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André Drege morto tragicamente al giro d'Austria
Testo
<blockquote data-quote="martin_galante" data-source="post: 7553247" data-attributes="member: 108600"><p>Infatti il pericolo viene soprattutto dalla scarsa previdibilita' della frenata, non dalla sua efficacia. Un ciclista prende rischi quando il rapporto vantaggio/rischio e' molto alto. Una frenata poco prevedibile (es in caso di pioggia) fa si che rischiare paga molto (si guadagna molto tempo prendendo qualche rischio in piu'). Invece in condizioni di grande prevedibilita', e' abbastanza chiaro dove sta il limite, e basta tenersi poco sotto di esso per evitare errori. Per me l'idea che freni migliori rendano per se' la corsa piu' pericolosa e' sbagliata. Infatti le gare si sospendono quando piove ed in discesa si va piu' piano. Imagginate il comunicato "a causa delle condizioni di strada asciutta ed asfalto ideale, la tappa odierna e' annullata perche' la discesa e' in condizioni troppo buone".</p><p></p><p></p><p></p><p>Secondo me questa e' un'idea. Semplicissima da attuare, anche se implica un certo controllo sulle posizioni aero estreme, perche' ci sarebbero molte occasioni per utilizzarle. E' anche un fattore che va contro la anoressizzazione del ciclismo.</p><p></p><p></p><p>Su questi punti sono meno d'accordo. 2) e 3) come dici, sono lontane dall'essere praticabili. per la 1), un conto e' il tour de france (cui si puo' chiedere di intervenire anche sull'arredamento urbano, di avere mezzi e uomini per mettere in sicurezza il percorso) o magari un UAE tour (che dispone di fondi ma soprattutto di strade di per se' ideali dal punto di vista sicurezza). Un conto sono la miriade di corse minori, c'e' il rischio di separare il ciclismo in due, con gli organizzatori che fanno gia' un gran fatica a tenere in piedi tante gare, e di conseguenza i ciclisti amatori o i pro meno quotati a partecipare ad eventi molto diversi da quelli che vanno in tv, e dove si continua a rischiare l'osso del collo.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="martin_galante, post: 7553247, member: 108600"] Infatti il pericolo viene soprattutto dalla scarsa previdibilita' della frenata, non dalla sua efficacia. Un ciclista prende rischi quando il rapporto vantaggio/rischio e' molto alto. Una frenata poco prevedibile (es in caso di pioggia) fa si che rischiare paga molto (si guadagna molto tempo prendendo qualche rischio in piu'). Invece in condizioni di grande prevedibilita', e' abbastanza chiaro dove sta il limite, e basta tenersi poco sotto di esso per evitare errori. Per me l'idea che freni migliori rendano per se' la corsa piu' pericolosa e' sbagliata. Infatti le gare si sospendono quando piove ed in discesa si va piu' piano. Imagginate il comunicato "a causa delle condizioni di strada asciutta ed asfalto ideale, la tappa odierna e' annullata perche' la discesa e' in condizioni troppo buone". Secondo me questa e' un'idea. Semplicissima da attuare, anche se implica un certo controllo sulle posizioni aero estreme, perche' ci sarebbero molte occasioni per utilizzarle. E' anche un fattore che va contro la anoressizzazione del ciclismo. Su questi punti sono meno d'accordo. 2) e 3) come dici, sono lontane dall'essere praticabili. per la 1), un conto e' il tour de france (cui si puo' chiedere di intervenire anche sull'arredamento urbano, di avere mezzi e uomini per mettere in sicurezza il percorso) o magari un UAE tour (che dispone di fondi ma soprattutto di strade di per se' ideali dal punto di vista sicurezza). Un conto sono la miriade di corse minori, c'e' il rischio di separare il ciclismo in due, con gli organizzatori che fanno gia' un gran fatica a tenere in piedi tante gare, e di conseguenza i ciclisti amatori o i pro meno quotati a partecipare ad eventi molto diversi da quelli che vanno in tv, e dove si continua a rischiare l'osso del collo. [/QUOTE]
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