento di volume meno intenso rispetto ad un approccio più "unimodale" (incentrato su, utilizzando riferimenti Coggan, dominio compreso tra Z3 e SST, <FTP) c) ridurre la stagnazione data dal suddetto carico unimodale se protratto per tempi eccessivamente lunghi (considerando anche che adattamenti in tal senso spesso si raggiungono anche in tempi brevi) d) promuovere una maggior "freschezza" e brillantezza nell'impatto con carichi e intensità (più) elevati rispetto a quanto avviene con l'approccio unimodale (dove il volume è appunto prevalente su intensità "intermedie" appena indicate). Un approccio polarizzato non esclude però, a priori, queste intensità (unimodali) ma comporta, almeno questa è la mia personale impostazione, una revisione in blocchi in cui determinate fasi della stagione RICHIEDONO la ripresa e richiami ANCHE di queste intensità (in sostituzione spesso di quelle più elevate) per poi avvicinarsi ad una "periodizzazione" più vicina ad una maggior polarizzazione in altre fasi. Tornando sul principio di specificità questo non viene perso in quanto l'incremento della prestazione è promosso non solo (e anzi in maniera spesso limitata) da una maggior "estensione" del carico sostenibile (su cui incide in modo più marcato un carico unimodale) ma sull'incremento delle capacità aerobiche massimali del soggetto. Uno stimolo più proficuo su intensità massimali, se in volumi corretti e adeguati, (può) promuove(re) l'innalzamento di questa capacità e di conseguenza anche un possibile maggior margine per poter gestire un carico submassimale. [/QUOTE]
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