Cerca
Cerca solo tra i titoli
Da:
Cerca solo tra i titoli
Da:
Menu
Home
Allerta prezzi
Forum
Nuovi Messaggi
Cerca...
Iscritti
Visitatori online
Novità
Nuovi Messaggi
Nuovi media
Nuovi commenti media
Ultime Attività
Nuove inserzioni nel mercatino
Nuovi commenti nel mercatino
Mercatino
Nuove inserzioni
Nuovi commenti
Latest reviews
Cerca nel mercatino
Feedback
Guarda le statistiche
Training Camp
Pianificazione
MTB
Media
Nuovi media
Nuovi commenti
Cerca media
EBIKE
Accedi
Registrati
Cerca
Cerca solo tra i titoli
Da:
Cerca solo tra i titoli
Da:
Nuovi Messaggi
Cerca...
Iscritti
Visitatori online
Menu
Install the app
Installa
Rispondi alla discussione
JavaScript è disabilitato. Per una migliore esperienza di navigazione attivalo nel tuo programma o nella tua app per navigare prima di procedere.
Stai usando un browser molto obsoleto. Puoi incorrere in problemi di visualizzazione di questo e altri siti oltre che in problemi di sicurezza. .
Dovresti aggiornarlo oppure
usarne uno alternativo, moderno e sicuro
.
Home
Forum
Allenamento
Alimentazione e biomeccanica
Centro Mapei
Testo
<blockquote data-quote="AndreaMorelli" data-source="post: 882643" data-attributes="member: 6696"><p>Ho visto pubblicazioni scientifiche riguardo l'ottimizzazione multivariata in bicicletta in cui venivano studiate le variabili "fondamentali" che caratterizzano la posizione in sella tra cui lunghezza della pedivella, inclinazione dell'angolo piantone (arretramento sella), altezza sella, cadenza di pedalata, raccolti dati cinematici e forze applicate al pedale (misurate) dalle quali si risaliva poi ai momenti ed alle potenze articolari. Alla fine attraverso alcuni modelli matematici molto complessi si risaliva ad un indice di efficienza totale in funzione della potenza espressa ed alla cadenza di pedalata ottimale. Sono modelli molto veramente complessi, a volte validi solo dal punto di vista teorico. Mi piacerebbe capire chi ti dice di posizionarti per ottimizzare la spinta sul pedale come lo fa ? Cosa ti misura ? Che parametri analizza ? Come definisce l'efficienza della pedalata (costo in termini di consumo di ossigeno, con un indice derivato dalle compenenti di forza applicate al pedale, attraverso l'analisi della frequenza cardiacaa o dell'acido lattato ematico a carico costante, attraverso l'analisi del segnale EMG)...penso che una cosa del genere pochi centri al mondo sarebbero in grado di farlo e comunque non avrebbe costi accessibili ad un ciclista per valutazioni di routine (almeno per ora).</p><p> </p><p>Dal mio punto di vista, ragionando in termini cinematici, e nello specifico attarverso la misura di angoli articolari si cerca di portare il soggetto a pedalare in una posizione che dal punto di vista statistico riduce o cerca di prevenire l'insorgenza delle patologie da sovraccarico. Ciò non differenzia come mostrano per esempio i grafici che ho postato precedentemente la posizione in sella di un ciclista professionista da un amatore, così come non differenzia un velocistà da uno scalatore. Con ciò non nego che l'aereodinamica sia influente o che sia meno importante sulla bici da strada rispetto alla crono ma questa è per me una prerogativa della posizione da cronometro. Se vedi alcuni velocisti professionisti hanno posizione molto aerodinamiche anche sulla bici da strada ma che sicuramente non potrebbero mantenere per periodi molto lunghi. Durante la corsa il loro unico problema è cercare di arrivare allo sprint finale, non importa se l'impugnatura sulla piega manubrio gli servirà solo negli ultimi 500mt di una corsa da 200km.... e poi sicuramente impugneranno il manubrio solo in quella posizione quando sono fuori sella e durante uno sprint da 1800watt... per loro in quel momento la cosa più importante è riuscire a sprigionare la potenza più alta possibile, riducendo la resistenza aereodinamica il più possibile per avere la velocità di punta il più elevata possibile. Però magari per il resto della corsa li vedi nella pancia del gruppo a limare con una impugnatura comoda "da sopra"...</p><p> </p><p>Andrea</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="AndreaMorelli, post: 882643, member: 6696"] Ho visto pubblicazioni scientifiche riguardo l'ottimizzazione multivariata in bicicletta in cui venivano studiate le variabili "fondamentali" che caratterizzano la posizione in sella tra cui lunghezza della pedivella, inclinazione dell'angolo piantone (arretramento sella), altezza sella, cadenza di pedalata, raccolti dati cinematici e forze applicate al pedale (misurate) dalle quali si risaliva poi ai momenti ed alle potenze articolari. Alla fine attraverso alcuni modelli matematici molto complessi si risaliva ad un indice di efficienza totale in funzione della potenza espressa ed alla cadenza di pedalata ottimale. Sono modelli molto veramente complessi, a volte validi solo dal punto di vista teorico. Mi piacerebbe capire chi ti dice di posizionarti per ottimizzare la spinta sul pedale come lo fa ? Cosa ti misura ? Che parametri analizza ? Come definisce l'efficienza della pedalata (costo in termini di consumo di ossigeno, con un indice derivato dalle compenenti di forza applicate al pedale, attraverso l'analisi della frequenza cardiacaa o dell'acido lattato ematico a carico costante, attraverso l'analisi del segnale EMG)...penso che una cosa del genere pochi centri al mondo sarebbero in grado di farlo e comunque non avrebbe costi accessibili ad un ciclista per valutazioni di routine (almeno per ora). Dal mio punto di vista, ragionando in termini cinematici, e nello specifico attarverso la misura di angoli articolari si cerca di portare il soggetto a pedalare in una posizione che dal punto di vista statistico riduce o cerca di prevenire l'insorgenza delle patologie da sovraccarico. Ciò non differenzia come mostrano per esempio i grafici che ho postato precedentemente la posizione in sella di un ciclista professionista da un amatore, così come non differenzia un velocistà da uno scalatore. Con ciò non nego che l'aereodinamica sia influente o che sia meno importante sulla bici da strada rispetto alla crono ma questa è per me una prerogativa della posizione da cronometro. Se vedi alcuni velocisti professionisti hanno posizione molto aerodinamiche anche sulla bici da strada ma che sicuramente non potrebbero mantenere per periodi molto lunghi. Durante la corsa il loro unico problema è cercare di arrivare allo sprint finale, non importa se l'impugnatura sulla piega manubrio gli servirà solo negli ultimi 500mt di una corsa da 200km.... e poi sicuramente impugneranno il manubrio solo in quella posizione quando sono fuori sella e durante uno sprint da 1800watt... per loro in quel momento la cosa più importante è riuscire a sprigionare la potenza più alta possibile, riducendo la resistenza aereodinamica il più possibile per avere la velocità di punta il più elevata possibile. Però magari per il resto della corsa li vedi nella pancia del gruppo a limare con una impugnatura comoda "da sopra"... Andrea [/QUOTE]
Riporta citazioni...
Verifica Anti SPAM
Invia risposta
Home
Forum
Allenamento
Alimentazione e biomeccanica
Centro Mapei
Alto
Basso