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Piemonte-Valle d'Aosta-Liguria
Ciclista trovato esanime, gravissimo al san Martino
Testo
<blockquote data-quote="Furbetto" data-source="post: 1522022" data-attributes="member: 3450"><p>Fonte: SecoloXIX Web</p><p><a href="http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/levante/2009/03/24/1202170254941-ciclista-coma-cadutaincidente-autonomo.shtml" target="_blank">http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/levante/2009/03/24/1202170254941-ciclista-coma-cadutaincidente-autonomo.shtml</a></p><p></p><p></p><p><strong><em>Ciclista in coma dopo caduta:</em></strong></p><p><strong><em>«Incidente autonomo»</em></strong></p><p></p><p><em></em></p><p><em>Sergio Delbuono, lingegnere monegliese di 35 anni ricoverato in coma allospedale San Martino di Genova dopo una caduta dalla sua bicicletta a San Pietro Vara, è stato vittima di un <strong>«incidente autonomo».</strong> Ne sono certi gli investigatori della polizia stradale che hanno condotto gli accertamenti per fare piena luce sullesatta dinamica e sulle cause della disgrazia avvenuta domenica mattina lungo la strada provinciale 583, che collega la val di Vara alla Riviera di Levante. «Ha fatto tutto da solo, è stato sbalzato dalla sella e catapultato sullasfalto - scrivono gli agenti della polstrada nella relazione da consegnare alla procura della Repubblica della Spezia - Il ciclista ha sbattuto la nuca sullasfalto e ha riportato una grave lesione, con conseguente sanguinamento». Di fatto, stando a quanto riferito dagli inquirenti, Delbuono stava percorrendo la provinciale in discesa a buona andatura: «Il rapporto del cambio utilizzato ci conferma che non stava affrontando la salita, bensì stava pedalando verso valle». Giunto in località Ponte della Macchia, il trentenne ha improvvisamente sterzato verso il centro della carreggiata, mettendo il manubrio di traverso. Una manovra brusca, repentina che ha provocato limmediato blocco della ruota anteriore. La bicicletta dellingegnere si è quindi ribaltata. Sergio è stato sbalzato dal sellino e ha compiuto un vero e proprio volo, per poi ricadere in maniera scomposta sullasfalto. «Secondo quanto riferitoci dai medici e dai soccorritori intervenuti per primi sul luogo dellincidente - dicono i poliziotti della Stradale - la vittima è stata trovata con il viso rivolto a terra e un braccio ripiegato dietro la schiena e la bicicletta ancora inforcata. Non è riuscito a ripararsi in alcun modo <strong>e non indossava il caschetto di protezione</strong>». Resta il mistero su cosa abbia costretto Delbuono a sterzare bruscamente: «Un malore, unauto ferma in mezzo alla via o comunque un veicolo che procedeva lentamente, ma anche un animale che potrebbe aver tagliato improvvisamente la strada al ciclista - aggiungono gli investigatori - Non escludiamo nessuna ipotesi, anche se occorre precisare che la bicicletta del trentenne non presenta alcun danno. solo una leggera abrasione sul manubrio, dovuta alla caduta». Incidente autonomo, quindi, nessun coinvolgimento di un presunto pirata della strada. «Resta il fatto che chiunque sia in grado di fornire indicazioni utili alle indagini - concludono gli agenti - può contattare la sede della polizia stradale alla Spezia oppure il più vicino comando delle forze dellordine». Nel frattempo, Sergio Delbuono resta in coma allospedale San Martino. È stato ricoverato nel reparto di rianimazione e sottoposto a un duplice intervento chirurgico. Secondo gli specialisti del nosocomio regionale, il trentenne di Moneglia ha riportato una frattura alle ossa alla base del cranio, allaltezza del tronco encefalico. La prognosi è riservata. In altre parole, lotta fra la vita e la morte. I familiari, la mamma Giuseppina DallÒ, il papà Luigi, e la sorella Barbara hanno trascorso la notte allospedale, aggrappati alla speranza, circondati dallaffetto degli amici di Sergio. «Di speranze non ce ne hanno date molte - spiega la sorella Barbara - dicono che ci vorrebbe solamente un miracolo, e io ci spero, non posso farne a meno». Sulla dinamica dellincidente le parole della donna mostrano un cuore grande: «Siamo sollevati di sapere che sia stato un incidente autonomo, nella tragedia, almeno, non cè unaltra persona che soffre con mio fratello sulla coscienza</em>».</p><p></p><p></p><p><img src="/forum/styles/uix/xenforo/smilies_vb/icon_cry.gif" class="smilie" loading="lazy" alt=":cry" title="Icon Cry :cry" data-shortname=":cry" /> </p><p>Speriamo tutti in un miracolo, in quel miracolo che possa dare a Sergio un altra possibilità di pedalare con noi.</p><p>Però, ragazzi, cerchiamo di dare una mano alla provvidenza, il casco mettiamolo, sempre!! </p><p><img src="/forum/styles/uix/xenforo/smilies_vb/icon_cry.gif" class="smilie" loading="lazy" alt=":cry" title="Icon Cry :cry" data-shortname=":cry" /></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Furbetto, post: 1522022, member: 3450"] Fonte: SecoloXIX Web [url]http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/levante/2009/03/24/1202170254941-ciclista-coma-cadutaincidente-autonomo.shtml[/url] [B][I]Ciclista in coma dopo caduta: «Incidente autonomo»[/I][/B] [I] Sergio Delbuono, lingegnere monegliese di 35 anni ricoverato in coma allospedale San Martino di Genova dopo una caduta dalla sua bicicletta a San Pietro Vara, è stato vittima di un [B]«incidente autonomo».[/B] Ne sono certi gli investigatori della polizia stradale che hanno condotto gli accertamenti per fare piena luce sullesatta dinamica e sulle cause della disgrazia avvenuta domenica mattina lungo la strada provinciale 583, che collega la val di Vara alla Riviera di Levante. «Ha fatto tutto da solo, è stato sbalzato dalla sella e catapultato sullasfalto - scrivono gli agenti della polstrada nella relazione da consegnare alla procura della Repubblica della Spezia - Il ciclista ha sbattuto la nuca sullasfalto e ha riportato una grave lesione, con conseguente sanguinamento». Di fatto, stando a quanto riferito dagli inquirenti, Delbuono stava percorrendo la provinciale in discesa a buona andatura: «Il rapporto del cambio utilizzato ci conferma che non stava affrontando la salita, bensì stava pedalando verso valle». Giunto in località Ponte della Macchia, il trentenne ha improvvisamente sterzato verso il centro della carreggiata, mettendo il manubrio di traverso. Una manovra brusca, repentina che ha provocato limmediato blocco della ruota anteriore. La bicicletta dellingegnere si è quindi ribaltata. Sergio è stato sbalzato dal sellino e ha compiuto un vero e proprio volo, per poi ricadere in maniera scomposta sullasfalto. «Secondo quanto riferitoci dai medici e dai soccorritori intervenuti per primi sul luogo dellincidente - dicono i poliziotti della Stradale - la vittima è stata trovata con il viso rivolto a terra e un braccio ripiegato dietro la schiena e la bicicletta ancora inforcata. Non è riuscito a ripararsi in alcun modo [B]e non indossava il caschetto di protezione[/B]». Resta il mistero su cosa abbia costretto Delbuono a sterzare bruscamente: «Un malore, unauto ferma in mezzo alla via o comunque un veicolo che procedeva lentamente, ma anche un animale che potrebbe aver tagliato improvvisamente la strada al ciclista - aggiungono gli investigatori - Non escludiamo nessuna ipotesi, anche se occorre precisare che la bicicletta del trentenne non presenta alcun danno. solo una leggera abrasione sul manubrio, dovuta alla caduta». Incidente autonomo, quindi, nessun coinvolgimento di un presunto pirata della strada. «Resta il fatto che chiunque sia in grado di fornire indicazioni utili alle indagini - concludono gli agenti - può contattare la sede della polizia stradale alla Spezia oppure il più vicino comando delle forze dellordine». Nel frattempo, Sergio Delbuono resta in coma allospedale San Martino. È stato ricoverato nel reparto di rianimazione e sottoposto a un duplice intervento chirurgico. Secondo gli specialisti del nosocomio regionale, il trentenne di Moneglia ha riportato una frattura alle ossa alla base del cranio, allaltezza del tronco encefalico. La prognosi è riservata. In altre parole, lotta fra la vita e la morte. I familiari, la mamma Giuseppina DallÒ, il papà Luigi, e la sorella Barbara hanno trascorso la notte allospedale, aggrappati alla speranza, circondati dallaffetto degli amici di Sergio. «Di speranze non ce ne hanno date molte - spiega la sorella Barbara - dicono che ci vorrebbe solamente un miracolo, e io ci spero, non posso farne a meno». Sulla dinamica dellincidente le parole della donna mostrano un cuore grande: «Siamo sollevati di sapere che sia stato un incidente autonomo, nella tragedia, almeno, non cè unaltra persona che soffre con mio fratello sulla coscienza[/I]». :cry Speriamo tutti in un miracolo, in quel miracolo che possa dare a Sergio un altra possibilità di pedalare con noi. Però, ragazzi, cerchiamo di dare una mano alla provvidenza, il casco mettiamolo, sempre!! :cry [/QUOTE]
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