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Il cardio è un parametro in più per valutare l'attività. Da solo ovviamente ha dei limiti perché non dà nessuna indicazione degli sforzi anaerobici. La potenza da sola ha anch'essa dei limiti, perché non dà indicazioni sullo stato del metabolismo aerobico.


Se analizzata con cura nel dettaglio, la potenza potrebbe fornire molte più informazioni e alcuni suoi limiti possono essere superati. Il problema è che dipende come la analizzi, e se la analizzi male per trarne statistiche generali, i limiti rimangono.


Esempio: uscita di 2 ore, principalmente tutta lenta in z2, ondulata, spesso ti alzi in piedi e spingi in z5 per diversi secondi, ma molli comunque sempre prima di arrivare in soglia.


Risultato: se analizzi solo la potenza in generale, potresti dire di aver fatto un giro in z2 con quasi una decina di minuti in z5. Se analizzi solo il cardio, magari viene fuori che hai fatto un giro in z2 con un po' di z3. Qual è l'analisi giusta? Nessuna delle due descrive la situazione reale. Bisogna per forza considerare entrambi i parametri nel complesso, oppure analizzare la potenza in modo diverso.


A me interessa particolarmente il cardio perché lo collego maggiormente ad un indice di "fatica generale", o sistemica, non so come chiamarla. Per dire, se mi dicono che Van der Poel fa ripetute da 1 minuto in z5, mi dice poco. Se mi dicono la pecentuale dei watt rispetto a ftp, mi dice comunque poco. Mi interesserebbe molto di più sapere a quanti battiti arriva alla fine della ripetuta, rispetto ai suoi battiti di soglia o massimi.


Poi ovviamente esiste anche una fatica più "periferica", quella che senti sulle gambe quando te le demolisci in anaerobico, principalmente da accumulo di acido, un tipo di fatica che il cardio non può rilevare, mentre il power meter può essere di aiuto.