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Ciclisti over 50 (vol.3)
Testo
<blockquote data-quote="green dolphin" data-source="post: 7582709" data-attributes="member: 7692"><p>Come vedi hai sempre una risposta, plausibile. Ti consiglio di rileggerti e pensare se queste cose le leggessi scritte da un altro che cosa penseresti. Io penso che ti sei creato la tua comfort zone e non ne vuoi uscire perché sono troppi i vantaggi. Questo è un bene, ognuno di noi fa quello che gli piace, ed è questo che conta, ma non ho mai parlato di salita fine a se stessa e di farsela piacere per forza. La salita nel tuo caso è un pretesto per mettersi in discussione, fare qualcosa di diverso, cambiare approccio, saltare se necessario (perché no?!?).</p><p></p><p>Allenarti in salita con un po' più di metodo e di intensità ti consentirebbe di migliorare gli aspetti che tu stesso giudichi carenti: forza e forza resistente, abitudine a stare ad alte intensità cardiache, all'acido lattico. Tutte cose funzionali anche alle gare in circuito!</p><p></p><p>La settimana scorsa ho beccato quelli del triathlon (una decina di ciclisti) nel mio giro serale, ebbene in salita tranne uno ostico che mi ha costretto a fare 1 minuto a circa 400w per togliermelo dalle ruote, con gli altri non c'è stata storia. Poi gli ho detto che tornavo con loro in pianura e di avere un po' di riguardo, vista l'età ed il fatto che non sono più abituato a certi ritmi in pianura, dato che viaggio quasi sempre solo. Chiaramente le prime risposte sono state: "tanto andiamo piano, oggi non ne abbiamo voglia, etc." Alla fine è stata una gara, con continui scatti e rilanci, e non ho mollato un metro. Ero stanco? Sì. Sarei potuto saltare? Sì, c'è stato un momento che ho chiuso un buco e sono ripartiti subito e lì confesso ero al limite, poi è arrivato un provvidenziale incrocio e conseguente rallentamento, e mi sono salvato. Alla fine ho pensato: tanto ad andare nella mia confort zone avrò tempo domani, oggi è andata così, ed i quasi 41 di media in 30 km era un pezzo che non li facevo e non ero sicuro di tenerli. Tra l'altro odio la pianura, ma non è un buon motivo per non mettermi in gioco.</p><p></p><p>Per carità, non è un processo e non voglio fare la parte di quello che punta il dito su di te e ti dice cosa devi fare: farai quello che ti va, e ciò che riescono le tue qualità atletiche e ciclistiche. Però visto che sei competitivo e hai un progetto di migliorarti, è doveroso dire che la salita (l'allenamento in salita) ti aiuterebbe a raggiungere i tuoi obiettivi. E questo se mi permetti, è fattibile senza spendere un soldo e senza doversi fidare della tecnologia. Poi se mi riponderai che non ti va e che ti annoia e che non sono quelli tuoi obiettivi, e che hai mire più basse, che sei soddisfatto già così, che sei stufo di ripetere sempre le stesse cose, ti dico che è giusto così, ma non stai facendo il meglio per sfruttare le tue qualità.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="green dolphin, post: 7582709, member: 7692"] Come vedi hai sempre una risposta, plausibile. Ti consiglio di rileggerti e pensare se queste cose le leggessi scritte da un altro che cosa penseresti. Io penso che ti sei creato la tua comfort zone e non ne vuoi uscire perché sono troppi i vantaggi. Questo è un bene, ognuno di noi fa quello che gli piace, ed è questo che conta, ma non ho mai parlato di salita fine a se stessa e di farsela piacere per forza. La salita nel tuo caso è un pretesto per mettersi in discussione, fare qualcosa di diverso, cambiare approccio, saltare se necessario (perché no?!?). Allenarti in salita con un po' più di metodo e di intensità ti consentirebbe di migliorare gli aspetti che tu stesso giudichi carenti: forza e forza resistente, abitudine a stare ad alte intensità cardiache, all'acido lattico. Tutte cose funzionali anche alle gare in circuito! La settimana scorsa ho beccato quelli del triathlon (una decina di ciclisti) nel mio giro serale, ebbene in salita tranne uno ostico che mi ha costretto a fare 1 minuto a circa 400w per togliermelo dalle ruote, con gli altri non c'è stata storia. Poi gli ho detto che tornavo con loro in pianura e di avere un po' di riguardo, vista l'età ed il fatto che non sono più abituato a certi ritmi in pianura, dato che viaggio quasi sempre solo. Chiaramente le prime risposte sono state: "tanto andiamo piano, oggi non ne abbiamo voglia, etc." Alla fine è stata una gara, con continui scatti e rilanci, e non ho mollato un metro. Ero stanco? Sì. Sarei potuto saltare? Sì, c'è stato un momento che ho chiuso un buco e sono ripartiti subito e lì confesso ero al limite, poi è arrivato un provvidenziale incrocio e conseguente rallentamento, e mi sono salvato. Alla fine ho pensato: tanto ad andare nella mia confort zone avrò tempo domani, oggi è andata così, ed i quasi 41 di media in 30 km era un pezzo che non li facevo e non ero sicuro di tenerli. Tra l'altro odio la pianura, ma non è un buon motivo per non mettermi in gioco. Per carità, non è un processo e non voglio fare la parte di quello che punta il dito su di te e ti dice cosa devi fare: farai quello che ti va, e ciò che riescono le tue qualità atletiche e ciclistiche. Però visto che sei competitivo e hai un progetto di migliorarti, è doveroso dire che la salita (l'allenamento in salita) ti aiuterebbe a raggiungere i tuoi obiettivi. E questo se mi permetti, è fattibile senza spendere un soldo e senza doversi fidare della tecnologia. Poi se mi riponderai che non ti va e che ti annoia e che non sono quelli tuoi obiettivi, e che hai mire più basse, che sei soddisfatto già così, che sei stufo di ripetere sempre le stesse cose, ti dico che è giusto così, ma non stai facendo il meglio per sfruttare le tue qualità. [/QUOTE]
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