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Ciclismo solitario....
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<blockquote data-quote="Lorenzocrisi" data-source="post: 7464601" data-attributes="member: 164485"><p>Bdc da luglio 2022: uscite non da solo = 1</p><p>Il tutto parte da una profonda paura di confronto da chi "mastica" il mezzo da più tempo di me (sia di prestazioni sia del mondo che circonda la bdc), ma questa è una mia piccola riflessione perché mi conosco (e comunque non desiste dal trovare nel confronto un motivo di crescita, anzi).</p><p>Esco, dunque, sempre solo e, quello che mi restituisce la bdc in solitaria, è molto più chi quello che io penso di poter dare al prossimo quando esco in gruppo.</p><p></p><p>Ho superato anni fa i 100 kg (persi in poco più di un anno di impegno fisico e mentale) con una alimentazione scandalosa motivata da una paura di confronto sociale (accettazione di me come individuo calato in una società produttrice di valori con cui non credo di condividere molto) da un lato, dall'altro da un personale fallimento in ambito musicale.</p><p>Il tutto prosegue con un ritorno alla street art (passione che avevo da quando ero sedicenne) con storici amici, con cui mi son reso conto di non condividere niente e per cui son rimasto deluso dal profondo senso individualistico della produzione e dall'annichilimento valoriale in termini di amicizia con chi mi stava intorno.</p><p>Esperienze che mi hanno demotivato a stare col prossimo e che han segnato un ritorno verso me stesso.</p><p></p><p>Qui entra la bdc e le uscite in solitaria (la stessa cosa vale per il podismo in solitaria) per due motivi:</p><p>1. mi permettono di estrapolare un sentimento interno rielaborarlo sotto forma di obiettivo e rendermelo raggiungibile in potenza, senza l'intervento terzo che vada a giudicarlo (senza capirlo come avviene sovente nell arte), di esempi ne ho una marea: arrivare ai primi 100 km, raggiungere un posto sconosciuto lontano da me, effettuare dei dislivelli, programmare mezzo Everesting.</p><p>Raggiungere un fine senza la proiezione sugli altri è per me un grande traguardo e aiuta nella crescita individuale.</p><p></p><p>2. uscire da solo permette, almeno a me, di dare importanza ad una serie di sensazioni che non coglierei o lascerei in disparte se fossi in gruppo (o almeno non mi ci soffermerei): da una bella vallata a un tramonto anche dietro ad una fabbrica se mi trovo ben disposto ad accogliere.</p><p>È una sensazione molto potente e che mi ha riempito positivamente, tanto da mettere da parte due grossissime passioni che mi hanno accompagnato per 20 anni: quello che accolgo è tanto e riguarda il rapporto tra individuo che contempla e oggetto contemplato, il resto è superfluo in quel momento.</p><p></p><p>Questi 2 motivi mi fanno optare per uscire da solo rendono l'uscita in bdc un "percorso" e hanno un senso catartico.</p><p></p><p>NB: massimo rispetto x chi esce in gruppo, chi vuole fare tempi ecc ecc.</p><p>Parlo di quello che succede a me.</p><p></p><p>Detto ciò, da poco sono incuriosito da un confronto (sano e di accrescimento personale) con altri che hanno la mia stessa passione: il Sellaronda Bike Day dello scorso anno mi ha illuminato su quante persone esistano nel mondo che condividono quello che ci accomuna, cioè la bici (in maniera più o meno costante, alienante, stressante, motivante, ecc, insomma con le differenze del caso) ed è interessante sempre il confronto.</p><p>Questo apre uno scenario potenzialmente fighissimo: trovare persone fighe con cui condividere le stesse emozioni, far nascere rapporti umani di stima, aiuto reciproco, motivazione ecc ecc ma questo è un altro capitolo, al momento in solitaria mi sta dando molto.</p><p></p><p><strong>Scusate il pippone </strong>domenicale e i tratti evidentissimi di OT.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Lorenzocrisi, post: 7464601, member: 164485"] Bdc da luglio 2022: uscite non da solo = 1 Il tutto parte da una profonda paura di confronto da chi "mastica" il mezzo da più tempo di me (sia di prestazioni sia del mondo che circonda la bdc), ma questa è una mia piccola riflessione perché mi conosco (e comunque non desiste dal trovare nel confronto un motivo di crescita, anzi). Esco, dunque, sempre solo e, quello che mi restituisce la bdc in solitaria, è molto più chi quello che io penso di poter dare al prossimo quando esco in gruppo. Ho superato anni fa i 100 kg (persi in poco più di un anno di impegno fisico e mentale) con una alimentazione scandalosa motivata da una paura di confronto sociale (accettazione di me come individuo calato in una società produttrice di valori con cui non credo di condividere molto) da un lato, dall'altro da un personale fallimento in ambito musicale. Il tutto prosegue con un ritorno alla street art (passione che avevo da quando ero sedicenne) con storici amici, con cui mi son reso conto di non condividere niente e per cui son rimasto deluso dal profondo senso individualistico della produzione e dall'annichilimento valoriale in termini di amicizia con chi mi stava intorno. Esperienze che mi hanno demotivato a stare col prossimo e che han segnato un ritorno verso me stesso. Qui entra la bdc e le uscite in solitaria (la stessa cosa vale per il podismo in solitaria) per due motivi: 1. mi permettono di estrapolare un sentimento interno rielaborarlo sotto forma di obiettivo e rendermelo raggiungibile in potenza, senza l'intervento terzo che vada a giudicarlo (senza capirlo come avviene sovente nell arte), di esempi ne ho una marea: arrivare ai primi 100 km, raggiungere un posto sconosciuto lontano da me, effettuare dei dislivelli, programmare mezzo Everesting. Raggiungere un fine senza la proiezione sugli altri è per me un grande traguardo e aiuta nella crescita individuale. 2. uscire da solo permette, almeno a me, di dare importanza ad una serie di sensazioni che non coglierei o lascerei in disparte se fossi in gruppo (o almeno non mi ci soffermerei): da una bella vallata a un tramonto anche dietro ad una fabbrica se mi trovo ben disposto ad accogliere. È una sensazione molto potente e che mi ha riempito positivamente, tanto da mettere da parte due grossissime passioni che mi hanno accompagnato per 20 anni: quello che accolgo è tanto e riguarda il rapporto tra individuo che contempla e oggetto contemplato, il resto è superfluo in quel momento. Questi 2 motivi mi fanno optare per uscire da solo rendono l'uscita in bdc un "percorso" e hanno un senso catartico. NB: massimo rispetto x chi esce in gruppo, chi vuole fare tempi ecc ecc. Parlo di quello che succede a me. Detto ciò, da poco sono incuriosito da un confronto (sano e di accrescimento personale) con altri che hanno la mia stessa passione: il Sellaronda Bike Day dello scorso anno mi ha illuminato su quante persone esistano nel mondo che condividono quello che ci accomuna, cioè la bici (in maniera più o meno costante, alienante, stressante, motivante, ecc, insomma con le differenze del caso) ed è interessante sempre il confronto. Questo apre uno scenario potenzialmente fighissimo: trovare persone fighe con cui condividere le stesse emozioni, far nascere rapporti umani di stima, aiuto reciproco, motivazione ecc ecc ma questo è un altro capitolo, al momento in solitaria mi sta dando molto. [B]Scusate il pippone [/B]domenicale e i tratti evidentissimi di OT. [/QUOTE]
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