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Quasi sicuramente le direttive che partivano dalla Presidenza del Consiglio erano di convincere gli italiani a stare a casa.Concordo anch'io che, per quanto riguarda ciclisti e runner, lo stare a casa non aveva senso, bastava far rispettare il distanziamento sociale (nella primavera scorsa c'erano così poche persone in giro che un poliziotto ti vedeva a cinque chilometri di distanza), ma nell'emergenza generale non mi scandalizzo che abbiano voluto esagerare.Cassani, in qualità di commissario tecnico, era una voce autorevole, molto apprezzata dai cicloamatori, più autorevole di più di altre persone in federazione e, per quanto fosse contrario, mi sembra ragionevole che abbia voluto fare la sua parte.
Quasi sicuramente le direttive che partivano dalla Presidenza del Consiglio erano di convincere gli italiani a stare a casa.
Concordo anch'io che, per quanto riguarda ciclisti e runner, lo stare a casa non aveva senso, bastava far rispettare il distanziamento sociale (nella primavera scorsa c'erano così poche persone in giro che un poliziotto ti vedeva a cinque chilometri di distanza), ma nell'emergenza generale non mi scandalizzo che abbiano voluto esagerare.
Cassani, in qualità di commissario tecnico, era una voce autorevole, molto apprezzata dai cicloamatori, più autorevole di più di altre persone in federazione e, per quanto fosse contrario, mi sembra ragionevole che abbia voluto fare la sua parte.