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automobilisti Vs ciclisti (ancora - parte 2)
Testo
<blockquote data-quote="sembola" data-source="post: 7000755" data-attributes="member: 1912"><p>Voglio chiarire i miei messaggi precedenti, per evitare che ci siano fraintendimenti.</p><p></p><p>In Italia c'è una passione sfrenata per "la legge", come se legiferare potesse risolvere i problemi come per magia. Guardacaso abbiamo un corpus legislativo enorme ed i problemi sono ancora (quasi) tutti lì.</p><p></p><p>Una legge dovrebbe avere tre caratteristiche: essere CONDIVISA, essere APPLICABILE ed infine essere EFFICACE.</p><p></p><p>Condivisa perchè se una grande maggioranza non la ritene "giusta" non la rispetterà, vanificando qualsiasi obiettivo. Certo, si può sanzionare, ma quando non è uno da colpire per educarne cento ma gli educandi sono milioni è estremamente difficile che "uno" possa essere d'esempio. Anzi, probabilmente verrà rinforzato il concetto che la legge è ingiusta e meritevole di disapplicazione sostanziale. Faccio due esempi. La legge sul divieto di fumo nei locali pubblici e negli uffici è sostanzialmente rispettata da tutti, e se dovesse capitare un'infrazione una tantum non è difficile sanzionarla. L'altro è la festa per lo scudetto dell'Inter, se migliaia di persone decidono di ignorare una misura non c'è sanzione (ipotetica) che tenga.</p><p></p><p>Applicabile, nel senso che ciò che dispone deve essere oggettivamente fattibile e non una dichiarazione di intenti. Prendiamo la questione del metro e mezzo , non c'è NESSUN modo di misurarlo come si fa per la velocità con gli autovelox o per i semafori coi photored. Quindi non cambierebbe nulla e non ci sarebbe nessun modo di "punire chi si comporta in modo pericoloso", che era l'affermazione alla quale ho risposto. </p><p></p><p>Ed infine, la legge deve essere in grado di raggiungere l'obiettivo. La regola del metro e mezzo non impedirebbe di essere sfiorati e quindi non aumenterebbe la sicurezza stradale. Forse non aumenterebbe neppure la probabilità di avere ragione piena, perchè come ora l'automobilista può sostenere (con quanto successo è da vedere) che "il ciclista ha scartato bruscamente" ed ottenere un concorso di colpa, domani in tutte le strade le cui corsie sono più strette di 3,5 potrebbe sostenere che "non era possibile sorpassare e si doveva fermare" con lo stesso potenziale risultato.</p><p></p><p>Se poi il punto è punire chi si comporta male, ben venga. Ma la sicurezza stradale non si fa solo con le multe e coi processi, perchè comunque coinvolgono un numero infinitamente piccolo degli attori. Si fa con la cultura, convincendo le persone, e con le strutture, separando dove possbile i flussi di traffico. </p><p></p><p>E non so a voi, a me di sapere che chi chi stira un ciclista perde la patente o viene condannato a 5 anni di galera mi consola ben poco, se penso che poteva essere educato PRIMA a non uccidere DOPO.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="sembola, post: 7000755, member: 1912"] Voglio chiarire i miei messaggi precedenti, per evitare che ci siano fraintendimenti. In Italia c'è una passione sfrenata per "la legge", come se legiferare potesse risolvere i problemi come per magia. Guardacaso abbiamo un corpus legislativo enorme ed i problemi sono ancora (quasi) tutti lì. Una legge dovrebbe avere tre caratteristiche: essere CONDIVISA, essere APPLICABILE ed infine essere EFFICACE. Condivisa perchè se una grande maggioranza non la ritene "giusta" non la rispetterà, vanificando qualsiasi obiettivo. Certo, si può sanzionare, ma quando non è uno da colpire per educarne cento ma gli educandi sono milioni è estremamente difficile che "uno" possa essere d'esempio. Anzi, probabilmente verrà rinforzato il concetto che la legge è ingiusta e meritevole di disapplicazione sostanziale. Faccio due esempi. La legge sul divieto di fumo nei locali pubblici e negli uffici è sostanzialmente rispettata da tutti, e se dovesse capitare un'infrazione una tantum non è difficile sanzionarla. L'altro è la festa per lo scudetto dell'Inter, se migliaia di persone decidono di ignorare una misura non c'è sanzione (ipotetica) che tenga. Applicabile, nel senso che ciò che dispone deve essere oggettivamente fattibile e non una dichiarazione di intenti. Prendiamo la questione del metro e mezzo , non c'è NESSUN modo di misurarlo come si fa per la velocità con gli autovelox o per i semafori coi photored. Quindi non cambierebbe nulla e non ci sarebbe nessun modo di "punire chi si comporta in modo pericoloso", che era l'affermazione alla quale ho risposto. Ed infine, la legge deve essere in grado di raggiungere l'obiettivo. La regola del metro e mezzo non impedirebbe di essere sfiorati e quindi non aumenterebbe la sicurezza stradale. Forse non aumenterebbe neppure la probabilità di avere ragione piena, perchè come ora l'automobilista può sostenere (con quanto successo è da vedere) che "il ciclista ha scartato bruscamente" ed ottenere un concorso di colpa, domani in tutte le strade le cui corsie sono più strette di 3,5 potrebbe sostenere che "non era possibile sorpassare e si doveva fermare" con lo stesso potenziale risultato. Se poi il punto è punire chi si comporta male, ben venga. Ma la sicurezza stradale non si fa solo con le multe e coi processi, perchè comunque coinvolgono un numero infinitamente piccolo degli attori. Si fa con la cultura, convincendo le persone, e con le strutture, separando dove possbile i flussi di traffico. E non so a voi, a me di sapere che chi chi stira un ciclista perde la patente o viene condannato a 5 anni di galera mi consola ben poco, se penso che poteva essere educato PRIMA a non uccidere DOPO. [/QUOTE]
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