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Ciclismo e fibrillazione atriale
Testo
<blockquote data-quote="Tristano" data-source="post: 3358770" data-attributes="member: 15583"><p>Tecnicamente la fibrillazione atriale parossistica non comporta un deficit cardiaco permanente. Nel senso che durante la FA il cuore perde parte della sua efficienza ma quando si ritorna sinusali il cuore riprende a funzionare come sempre. Ovviamente con il tempo anche il cuore può risentirne, soprattutto se si soffre di recidive frequenti e sintomatiche o se ci si trova in FA cronica.</p><p>In realtà il calo di prestazioni dopo una FA è più psicologico che fisico: inutile negarlo, la FA è considerata dai cardiologi una patologia minore e sicuramente lo è se confrontata a infarti o altre cardiopatie gravi. Ma chi ne viene colpito, soprattutto se giovane e sano, si sente comunque malato e si convince dentro di se di non essere più quello di prima. E inconsciamente mette in atto una serie di comportamenti protettivi che in realtà non hanno una precisa indicazione medica. Io ho passato mesi a guardare più il cardio che la strada, ad affrontare i cavalcavia con il 50-29 e a fermarmi al minimo sussurro anomalo del mio cuore nonostante il cardiologo mi ripetesse in continuazione di continuare a fare quello che facevo prima della FA.</p><p>Penso che anche nel tuo caso il degrado di prestazione sia più di testa che fisico; soprattutto tenendo conto del fatto che hai avuto un singolo episodio di FA e che adesso prendi un betabloccante che sicuramente migliora la prestazioni sportiva in sè (e difatti i betabloccanti son considerati farmaci dopanti).</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Tristano, post: 3358770, member: 15583"] Tecnicamente la fibrillazione atriale parossistica non comporta un deficit cardiaco permanente. Nel senso che durante la FA il cuore perde parte della sua efficienza ma quando si ritorna sinusali il cuore riprende a funzionare come sempre. Ovviamente con il tempo anche il cuore può risentirne, soprattutto se si soffre di recidive frequenti e sintomatiche o se ci si trova in FA cronica. In realtà il calo di prestazioni dopo una FA è più psicologico che fisico: inutile negarlo, la FA è considerata dai cardiologi una patologia minore e sicuramente lo è se confrontata a infarti o altre cardiopatie gravi. Ma chi ne viene colpito, soprattutto se giovane e sano, si sente comunque malato e si convince dentro di se di non essere più quello di prima. E inconsciamente mette in atto una serie di comportamenti protettivi che in realtà non hanno una precisa indicazione medica. Io ho passato mesi a guardare più il cardio che la strada, ad affrontare i cavalcavia con il 50-29 e a fermarmi al minimo sussurro anomalo del mio cuore nonostante il cardiologo mi ripetesse in continuazione di continuare a fare quello che facevo prima della FA. Penso che anche nel tuo caso il degrado di prestazione sia più di testa che fisico; soprattutto tenendo conto del fatto che hai avuto un singolo episodio di FA e che adesso prendi un betabloccante che sicuramente migliora la prestazioni sportiva in sè (e difatti i betabloccanti son considerati farmaci dopanti). [/QUOTE]
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