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BDC-MAG.com
Cannondale inaugura nuovi siti di assemblaggio in Europa e USA
Testo
<blockquote data-quote="Kylo_ren" data-source="post: 7065160" data-attributes="member: 142880"><p>No mi spiace la mia azienda lavora con industrie cinesi e le dicerie italiane sul costo del lavoro sono solo chiacchiere. I costi di produzione in Cina, Taiwan e Thailandia stanno aumentando assieme alla loro capacità di produrre prodotti di qualità, non ancora a livello europeo ma sono sulla strada . Quest'anno in Cina ci sono stati scioperi per protestare sui salari, ad oggi i cinesi rifiutano il lavoro se sottopagato mentre in Italia la tendenza è assolutamente l'inverso e sta crescendo il numero di mano d'opera che pur di lavorare accetta salari minimi. Purtroppo la realtà è diametralmente opposta a quella che si dipinge sulla carta stampata. Non per niente molte aziende stan facendo marcia indietro. E non certo per caso. E non certo per la banalissima scusa del made in Italy. Il futuro della manovalanza in Italia e molti paesi d'Europa è oscuro e segnato, e sta subendo una trasformazione che pochi riusciranno a digerire nel prossimo decennio. Complice anche scelte politiche scellerate come ad esempio giusto per citarne una a caso, quelle che hanno portato l' Italia in una situazione paradossale dove è meglio il reddito di cittadinanza piuttosto che un lavoro. Fare il giro dei ristoranti per credere, ad esempio. E il ristoro è uno dei canali di business più rilevanti in Italia. In Cina invece stanno varando politiche economiche per cauterizzare il ramo d'industria che non produce profitto, la famigerata industria dei prodotti da un dollaro. E incentivano le industrie che producono profitto con tecnologia e qualità. Di conseguenza tutto il resto che ne viene, incluso il fatto che non esiste più la leggenda metropolitana del cinese che lavora per il piatto di riso. Ma ti dico di più per esperienza diretta: uno dei prodotti dell'azienda per cui lavoro ha subito aumento di costo per via di crescita salariale dell'azienda di Shenzhen. Con buona pace di tutti. Tanto che si sta pensando di spostare produzione in Italia. E i cinesi Stan chiedendo ritocco dei contratti, guarda caso. Una storia che secondo me è la stessa che sta capitando nella filiera del ciclo. Troppe concomitanze non casuali.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Kylo_ren, post: 7065160, member: 142880"] No mi spiace la mia azienda lavora con industrie cinesi e le dicerie italiane sul costo del lavoro sono solo chiacchiere. I costi di produzione in Cina, Taiwan e Thailandia stanno aumentando assieme alla loro capacità di produrre prodotti di qualità, non ancora a livello europeo ma sono sulla strada . Quest'anno in Cina ci sono stati scioperi per protestare sui salari, ad oggi i cinesi rifiutano il lavoro se sottopagato mentre in Italia la tendenza è assolutamente l'inverso e sta crescendo il numero di mano d'opera che pur di lavorare accetta salari minimi. Purtroppo la realtà è diametralmente opposta a quella che si dipinge sulla carta stampata. Non per niente molte aziende stan facendo marcia indietro. E non certo per caso. E non certo per la banalissima scusa del made in Italy. Il futuro della manovalanza in Italia e molti paesi d'Europa è oscuro e segnato, e sta subendo una trasformazione che pochi riusciranno a digerire nel prossimo decennio. Complice anche scelte politiche scellerate come ad esempio giusto per citarne una a caso, quelle che hanno portato l' Italia in una situazione paradossale dove è meglio il reddito di cittadinanza piuttosto che un lavoro. Fare il giro dei ristoranti per credere, ad esempio. E il ristoro è uno dei canali di business più rilevanti in Italia. In Cina invece stanno varando politiche economiche per cauterizzare il ramo d'industria che non produce profitto, la famigerata industria dei prodotti da un dollaro. E incentivano le industrie che producono profitto con tecnologia e qualità. Di conseguenza tutto il resto che ne viene, incluso il fatto che non esiste più la leggenda metropolitana del cinese che lavora per il piatto di riso. Ma ti dico di più per esperienza diretta: uno dei prodotti dell'azienda per cui lavoro ha subito aumento di costo per via di crescita salariale dell'azienda di Shenzhen. Con buona pace di tutti. Tanto che si sta pensando di spostare produzione in Italia. E i cinesi Stan chiedendo ritocco dei contratti, guarda caso. Una storia che secondo me è la stessa che sta capitando nella filiera del ciclo. Troppe concomitanze non casuali. [/QUOTE]
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