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Metodologie di allenamento
Aumentare i Watt dopo i 50 anni
Testo
<blockquote data-quote="ciclettico" data-source="post: 6882014" data-attributes="member: 1915"><p>Riprendo questa discussione, che in passato aveva avuto spunti interessanti</p><p>Tanto per cominciare, il titolo è ottimistico: Aumentare i Watt dopo i 50 anni, così in generale senza focalizzazione su un determinato aspetto, è un obiettivo irrealistico, a meno che il soggetto non sia alle prime armi.</p><p>Chi ha 10 o più anni di bici alle spalle, e più di 50 anni, avrà scoperto che in bici ci si può ancora divertire parecchio, ma che le prestazioni atletiche sono in più o meno lieve declino (cosa che peraltro la scienza giustifica). Si va un po' meno forte di una volta, ma talvolta ancora niente male, specie se si circoscrivono un po' gli obiettivi (es. andare forte non sempre e non ovunque, ma magari su determinati percorsi, distanze o momenti dell'anno) e le aspettative (es. non pretendere di correre con i 25enni in forma, ma trovare dei compagni di uscita adeguati al proprio livello).</p><p>Un fattore che pare essere decisivo per non perdere cilindrata troppo velocemente sembra essere il non abbandonare del tutto uscite o allenamenti intensi, che vanno mantenuti, anche se con frequenza diminuita pena il mancato recupero cronico.</p><p></p><p>Ora abbiamo (quasi) tutti il powermeter, i rulli per l'inverno, magari qualche ambizione agonistica (anche se dopo la scorsa stagione di stacco più o meno totale, e quella entrante, chissà...), un minimo di tempo libero (altrimenti non andremmo in bici da diversi anni), ma che ci facciamo con questa dotazione? solo dei giri, allenamenti strutturati, una via di mezzo? se allenamenti sono, con quale schema? autogestito, con preparatore, con programmi online?</p><p></p><p>Io faccio 10-12.000 km annui e fino al 2019 ancora una decina di GF l'anno e qualche gara breve. Preparazione solo tardo invernale e completamente da autodidatta, ho il PM da 2 anni ma francamente non mi ha cambiato la vita, anche se mi consente di giocare un pò con i numeretti. Due uscite brevi infrasettimanali da < 1.5 ore, in pianura (dove abito), una uscita lunga il fine settimana (quella per cui ci si allena: 100-130 km, con il dislivello adeguato a stagione, forma e compagnia); il resto optional.</p><p>Pensavo di averci capito qualche cosa di allenamento, poi arrivano:</p><p></p><p>- polarizzazione</p><p>- modello CP/W'</p><p>- Z5-Z6 anche in inverno...</p><p></p><p>e mi rendo conto che non ci capisco più molto. D'altra parte essendo del '65 non posso pensare di fare quello che ho sempre fatto, altrimenti le prestazioni stagnano, e poi i compagni di uscita alzano la cresta...</p><p>Insomma, cosa deve fare un master che voglia rimanere in palla ancora per qualche anno, declinare con mooolta gradualità, e continuare ad infastidire :-) i compagni? darci di brutto con quelli che (una volta...) si chiamavano fuorisoglia?</p><p>.......</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="ciclettico, post: 6882014, member: 1915"] Riprendo questa discussione, che in passato aveva avuto spunti interessanti Tanto per cominciare, il titolo è ottimistico: Aumentare i Watt dopo i 50 anni, così in generale senza focalizzazione su un determinato aspetto, è un obiettivo irrealistico, a meno che il soggetto non sia alle prime armi. Chi ha 10 o più anni di bici alle spalle, e più di 50 anni, avrà scoperto che in bici ci si può ancora divertire parecchio, ma che le prestazioni atletiche sono in più o meno lieve declino (cosa che peraltro la scienza giustifica). Si va un po' meno forte di una volta, ma talvolta ancora niente male, specie se si circoscrivono un po' gli obiettivi (es. andare forte non sempre e non ovunque, ma magari su determinati percorsi, distanze o momenti dell'anno) e le aspettative (es. non pretendere di correre con i 25enni in forma, ma trovare dei compagni di uscita adeguati al proprio livello). Un fattore che pare essere decisivo per non perdere cilindrata troppo velocemente sembra essere il non abbandonare del tutto uscite o allenamenti intensi, che vanno mantenuti, anche se con frequenza diminuita pena il mancato recupero cronico. Ora abbiamo (quasi) tutti il powermeter, i rulli per l'inverno, magari qualche ambizione agonistica (anche se dopo la scorsa stagione di stacco più o meno totale, e quella entrante, chissà...), un minimo di tempo libero (altrimenti non andremmo in bici da diversi anni), ma che ci facciamo con questa dotazione? solo dei giri, allenamenti strutturati, una via di mezzo? se allenamenti sono, con quale schema? autogestito, con preparatore, con programmi online? Io faccio 10-12.000 km annui e fino al 2019 ancora una decina di GF l'anno e qualche gara breve. Preparazione solo tardo invernale e completamente da autodidatta, ho il PM da 2 anni ma francamente non mi ha cambiato la vita, anche se mi consente di giocare un pò con i numeretti. Due uscite brevi infrasettimanali da < 1.5 ore, in pianura (dove abito), una uscita lunga il fine settimana (quella per cui ci si allena: 100-130 km, con il dislivello adeguato a stagione, forma e compagnia); il resto optional. Pensavo di averci capito qualche cosa di allenamento, poi arrivano: - polarizzazione - modello CP/W' - Z5-Z6 anche in inverno... e mi rendo conto che non ci capisco più molto. D'altra parte essendo del '65 non posso pensare di fare quello che ho sempre fatto, altrimenti le prestazioni stagnano, e poi i compagni di uscita alzano la cresta... Insomma, cosa deve fare un master che voglia rimanere in palla ancora per qualche anno, declinare con mooolta gradualità, e continuare ad infastidire :-) i compagni? darci di brutto con quelli che (una volta...) si chiamavano fuorisoglia? ....... [/QUOTE]
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