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<blockquote data-quote="SanBenedetto" data-source="post: 7007070" data-attributes="member: 154765"><p>Se non ricordo male non si potevano convocare atleti esclusivamente per la crono, ma dovevano essere pescati dagli atleti iscritti alla gara in linea (o dalla pista, come nel caso di Ganna)</p><p>Per far gareggiare Sobrero avrebbero dovuto metterlo tra i partecipanti alla gara in linea, magari poteva essere un'idea interessante, non saprei, visto che comunque grandi prospettive sul quella gara non c'erano. Probabilmente Sobrero su una crono del genere era più probabile facesse risultato rispetto agli atleti della corsa in linea, però è comunque un'analisi fatta dopo aver visto i risultati, quindi non saprei. Poteva essere un'idea interessante.</p><p></p><p></p><p>È genetica, in questo caso. Poi la cultura aiuta ad ampliare il bacino di "utenti" iniziali da cui pescare (banalmente, se allarghi la base della piramide, troverai più campioni e più forti) e in questo la Jamaica è cresciuta tanto negli ultimi due decenni, infatti fino agli anni '90/primi anni 2000 avevano qualche nome di spicco, ma erano ben lontani dal dominio che si è visto poi (Bolt ci ha messo un bel po' del suo vincendo vagonate di medaglie, però probabilmente se la velocità non fosse stata così famosa in Jamaica Bolt non la avrebbe praticata)</p><p>Però è genetica. nello sprint e negli sport di potenza pura in generale la genetica fa tanto, poi se aggiungiamo che l'aspetto tecnico non è così rilevante ecco che lo scalino prestativo risulta evidente (se non ricordo male il miglior tempo corso da un bianco in assoluto è 9.92, un tempo che gli atleti di colore correvano già negli anni 80, quasi quarant'anni fa, mentre ad oggi nel 2021 già 9 atleti sono scesi sotto quel tempo)</p><p>Invece ad esempio nel salto in alto (al contrari di quello che può sembrare è una disciplina di potenza pura) l'aspetto tecnico ha un peso maggiore quindi gli atleti di colore non dominano, come invece fanno nel salto in lungo (anche qui, disciplina puramente di potenza) in cui l'aspetto tecnico conta meno.</p><p>Il discorso cambia se consideriamo le discipline dette "di resistenza" mezzofondo corse lunghe ecc. infatti facendo un rapido esempio sui 10000 metri, nell'89 il nostro Salvatore Antibo correva in 27.16, con record del mondo 27.13 (vicinissimo) mentre nel 2014 abbiamo Galen Rupp a 26.44 con record a 26.17. Nella velocità il gap è impressionante persino tra i migliori bianchi e migliori atleti di colore, mentre nelle corse di resistenza il gap è comunque impressionante come numeri, ma qualche punta molto vicina ai risultati top la si trova tra i bianchi, cosa impensabile nello sprint. Il punto è che in certe regioni dell'africa (Kenya Etiopia Uganda ecc) le persone sono abituate fin da piccole a 1) spostarsi a piedi e 2) alla convivenza con la fatica e, cosa non da poco 3) il sovrappeso non esiste. Mettendo insieme queste 3 cose ne esce una base di utenza vasta in modo impressionante, conosco un ragazzo (mezzofondista, all'epoca professionista) che anni fa fece un inverno in Kenya, al ritorno mi raccontava che lui usciva a correre per allenarsi (ed era un pro, quindi andava) e mentre correva per alcuni km aveva i bambini Kenioti che giocando correvano assieme a lui. Poi chiaro li lasciava indietro, però ricordo che gli fece impressione la cosa.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="SanBenedetto, post: 7007070, member: 154765"] Se non ricordo male non si potevano convocare atleti esclusivamente per la crono, ma dovevano essere pescati dagli atleti iscritti alla gara in linea (o dalla pista, come nel caso di Ganna) Per far gareggiare Sobrero avrebbero dovuto metterlo tra i partecipanti alla gara in linea, magari poteva essere un'idea interessante, non saprei, visto che comunque grandi prospettive sul quella gara non c'erano. Probabilmente Sobrero su una crono del genere era più probabile facesse risultato rispetto agli atleti della corsa in linea, però è comunque un'analisi fatta dopo aver visto i risultati, quindi non saprei. Poteva essere un'idea interessante. È genetica, in questo caso. Poi la cultura aiuta ad ampliare il bacino di "utenti" iniziali da cui pescare (banalmente, se allarghi la base della piramide, troverai più campioni e più forti) e in questo la Jamaica è cresciuta tanto negli ultimi due decenni, infatti fino agli anni '90/primi anni 2000 avevano qualche nome di spicco, ma erano ben lontani dal dominio che si è visto poi (Bolt ci ha messo un bel po' del suo vincendo vagonate di medaglie, però probabilmente se la velocità non fosse stata così famosa in Jamaica Bolt non la avrebbe praticata) Però è genetica. nello sprint e negli sport di potenza pura in generale la genetica fa tanto, poi se aggiungiamo che l'aspetto tecnico non è così rilevante ecco che lo scalino prestativo risulta evidente (se non ricordo male il miglior tempo corso da un bianco in assoluto è 9.92, un tempo che gli atleti di colore correvano già negli anni 80, quasi quarant'anni fa, mentre ad oggi nel 2021 già 9 atleti sono scesi sotto quel tempo) Invece ad esempio nel salto in alto (al contrari di quello che può sembrare è una disciplina di potenza pura) l'aspetto tecnico ha un peso maggiore quindi gli atleti di colore non dominano, come invece fanno nel salto in lungo (anche qui, disciplina puramente di potenza) in cui l'aspetto tecnico conta meno. Il discorso cambia se consideriamo le discipline dette "di resistenza" mezzofondo corse lunghe ecc. infatti facendo un rapido esempio sui 10000 metri, nell'89 il nostro Salvatore Antibo correva in 27.16, con record del mondo 27.13 (vicinissimo) mentre nel 2014 abbiamo Galen Rupp a 26.44 con record a 26.17. Nella velocità il gap è impressionante persino tra i migliori bianchi e migliori atleti di colore, mentre nelle corse di resistenza il gap è comunque impressionante come numeri, ma qualche punta molto vicina ai risultati top la si trova tra i bianchi, cosa impensabile nello sprint. Il punto è che in certe regioni dell'africa (Kenya Etiopia Uganda ecc) le persone sono abituate fin da piccole a 1) spostarsi a piedi e 2) alla convivenza con la fatica e, cosa non da poco 3) il sovrappeso non esiste. Mettendo insieme queste 3 cose ne esce una base di utenza vasta in modo impressionante, conosco un ragazzo (mezzofondista, all'epoca professionista) che anni fa fece un inverno in Kenya, al ritorno mi raccontava che lui usciva a correre per allenarsi (ed era un pro, quindi andava) e mentre correva per alcuni km aveva i bambini Kenioti che giocando correvano assieme a lui. Poi chiaro li lasciava indietro, però ricordo che gli fece impressione la cosa. [/QUOTE]
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