Benefici Z4 (soglia) vs Z5 (vo2max)

gioca63

Apprendista Velocista
18 Aprile 2009
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Ho appena sentito Giorgio Brambilla dire che il motore si sviluppa nell’adolescenza, dopo di che ci si tiene quello che si ha. In pratica conferma la mia teoria che allenarsi (da adulti) non serve quasi a un cazzo, e porta solo miglioramenti marginali. Diciamo che l’allenamento è l’arte del convincimento di poter migliorare. :mrgreen:
fatti due mesi senza usare la bici e poi ci dici se ti basta la genetica
 

valerio87

Apprendista Velocista
1 Giugno 2023
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bdc e gravel
Ho appena sentito Giorgio Brambilla dire che il motore si sviluppa nell’adolescenza, dopo di che ci si tiene quello che si ha. In pratica conferma la mia teoria che allenarsi (da adulti) non serve quasi a un cazzo, e porta solo miglioramenti marginali. Diciamo che l’allenamento è l’arte del convincimento di poter migliorare. :mrgreen:
se parliamo di ciclismo professionistico puo aver senso, prima inizi e meglio é , ma a livello amatoriale non é cosi, puoi ottenere grandi miglioramenti con allenamento e costanza, questi miglioramenti non ti porteranno a correre tra i professionisti ma ti permetteranno di toglierti tante soddisfazioni come ad esempio iniziare una salita farla a tutta ed arrivare su in cima con la forza ancora di pedalare.
 
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IlNigno

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13 Agosto 2010
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Ho appena sentito Giorgio Brambilla dire che il motore si sviluppa nell’adolescenza, dopo di che ci si tiene quello che si ha. In pratica conferma la mia teoria che allenarsi (da adulti) non serve quasi a un cazzo, e porta solo miglioramenti marginali. Diciamo che l’allenamento è l’arte del convincimento di poter migliorare. :mrgreen:
Forse in sport dove servono tecnica/abilità particolari. Ciclismo o podismo possono essere svolti in maniera corretta e con ottimi risultati anche cominciando da adulti. E non c'è bisogno di sentire Brambilla... :-)xxxx
 
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andry96

Ammiraglia
23 Luglio 2018
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Mtb, holdsworth competition, Favaloro, cervelo
Forse in sport dove servono tecnica/abilità particolari. Ciclismo o podismo possono essere svolti in maniera corretta e con ottimi risultati anche cominciando da adulti. E non c'è bisogno di sentire Brambilla... :-)xxxx
Vero e serve tanto allenamento, ma inevitabilmente chi ha iniziato da giovane ha una o due marce in più
 

bianco70

Scalatore
22 Agosto 2007
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Wilier 110 Air
volevo chiederti una cosa.

se ho ben capito , correggimi se sbaglio , dici semplificando al massimo da parte mia , di individuare i fattori limitanti e lavorarci .

ora io sono pieno di fattori limitanti , ok ma il punto e' che mi sembra , ripeto mi sembra che ho una zona di lavoro a cui rispondo (responder) e che sarebbe al limtite z2alta/z3bassa . ovvero tirando il collo al motore aerobico a quella intensita e con un certo volume ho , nel mio piccolo , ottenuto risultati. mentre anche a causa dell'eta' se cerco , come ho cercato di spingere sulla vo2max , non ho mai ottenuto miglioramenti , lo faccio solo per mantenere quel poco che ho.

quindi la domanda sarebbe , e' giusto lavorare o concerntrarsi sopratutto laddove si hanno tangibili miglioramenti ovvero dove l'organismo risponde?
Forse il problema che hai avuto lavorando ad intensità alte è dovuto al volume fatto in quelle zone
Va bene concentrarsi su quello,ma bisogna farlo per un tempo che sia poi sostenibile.
Anche per questo serve un piano complessivo ed equilibrato,che analizzi l'atleta e le sue esigenze ed obbiettivi globalmente.
 

pianpianello

Pignone
19 Dicembre 2020
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zona gialla
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cancello a pedali
Quando parlo di miglioramenti intendo miglioramenti assoluti, non relativi. Quelli relativi è ovvio che ci siano, ad esempio un amatore allenato male da 200 watt può migliorare e arrivare a 220, magari 240, e se non ha raggiunto il limite forse arrivare a 250, ma sono relativi al motore che ha, cioè scarso e che resterà scarso. Chi ha il motore forte quei 250 watt li spinge magari in riabilitazione dopo che si è rotto una gamba, e quando dopo appena qualche mese si riporta a regime magari supera già i 350 watt. Ma i 350 watt chi ha il motore scarso non li vedrà mai nemmeno col binocolo, nemmeno se segue tutti i migliori allenamenti del mondo, nemmeno se si riempie di EPO e trasfusioni di sangue col sangue di Armstrong. Invece chi ha il motore potente quei watt li vede già da adolescente quando corre con gli juniores. Da questo punto di vista quindi Brambilla ha ragione, e come ha detto lui dopo una certa età (che lui indica come l’adolescenza) il motore non si cambia, al massimo si cambia la marmitta e la carburazione.

Comunque questo discorso è offtopic, c’era una discussione divertente sulla genetica da qualche parte sul forum.
 
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canserbero

Fremen
17 Settembre 2017
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Quando si fa intensità per migliorare il motore aerobico, è meglio fare Z4 (soglia) o Z5 (a bombazza, vo2max)? Ci sono differenze, vantaggi e svantaggi, tra fare intensità in Z4 o Z5?

Il dubbio sulle differenze viene dal fatto che la Z5 è ovviamente estremamente stressante in generale, ti cuoce facilmente, e puoi starci molto poco in totale. Al contrario la Z4 è molto più tollerabile e ripetibile, anche da relativamente stanco e a fine giro la “voglia” di spingere in Z4 sull’ultima salitella magari la trovi. Quindi la Z4 sembra più conveniente, perché puoi accumulare molto tempo ad alta intensità con maggiore facilità. Ma con tutte le teorie nuove che ci sono oggi col polarizzato ho pure i dubbi contrari, cioè che la “scienza” abbia stabilito che oltre alla Z3 è meglio buttare via anche la Z4 e fare solo da Z5 in su.
In realtà Seiler in una delle N interviste che ha rilasciato ha sottolineato un aspetto secondo me fondamentale del polarizzare e che non crea una dicotomia Z2-Z5. In parole semplici, si può anche fare del medio nel polarizzato, certo non gli “intervallini” 3x15’ in sweet spot, basta che la durata, o la permanenza in zona, sia abbastanza prolungata. Del resto, se pensi il polarizzato lo si può applicare anche ad altri sport, come la corsa, dove il medio risulta fondamentale (mica corri una maratona a vo2max).
Per il resto, come sempre @all_i_need_is_bike ha spiegato egregiamente la questione che, nel mio umile modo di pensare semplifico in “tenere vive tutte le componenti, concentrandosi di conta in volta dove c’è più busogno (in base agli obiettivi)”.
grazie o-o
ad esempio i sistemi basati su dfa alpha1 li ritieni sensati e affidabili?
mi incuriosiva la cosa per andare un po' oltre al semplice talk test avendo già anche la fascia cardio polar adatta
Lo scorso inverno avevo usato l’app alphaHRV, su intervals trovi una discussione dedicata alla quale partecipano gli sviluppatori. Nonostante i risultati del ramp test suggerito spesso siano in accordo con quelli del lattato, bisogna tenere conto che molti fattori possono influenzare il calcolo del coefficiente, come per esempio il modo in cui si respira (se non ricordo male il movimento della cassa toracica può influenzare la variabilità con cui si verificano i battiti del cuore). Ho sempre raccolto i dati dell’app, ma è da molto che non li guardo (e solitamente lo facevo post allenamento). Userei questo strumento solo come supporto ad altre misurazioni (FC, percezione) e il lattato come strumento per monitorare gli sviluppi del tempo di LT1, non come guida negli allenamenti (sia per questioni di costo che per difficoltà di fare delle rilevazioni valide).
 
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TheLordofBike

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4 Ottobre 2007
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Ho appena sentito Giorgio Brambilla dire che il motore si sviluppa nell’adolescenza, dopo di che ci si tiene quello che si ha. In pratica conferma la mia teoria che allenarsi (da adulti) non serve quasi a un cazzo, e porta solo miglioramenti marginali. Diciamo che l’allenamento è l’arte del convincimento di poter migliorare. :mrgreen:
Roglic ha iniziato a pedalare a 21-22anni, da amatore…mi sembra palese che il “motore” genetico sia rimasto pur non avendo fatto sport aerobici in età adolescenziale.

Tradotto, con la genetica ci nasci…con l’allenamento e pratica (prima o dopo che inizi) puoi più o meno accentuare quello che hai.
 
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TheLordofBike

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4 Ottobre 2007
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Quando parlo di miglioramenti intendo miglioramenti assoluti, non relativi. Quelli relativi è ovvio che ci siano, ad esempio un amatore allenato male da 200 watt può migliorare e arrivare a 220, magari 240, e se non ha raggiunto il limite forse arrivare a 250, ma sono relativi al motore che ha, cioè scarso e che resterà scarso. Chi ha il motore forte quei 250 watt li spinge magari in riabilitazione dopo che si è rotto una gamba, e quando dopo appena qualche mese si riporta a regime magari supera già i 350 watt. Ma i 350 watt chi ha il motore scarso non li vedrà mai nemmeno col binocolo, nemmeno se segue tutti i migliori allenamenti del mondo, nemmeno se si riempie di EPO e trasfusioni di sangue col sangue di Armstrong. Invece chi ha il motore potente quei watt li vede già da adolescente quando corre con gli juniores. Da questo punto di vista quindi Brambilla ha ragione, e come ha detto lui dopo una certa età (che lui indica come l’adolescenza) il motore non si cambia, al massimo si cambia la marmitta e la carburazione.

Comunque questo discorso è offtopic, c’era una discussione divertente sulla genetica da qualche parte sul forum.
Credo che stai facendo un po’ un miscuglio di input e buttando numeri un po’ a caso.

1 - la genetica per definizione c’è l’hai da quando nasci per cui certe capacità sono presenti dalla nascita…poi l’allenamento può esaltarle o meno

2 - ti parlo dal punto di vista di uno che quando correva aveva 5,5w/kg ad FTP e fino a 41gg fa viaggiava a 5.1W/kg su un’ora….investito, rottura femore e clavicola, fatto più di 30gg in ospedale, ancora non cammino…perso 5kg (3 di muscoli e 2 di grasso) salgo sui rulli come riabilitazione…a parità di bpm (Z2 cardio) sono passato da 230-240w a 140w…..quindi NO, se ti rompi una gamba anche se hai la genetica dalla tua non riparti spingendo 250w facili. Uno che magari aveva la Z2 a 280w magari riparte da 170-180…
 

canserbero

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Credo che stai facendo un po’ un miscuglio di input e buttando numeri un po’ a caso.

1 - la genetica per definizione c’è l’hai da quando nasci per cui certe capacità sono presenti dalla nascita…poi l’allenamento può esaltarle o meno
Non ho mai approfondito su come venga quantificato l’impatto della genetica, ma nell’ipotesi che vengano fatti una batteria di test in un dato punto temporale della vita di un individuo, dubito che si possa isolare il contributo della genetica dall’influenza dei fattori ambientali e dallo stile di vita.

La mia ipotesi è che piuttosto quel che fa avere una marcia in più a chi ha iniziato da giovane è il fatto di avere non solo accumulato più ore, ma di avere applicato uno stimolo nel momento in cui il corpo è particolarmente ricettivo e in cambiamento (insomma, è sotto gli occhi di tutti che un bambino cresce e si sviluppa).

Per il resto, colgo l’occasione per augurarti il meglio e mi fa piacere che ti stai già dando da fare per far girare ancora i pedali, nonostante tutto.
 
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TheLordofBike

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Non ho mai approfondito su come venga quantificato l’impatto della genetica, ma nell’ipotesi che vengano fatti una batteria di test in un dato punto temporale della vita di un individuo, dubito che si possa isolare il contributo della genetica dall’influenza dei fattori ambientali e dallo stile di vita.

La mia ipotesi è che piuttosto quel che fa avere una marcia in più a chi ha iniziato da giovane è il fatto di avere non solo accumulato più ore, ma di avere applicato uno stimolo nel momento in cui il corpo è particolarmente ricettivo e in cambiamento (insomma, è sotto gli occhi di tutti che un bambino cresce e si sviluppa).

Per il resto, colgo l’occasione per augurarti il meglio e mi fa piacere che ti stai già dando da fare per far girare ancora i pedali, nonostante tutto.

lo dica a Roglic…che ha iniziato a pedalare a 21 anni ed è arrivato nel ciclismo che conta a 26.
 

TheLordofBike

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Non ho mai approfondito su come venga quantificato l’impatto della genetica, ma nell’ipotesi che vengano fatti una batteria di test in un dato punto temporale della vita di un individuo, dubito che si possa isolare il contributo della genetica dall’influenza dei fattori ambientali e dallo stile di vita.

La mia ipotesi è che piuttosto quel che fa avere una marcia in più a chi ha iniziato da giovane è il fatto di avere non solo accumulato più ore, ma di avere applicato uno stimolo nel momento in cui il corpo è particolarmente ricettivo e in cambiamento (insomma, è sotto gli occhi di tutti che un bambino cresce e si sviluppa).

Per il resto, colgo l’occasione per augurarti il meglio e mi fa piacere che ti stai già dando da fare per far girare ancora i pedali, nonostante tutto.

come dicevo, allenamento e stile di vita può (o meno) esaltare la genetica.

se un ipotetico clone di Vingeegard sta sul divano e mangia merda tutto il giorno e pesasse 110kg non saprebbe mai di avere il potenziale per vincere il tour.
 

canserbero

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lo dica a Roglic…che ha iniziato a pedalare a 21 anni ed è arrivato nel ciclismo che conta a 26.
Sì, ma Roglic a quanto mi risulta non è che fosse sedentario prima. Comunque la questione non è tanto il caso singolo, perché di casi singoli - e di cui sappiamo quel che ci viene dato sapere - se ne trovano. Il mio discorso voleva essere più di metodo/concettuale
 

bianco70

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22 Agosto 2007
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Wilier 110 Air
Credo che stai facendo un po’ un miscuglio di input e buttando numeri un po’ a caso.

1 - la genetica per definizione c’è l’hai da quando nasci per cui certe capacità sono presenti dalla nascita…poi l’allenamento può esaltarle o meno

2 - ti parlo dal punto di vista di uno che quando correva aveva 5,5w/kg ad FTP e fino a 41gg fa viaggiava a 5.1W/kg su un’ora….investito, rottura femore e clavicola, fatto più di 30gg in ospedale, ancora non cammino…perso 5kg (3 di muscoli e 2 di grasso) salgo sui rulli come riabilitazione…a parità di bpm (Z2 cardio) sono passato da 230-240w a 140w…..quindi NO, se ti rompi una gamba anche se hai la genetica dalla tua non riparti spingendo 250w facili. Uno che magari aveva la Z2 a 280w magari riparte da 170-180…
Mi dispiace molto per l'accaduto,i miei migliori auguri per una pronta e completa ripresa.
 

TheLordofBike

Apprendista Cronoman
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Certo, ma non sappiamo nulla di cosa facesse a quel tempo e nemmeno prima o, almeno, non io. Per quello ritengo più sicuro tentare di ragionare in termini di come viene determinato il fattore genetico.

fattore genetico è appunto genetico…ossia ci si nasce.
Poi ripeto, questo può essere esaltato o meno dallo stile di vita e dell’allenamento.
 
22 Marzo 2007
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mi sembra che ho una zona di lavoro a cui rispondo (responder) e che sarebbe al limtite z2alta/z3bassa . ovvero tirando il collo al motore aerobico a quella intensita e con un certo volume ho , nel mio piccolo , ottenuto risultati. mentre anche a causa dell'eta' se cerco , come ho cercato di spingere sulla vo2max , non ho mai ottenuto miglioramenti , lo faccio solo per mantenere quel poco che ho.

quindi la domanda sarebbe , e' giusto lavorare o concerntrarsi sopratutto laddove si hanno tangibili miglioramenti ovvero dove l'organismo risponde?
Per fattore limitante intendevo l'aspetto che, per una certa intensità, ad un certo punto richiede l'intervento di un qualche meccanismo di compensazione per continuare a sostenere (ancora per un po') il livello di sforzo. Il motivo esatto può essere difficile da individuare, ma la categoria in cui ricade (ad esempio: trasporto vs utilizzo dell'ossigeno) è più fattibile.
Anche la capacità aerobica generale è condizionata da fattori limitanti; all'interno di una pratica adeguatamente costante e per un soggetto non estremamente allenato tendenzialmente più sul lato utilizzo dell'ossigeno (che è quindi certamente un elemento su cui ha senso investire tempo). La compensazione la vedi ad esempio analizzando quanto e quando intervengono deriva cardiaca e/o disaccoppiamento (probabilmente anche in un aumento della capacità di produrre lavoro in quell'ambito, o in ambiti vicini, o avere più margine per tollerare porzioni più intense). Se migliorano questi aspetti dovresti effettivamente avere una risposta favorevole a quello stimolo: se c'è mi sembra del tutto ragionevole sfruttarla. Quando si ridurrà potrai pensare a cosa modificare per provare a progredire ulteriormente su quell'aspetto, se è rilevante farlo :)
Ad altre intensità la situazione potrebbe essere parzialmente diversa, anche se in parte condizionata dai medesimi fattori limitanti: ad esempio quelli più tipicamente coinvolti nella z5 (pur con i limiti di usare la zona come riferimento) potrebbero non essere completamente raggiunti fino a quando non si sia sviluppato a sufficienza quello "primario" (quindi, ad esempio, potrebbe servirti relativamente poco volume di un certo esercizio perché aumenteresti la spesa e il guadagno che potresti ottenere è comunque limitato da altro). Sono considerazioni ipotetiche, servirebbero più informazioni.
Tutto ciò ovviamente non significa fare solo una cosa, perché anche mantenere/sviluppare i meccanismi di compensazione ha rilevanza. L'idea, a mio parere, è capire meglio il senso della ricetta che si applica (poi può certamente capitare che un'applicazione più caotica e casuale permetta comunque uno sviluppo del tutto adeguato, siccome il sistema si regola anche senza controllo, ma non trovo sbagliato cercare di tenere traccia di dove siamo) :)
 
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canserbero

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fattore genetico è appunto genetico…ossia ci si nasce.
Poi ripeto, questo può essere esaltato o meno dallo stile di vita e dell’allenamento.
Non ho elementi per dire che il fattore genetico non esista e conti. Però per quanto si sappia oggi dal punto di vista scientifico su sport e prestazione, mi sembra siano ancora lontani da sapere per filo e per segno come stanno le cose. E senza sapere come viene quantificato il fattore genetico, per quanto mi riguarda questo è al pari della materia oscura per i fisici.