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Allenamento
Metodologie di allenamento
Aumentare i Watt dopo i 50 anni
Testo
<blockquote data-quote="ciclettico" data-source="post: 5639081" data-attributes="member: 1915"><p>Eh, appunto. Mi pare la stessa cosa. Fatto 100 quello che usano il PM come strumento di allenamento (ed esclusi quelli che lo usano per altri scopi), 90 avrebbero un preparatore ciclistico e usano il PM per passargli i dati delle uscite. Mi pare un dato notevole, ma non avendo mai avuto un PM nè un preparatore atletico non faccio testo.</p><p></p><p>Comunque, siamo ancora in attesa di un metodo per aumentare i watt dopo i 50. Si parla, ma ancora non si vedono soluzioni risolutive <img src="/forum/styles/uix/xenforo/smilies_vb/icon_mrgreen.gif" class="smilie" loading="lazy" alt=":mrgreen:" title="Icon Mrgreen :mrgreen:" data-shortname=":mrgreen:" />.</p><p>In realtà a me, a regola non fregherebbe nulla di aumentare i watt, mi basterebbe aumentare la velocità (o meglio, diminuirla con dignità <img src="/forum/styles/uix/xenforo/smilies_vb/icon_frown.gif" class="smilie" loading="lazy" alt=":-(" title="Icon Frown :-(" data-shortname=":-(" />)... sempre che ci fosse un mezzo per farlo, ma non c'è.</p><p>In realtà un mezzo esiste, almeno in salita, e cioè calare di peso, ma questo è ovvio e anche più difficile.</p><p></p><p>Migliorare atleticamente in generale, dopo i 50, se si è già in buone condizioni da alcuni anni, con allenamenti regolari, che si facciano gare o no, suppongo sia impossibile, a meno di cambiamenti radicali nella vita che lascino più tempo libero per allenarsi e anche per riposarsi, oppure che in precedenza ci allenasse veramente molto poco o molto male.</p><p>Quello che si può fare è ottimizzare la preparazione in funzione di qualche obiettivo, finalizzandola in modo specifico e magari limitato nel tempo: ad esempio lavorare su una maggiore resistenza per portare a termine al meglio un percorso lungo e duro, o al contrario preparare una serie di gare (o uscite) brevi e intense, magari ravvicinate.</p><p>Insomma, si può ancora fare bene ma razionalizzando gli sforzi, sia in allenamento che in eventuali manifestazioni, agonistiche o no.</p><p></p><p>Il PM potrà certamente essere utile se si usa come supporto informativo affiancati da un preparatore, o anche da soli se ci sia appassiona alla scienza della preparazione. Non è certamente indispensabile, questo va detto, ma consente di evitare alcuni errori grossolani (anche se poi dà il via ad altri errori).</p><p></p><p>Vedo idee un po' primitive su forza, frequenza di pedalata, potenza, fiato, come se fossero componenti da allenare separatamente, quando invece sono singole componenti di un unico sistema.</p><p>Quello che noi dobbiamo ottimizzare è la potenza espressa sui pedali, che si sviluppa lavorando sui nostri valori critici, cioè stimolando cuore, polmoni, muscoli, composizione sanguigna, capacità di utilizzazione dell'ossigeno, e impegnandoli in esercitazioni che li mettano in crisi, il che (entro certi limiti) forzerà una supercompensazione e ci premierà con miglioramenti della potenza espressa, nelle condizioni che abbiamo allenato.</p><p>Salvo esercitazioni abbastanza specifiche (partenze da fermo con rapporto lungo, volate brevi), la forza vera e propria in bici non si allena (e di fatto non è neppure necessaria, come noto).</p><p></p><p>Anche le simil-FSR a 60 rpm o esercitazioni che apparentemente mettono in crisi le gambe come se la carenza fosse di forza, in realtà stimolano (in modo abbastanza particolare, cioè simulando l'affaticamento) la capacità dei muscoli di consumare ossigeno, che è il vero punto debole del ciclista, ed è quello che occorre allenare.</p><p></p><p>La potenza è il risultato dell'allenamento simultaneo di tutte le componenti elencate, e il risultato tangibile della potenza espressa sui pedali è una maggiore velocità in bici.</p><p>Quindi le cose più redditizie da fare sono quelle che riproducono le condizioni più realistiche, senza perdere tempo in esercitazioni cervellotiche (es. salite a 35 rpm, pianura a 130 rpm) che non riproducono le reali situazioni che ci mettono in crisi e che quindi vanno allenate.</p><p>Tuutavia, chi ha tempo e fantasia può inventare e proporre anche allenamenti nuovi, ma che lavorino sempre su qualità che siano utili E migliorabili (e qui suppongo starebbe la bravura e l'utilità di un preparatore).</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="ciclettico, post: 5639081, member: 1915"] Eh, appunto. Mi pare la stessa cosa. Fatto 100 quello che usano il PM come strumento di allenamento (ed esclusi quelli che lo usano per altri scopi), 90 avrebbero un preparatore ciclistico e usano il PM per passargli i dati delle uscite. Mi pare un dato notevole, ma non avendo mai avuto un PM nè un preparatore atletico non faccio testo. Comunque, siamo ancora in attesa di un metodo per aumentare i watt dopo i 50. Si parla, ma ancora non si vedono soluzioni risolutive :mrgreen:. In realtà a me, a regola non fregherebbe nulla di aumentare i watt, mi basterebbe aumentare la velocità (o meglio, diminuirla con dignità :-()... sempre che ci fosse un mezzo per farlo, ma non c'è. In realtà un mezzo esiste, almeno in salita, e cioè calare di peso, ma questo è ovvio e anche più difficile. Migliorare atleticamente in generale, dopo i 50, se si è già in buone condizioni da alcuni anni, con allenamenti regolari, che si facciano gare o no, suppongo sia impossibile, a meno di cambiamenti radicali nella vita che lascino più tempo libero per allenarsi e anche per riposarsi, oppure che in precedenza ci allenasse veramente molto poco o molto male. Quello che si può fare è ottimizzare la preparazione in funzione di qualche obiettivo, finalizzandola in modo specifico e magari limitato nel tempo: ad esempio lavorare su una maggiore resistenza per portare a termine al meglio un percorso lungo e duro, o al contrario preparare una serie di gare (o uscite) brevi e intense, magari ravvicinate. Insomma, si può ancora fare bene ma razionalizzando gli sforzi, sia in allenamento che in eventuali manifestazioni, agonistiche o no. Il PM potrà certamente essere utile se si usa come supporto informativo affiancati da un preparatore, o anche da soli se ci sia appassiona alla scienza della preparazione. Non è certamente indispensabile, questo va detto, ma consente di evitare alcuni errori grossolani (anche se poi dà il via ad altri errori). Vedo idee un po' primitive su forza, frequenza di pedalata, potenza, fiato, come se fossero componenti da allenare separatamente, quando invece sono singole componenti di un unico sistema. Quello che noi dobbiamo ottimizzare è la potenza espressa sui pedali, che si sviluppa lavorando sui nostri valori critici, cioè stimolando cuore, polmoni, muscoli, composizione sanguigna, capacità di utilizzazione dell'ossigeno, e impegnandoli in esercitazioni che li mettano in crisi, il che (entro certi limiti) forzerà una supercompensazione e ci premierà con miglioramenti della potenza espressa, nelle condizioni che abbiamo allenato. Salvo esercitazioni abbastanza specifiche (partenze da fermo con rapporto lungo, volate brevi), la forza vera e propria in bici non si allena (e di fatto non è neppure necessaria, come noto). Anche le simil-FSR a 60 rpm o esercitazioni che apparentemente mettono in crisi le gambe come se la carenza fosse di forza, in realtà stimolano (in modo abbastanza particolare, cioè simulando l'affaticamento) la capacità dei muscoli di consumare ossigeno, che è il vero punto debole del ciclista, ed è quello che occorre allenare. La potenza è il risultato dell'allenamento simultaneo di tutte le componenti elencate, e il risultato tangibile della potenza espressa sui pedali è una maggiore velocità in bici. Quindi le cose più redditizie da fare sono quelle che riproducono le condizioni più realistiche, senza perdere tempo in esercitazioni cervellotiche (es. salite a 35 rpm, pianura a 130 rpm) che non riproducono le reali situazioni che ci mettono in crisi e che quindi vanno allenate. Tuutavia, chi ha tempo e fantasia può inventare e proporre anche allenamenti nuovi, ma che lavorino sempre su qualità che siano utili E migliorabili (e qui suppongo starebbe la bravura e l'utilità di un preparatore). [/QUOTE]
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