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Allenamento
Metodologie di allenamento
Allenamento polarizzato
Testo
<blockquote data-quote="Fleappo" data-source="post: 5676870" data-attributes="member: 33748"><p>Ho letto alcuni articoli citati in questa discussione.</p><p></p><p>Il metodo di allenamento é molto interessante, personalmente però lo reputo un metodo che é più indirizzato verso individui con una ottima base di partenza(ciclisti che si allenano da molti anni), individui magari geneticamente dotati(che possono quindi raggiungere un determinato livello dopo pochi anni di pedalate) ed atleti di medio-alto livello agonistico. In buona sostanza, il 20-30% circa della popolazione ciclistica.</p><p>Quelli che in buona sostanza hanno una ampia capacità di lavorare in Z1-Z2 e oltre la Z4, quindi anche con un sistema cardiovascolare efficiente che non ti tenga al gancio anche nella fase di recupero della 5&#730; ripetuta.</p><p></p><p>Lo reputo inoltre adatto a chi ha diverse ore settimanali da dedicare alla bici (sicuramente non meno di 8h) e soprattutto, lo ritengo utile come metodo di allenamento nella fase di "mantenimento" (quel periodo dove hai diverse gare, e durante la settimana non devi ne caricare troppo, ne pedalare troppo piano) piuttosto che nella fase di potenziamento...Ma é chiaro che non é un metodo da utilizzare tutto l'anno e soprattutto in inverno.</p><p></p><p>Sono comunque convinto che l'allenamento in Z3 sia molto importante per i ciclisti di qualsiasi livello, ma soprattutto per coloro che non hanno possibilità di sviluppare un volume di ore settimanali importante (superiore alle 8h) dato che, specie nei mesi di recupero e in quelli invernali, la Z3 permette di migliorare la base di resistenza (Carmitchael, Hunter e Allen).</p><p></p><p>Se ci fate caso, tutti gli articoli citati basano le proprie conclusioni su atleti di alto livello, l'articolo di The Athletic Time Machine addirittura lo definisce un metodo che "funziona con atleti World-class" e molti di loro "già lo fanno(anche se non lo sanno)". </p><p>Non é sbagliato prendere e discutere ciò che un pro fa, é sbagliato prenderlo e applicarlo alla lettera a se stessi. L'atleta saggio (e/o il buon preparatore) é colui che trova l'applicabilità e la funzionalità di ciò che fanno il pro nella sua vita atletica.</p><p></p><p>Saluti.<img src="/forum/styles/uix/xenforo/smilies_vb/beer.gif" class="smilie" loading="lazy" alt="o-o" title="Beer o-o" data-shortname="o-o" /></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Fleappo, post: 5676870, member: 33748"] Ho letto alcuni articoli citati in questa discussione. Il metodo di allenamento é molto interessante, personalmente però lo reputo un metodo che é più indirizzato verso individui con una ottima base di partenza(ciclisti che si allenano da molti anni), individui magari geneticamente dotati(che possono quindi raggiungere un determinato livello dopo pochi anni di pedalate) ed atleti di medio-alto livello agonistico. In buona sostanza, il 20-30% circa della popolazione ciclistica. Quelli che in buona sostanza hanno una ampia capacità di lavorare in Z1-Z2 e oltre la Z4, quindi anche con un sistema cardiovascolare efficiente che non ti tenga al gancio anche nella fase di recupero della 5˚ ripetuta. Lo reputo inoltre adatto a chi ha diverse ore settimanali da dedicare alla bici (sicuramente non meno di 8h) e soprattutto, lo ritengo utile come metodo di allenamento nella fase di "mantenimento" (quel periodo dove hai diverse gare, e durante la settimana non devi ne caricare troppo, ne pedalare troppo piano) piuttosto che nella fase di potenziamento...Ma é chiaro che non é un metodo da utilizzare tutto l'anno e soprattutto in inverno. Sono comunque convinto che l'allenamento in Z3 sia molto importante per i ciclisti di qualsiasi livello, ma soprattutto per coloro che non hanno possibilità di sviluppare un volume di ore settimanali importante (superiore alle 8h) dato che, specie nei mesi di recupero e in quelli invernali, la Z3 permette di migliorare la base di resistenza (Carmitchael, Hunter e Allen). Se ci fate caso, tutti gli articoli citati basano le proprie conclusioni su atleti di alto livello, l'articolo di The Athletic Time Machine addirittura lo definisce un metodo che "funziona con atleti World-class" e molti di loro "già lo fanno(anche se non lo sanno)". Non é sbagliato prendere e discutere ciò che un pro fa, é sbagliato prenderlo e applicarlo alla lettera a se stessi. L'atleta saggio (e/o il buon preparatore) é colui che trova l'applicabilità e la funzionalità di ciò che fanno il pro nella sua vita atletica. Saluti.o-o [/QUOTE]
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