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<blockquote data-quote="faris" data-source="post: 7258177" data-attributes="member: 78955"><p>Grazie del tuo commento Trattore. </p><p>In realtà con due sole corse a settimana (23-25 Km), pur facendone una di qualità (ripetute o intensità), si riesce a malapena a non perdere il gesto.</p><p>La mia ultima gara è stata esattamente un anno fa e mi ha fatto vincere una bella fascite plantare... </p><p>Adesso cerco di regalarmi più piacere nella corsa e meno sofferenza continua, grazie anche al cruise control dato dall'uso della sola respirazione nasale (una rivelazione!). Ma anche così, fortunatamente, qualche volta esplode (inaspettata) l'estasi del podista!</p><p>Il problema per noi amatori "autodidatti" è proprio la gestione dello sforzo: se non soffriamo ad ogni uscita ci sentiamo quasi in colpa!</p><p>Ed è il modo migliore per infortunarci o per stagnare.</p><p>Nel caso della bici, cerco di fare qualità solo una volta su quattro uscite (cercare non significa riuscirci, sob!).</p><p>Ma anche così, con due intensità su sei attività complessive, non si può parlare di polarizzato...</p><p>In realtà doppiare non lo ritengo un sistema conveniente in assoluto, ma nel mio caso mi consente di recuperare meglio le fatiche, inserendo sempre un giorno di riposo.</p><p>Ho provato (anche di recente) ad alternare le attività nei diversi giorni, concedendomi un solo giorno di riposo alla settimana, ma nel mio caso ho notato maggiore stanchezza complessiva e difficoltà nel recupero, pur con lo stesso carico complessivo settimanale.</p><p>Della serie: semo strani!</p><p>Forse tutto ciò è legato anche alla mia età: ho cominciato a correre cinque anni fa e adesso, a 55, vedo evidente er baratro della caduta di prestazioni. </p><p>Ho molto più tempo a disposizione ma meno forze disponibili... della serie: chi ha denti non ha pane e chi ha pane non ha denti!</p><p>Condivido il tuo consiglio sulla necessità di un preparatore: a maggior ragione se non si hanno scadenze specifiche e ricerca di picchi di forma si rischia di fare troppo e male: la sofferenza fisica dà una forte dipendenza da endorfine...</p><p>Condivido anche la tua tolleranza zero con la musica nel running e te lo dico da musicofilo compulsivo. Inizialmente non potevo farne a meno e la usavo per avere ritmo anche con le gambe... adesso mi concentro su tutte le sensazioni che mi trasmette la corsa: sono sempre diverse e vanno ascoltate! Al massimo mi concedo un riff mentale per distrarmi nei momenti di alta sofferenza...</p><p></p><p>Per fortuna si sbaglia molto e quindi c'è sempre da imparare... <img src="/forum/styles/uix/xenforo/smilies_vb/cannone.gif" class="smilie" loading="lazy" alt=":==" title="Cannone :==" data-shortname=":==" /></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="faris, post: 7258177, member: 78955"] Grazie del tuo commento Trattore. In realtà con due sole corse a settimana (23-25 Km), pur facendone una di qualità (ripetute o intensità), si riesce a malapena a non perdere il gesto. La mia ultima gara è stata esattamente un anno fa e mi ha fatto vincere una bella fascite plantare... Adesso cerco di regalarmi più piacere nella corsa e meno sofferenza continua, grazie anche al cruise control dato dall'uso della sola respirazione nasale (una rivelazione!). Ma anche così, fortunatamente, qualche volta esplode (inaspettata) l'estasi del podista! Il problema per noi amatori "autodidatti" è proprio la gestione dello sforzo: se non soffriamo ad ogni uscita ci sentiamo quasi in colpa! Ed è il modo migliore per infortunarci o per stagnare. Nel caso della bici, cerco di fare qualità solo una volta su quattro uscite (cercare non significa riuscirci, sob!). Ma anche così, con due intensità su sei attività complessive, non si può parlare di polarizzato... In realtà doppiare non lo ritengo un sistema conveniente in assoluto, ma nel mio caso mi consente di recuperare meglio le fatiche, inserendo sempre un giorno di riposo. Ho provato (anche di recente) ad alternare le attività nei diversi giorni, concedendomi un solo giorno di riposo alla settimana, ma nel mio caso ho notato maggiore stanchezza complessiva e difficoltà nel recupero, pur con lo stesso carico complessivo settimanale. Della serie: semo strani! Forse tutto ciò è legato anche alla mia età: ho cominciato a correre cinque anni fa e adesso, a 55, vedo evidente er baratro della caduta di prestazioni. Ho molto più tempo a disposizione ma meno forze disponibili... della serie: chi ha denti non ha pane e chi ha pane non ha denti! Condivido il tuo consiglio sulla necessità di un preparatore: a maggior ragione se non si hanno scadenze specifiche e ricerca di picchi di forma si rischia di fare troppo e male: la sofferenza fisica dà una forte dipendenza da endorfine... Condivido anche la tua tolleranza zero con la musica nel running e te lo dico da musicofilo compulsivo. Inizialmente non potevo farne a meno e la usavo per avere ritmo anche con le gambe... adesso mi concentro su tutte le sensazioni che mi trasmette la corsa: sono sempre diverse e vanno ascoltate! Al massimo mi concedo un riff mentale per distrarmi nei momenti di alta sofferenza... Per fortuna si sbaglia molto e quindi c'è sempre da imparare... :== [/QUOTE]
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