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Ciclisti over 50 (vol.3)
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<blockquote data-quote="green dolphin" data-source="post: 7551219" data-attributes="member: 7692"><p>L'unica cosa che mi permetto di giudicare sono quelli che si mettono il numero sulla schiena, anche quando non è ufficiale creando pericolo. Qui da noi c'è il gruppo dell'edicola di Forlì che fa il giro una volta a settimana, che non è un giro: è una gara in circuito vera e propria senza autorizzazione. Oltre ad un gruppo di inseguitori sempre a ruota e con la lingua di fuori, il nocciolo è identificabile in ciclisti che il numero lo mettono sempre, sono quelli che fanno le gare in circuito, le medio fondo, triatleti. Gente che non si nasconde, che quando c'è da gareggiare la trovi in tutte le classifiche. Però non si può passare nei paesi a 50 km/h tirandosi dietro un gruppo di 20-25 ciclisti tutti sparpagliati che occupano spesso tutta la carreggiata... <img src="/forum/styles/uix/xenforo/smilies_vb/icon_frown.gif" class="smilie" loading="lazy" alt=":-(" title="Icon Frown :-(" data-shortname=":-(" /></p><p></p><p>Poi chiaro, oltre a questi appuntamenti, qui c'è un mondo di gare non ufficiali, nascoste, come il Gran Premio di Natale che si corre il 24 dicembre (Forlì-Monte Paolo, quindi arrivo in salita), e la Lugo-San Marino (anche qui arrivo in salita) che si corre il giorno prima della gara Juniores, quindi è un fenomeno diffuso e che va compreso, nel senso che ci sono adulti consenzienti che decidono di fare questa cosa e si prendono le loro responsabilità. L'unica cosa che mi permetterei di dire è che alla partenza ci si guardi negli occhi e si decida che all'interno dei paesi o centri abitati molto popolati, il gruppo moderi la velocità. Poi ci sono km di strade isolate di campagna in cui sfogarsi, o le salite.</p><p></p><p>Quello che non capisco non è l'agonismo, è il modo stupido di viverlo che hanno alcuni, che non tengono conto che le loro azioni "agoniste" e quindi le loro scelte, hanno effetto sugli altri.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="green dolphin, post: 7551219, member: 7692"] L'unica cosa che mi permetto di giudicare sono quelli che si mettono il numero sulla schiena, anche quando non è ufficiale creando pericolo. Qui da noi c'è il gruppo dell'edicola di Forlì che fa il giro una volta a settimana, che non è un giro: è una gara in circuito vera e propria senza autorizzazione. Oltre ad un gruppo di inseguitori sempre a ruota e con la lingua di fuori, il nocciolo è identificabile in ciclisti che il numero lo mettono sempre, sono quelli che fanno le gare in circuito, le medio fondo, triatleti. Gente che non si nasconde, che quando c'è da gareggiare la trovi in tutte le classifiche. Però non si può passare nei paesi a 50 km/h tirandosi dietro un gruppo di 20-25 ciclisti tutti sparpagliati che occupano spesso tutta la carreggiata... :-( Poi chiaro, oltre a questi appuntamenti, qui c'è un mondo di gare non ufficiali, nascoste, come il Gran Premio di Natale che si corre il 24 dicembre (Forlì-Monte Paolo, quindi arrivo in salita), e la Lugo-San Marino (anche qui arrivo in salita) che si corre il giorno prima della gara Juniores, quindi è un fenomeno diffuso e che va compreso, nel senso che ci sono adulti consenzienti che decidono di fare questa cosa e si prendono le loro responsabilità. L'unica cosa che mi permetterei di dire è che alla partenza ci si guardi negli occhi e si decida che all'interno dei paesi o centri abitati molto popolati, il gruppo moderi la velocità. Poi ci sono km di strade isolate di campagna in cui sfogarsi, o le salite. Quello che non capisco non è l'agonismo, è il modo stupido di viverlo che hanno alcuni, che non tengono conto che le loro azioni "agoniste" e quindi le loro scelte, hanno effetto sugli altri. [/QUOTE]
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