Ciclocross - stagione 2021/22

bradipus

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23 Luglio 2009
31.533
22.055
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qualunquemente
Confermato Thibau Nys per il mondiale. I convocati della nazionale italiana credo dovrebbero arrivare a giorni. Non ci dovrebbero essere grandi sorprese, i dubbi per Pontoni sono solo sulla selezione degli junior dove, per fortuna, c'è più scelta
Dalla telecronaca di De Luca all'ultima gara di CdM mi pare di aver capito che tra gli elite ci sarà il solo Dorigoni tra i maschi, e tre ragazze (resta a casa la Arzuffi?).
 

faberfortunae

Scalatore
30 Settembre 2011
7.486
4.702
Modena
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sempre una in meno...
...
Concordo in pieno su quanto dici in merito alle gare italiane.
...
Sarebbe bello si riuscisse a compiere un ulteriore salto di qualità nelle società che organizzano queste gare, magari facendone qualcuna in meno ma unendo le forze si potrebbe forse ottenere un prodotto migliore. Il campionato italiano è stato un bel esempio in questo senso.
Il problema è capire che gare negli ippodromi o nei prati circostanti antichi edifici e mura d'interesse storico/architettonico non fanno crescere nessuno e sono solo una colossale perdita di tempo e denaro per il movimento.

Quest'anno il percorso di Pontoni era estremo, sì, (e chi l'ha corso da master me l'ha confermato) ma ha sicuramente lasciato qualcosa ai ragazzini che hanno partecipato ai campionati nazionali, cosa che sicuramente non è avvenuta lo scorso anno in Salento, ad esempio.

La tendenza ad indurire sempre di più i percorsi (che in parte non mi trova d'accordo) non può essere ignorata: ci sono state gare del Giro d'Italia di ciclocross semplicemente ridicole sotto il profilo tecnico: qualunque amatoraccio, anche fuori forma, avrebbe potuto tranquillamente prendervi parte e completarle.
Per "aggregare", "pubblicizzare", "diffondere" ed "incentivare" ci sono già gli enti di promozione sportiva (ACSI UISP CSAIN ecc...) La Federazione deve tornare ad occuparsi del suo ruolo naturale che è quello di crescere e affiliare ciclisti e ciclocrossisti.
Il senso di una gara di ciclocross corsa a 20 gradi su terreni polverosi e secchi devo ancora capirlo... e, siccome non siamo in Spagna, ma in Italia dove c'è la possibilità di ricavare percorsi pari o addirittura migliori rispetto ai Paesi bassi, se scegli di correre in Magna Grecia non è che puoi aspettarti di trovare fango e ghiaccio eh... ed allora è inutile piangersi addosso ogni volta che i nostri vanno fuori e prendono mazzate da tutti. O peggio ancora non mettono il becco fuori confine.
Se si vuol, far crescere le giovani generazioni bisogna portarle a misurarsi con passaggi e percorsi che le loro omologhe d'oltralpe praticano abitualmente. Altro che le gimkane o le passerelle intorno a monumenti o rovine storiche
 

dinute

Maglia Gialla
13 Maggio 2009
10.118
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Il problema è capire che gare negli ippodromi o nei prati circostanti antichi edifici e mura d'interesse storico/architettonico non fanno crescere nessuno e sono solo una colossale perdita di tempo e denaro per il movimento.

Quest'anno il percorso di Pontoni era estremo, sì, (e chi l'ha corso da master me l'ha confermato) ma ha sicuramente lasciato qualcosa ai ragazzini che hanno partecipato ai campionati nazionali, cosa che sicuramente non è avvenuta lo scorso anno in Salento, ad esempio.

La tendenza ad indurire sempre di più i percorsi (che in parte non mi trova d'accordo) non può essere ignorata: ci sono state gare del Giro d'Italia di ciclocross semplicemente ridicole sotto il profilo tecnico: qualunque amatoraccio, anche fuori forma, avrebbe potuto tranquillamente prendervi parte e completarle.
Per "aggregare", "pubblicizzare", "diffondere" ed "incentivare" ci sono già gli enti di promozione sportiva (ACSI UISP CSAIN ecc...) La Federazione deve tornare ad occuparsi del suo ruolo naturale che è quello di crescere e affiliare ciclisti e ciclocrossisti.
Il senso di una gara di ciclocross corsa a 20 gradi su terreni polverosi e secchi devo ancora capirlo... e, siccome non siamo in Spagna, ma in Italia dove c'è la possibilità di ricavare percorsi pari o addirittura migliori rispetto ai Paesi bassi, se scegli di correre in Magna Grecia non è che puoi aspettarti di trovare fango e ghiaccio eh... ed allora è inutile piangersi addosso ogni volta che i nostri vanno fuori e prendono mazzate da tutti. O peggio ancora non mettono il becco fuori confine.
Se si vuol, far crescere le giovani generazioni bisogna portarle a misurarsi con passaggi e percorsi che le loro omologhe d'oltralpe praticano abitualmente. Altro che le gimkane o le passerelle intorno a monumenti o rovine storiche
sono d'accordo, ma la qualità dei tracciati non dipende dalla regione geografica. Il "colle" di variano è un rilievo di una decina di metri di dislivello, una banalissima collinetta. Eppure Pontoni è stato bravo a creare un percorso difficilissimo e bello. Si può correre ovunque, ippodromi, rovine, uliveti. Per creare un percorso difficile di ciclocross serve davvero poco in termini di dislivello. Alle Capannelle anni fa il percorso era ridicolo: ma in Belgio corrono negli ippodromi e tra sabbia, ostacoli, piccoli rilievi artificiali i percorsi non sono mai banali. Credo che in Italia negli ultimi dieci anni si sia pagata la gestione poco capace e poco professionale di Scotti.


Ad esempio la gara di coppa di domenica scorsa: percorso intorno a un castello, argini e terrapieni a profusione ma il percorso facile. Gli organizzatori potevano fare qualcosina di meglio.
 

faberfortunae

Scalatore
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sempre una in meno...
sono d'accordo, ma la qualità dei tracciati non dipende dalla regione geografica. Il "colle" di variano è un rilievo di una decina di metri di dislivello, una banalissima collinetta. Eppure Pontoni è stato bravo a creare un percorso difficilissimo e bello. Si può correre ovunque, ippodromi, rovine, uliveti. Per creare un percorso difficile di ciclocross serve davvero poco in termini di dislivello. Alle Capannelle anni fa il percorso era ridicolo: ma in Belgio corrono negli ippodromi e tra sabbia, ostacoli, piccoli rilievi artificiali i percorsi non sono mai banali. Credo che in Italia negli ultimi dieci anni si sia pagata la gestione poco capace e poco professionale di Scotti.


Ad esempio la gara di coppa di domenica scorsa: percorso intorno a un castello, argini e terrapieni a profusione ma il percorso facile. Gli organizzatori potevano fare qualcosina di meglio.
È più una questione di meteo che di dislivello... Se scegli di organizzare gare in zone ove i giorni di pioggia all'anno sono al massimo una trentina è probabile che il giorno della gara tu possa trovare secco.... Il cross per me è essenzialmente fango.
 

faberfortunae

Scalatore
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Non per regolamento. c'è sempre la sabbia se si vuole fare un percorso difficile
Lo so. Ma poi va a finire che i tratti in sabbia li si affronta correndo a piedi. E lì non serve una preparazione specifica particolare (nel senso che la corsa può essere allenata a tutte le latitudini...) quello che bisogna insegnare e praticare bene sono le contropendenze fangose o ghiacciate, i percorsi interi col pongo che lega e che non ti fa andare avanti, il fango viscido e scivoloso che caratterizza TUTTO un percorso, i "ripidoni" con le canaline prima ghiacciate e poi molli... insomma tutte quelle situazioni tecniche che in una gara corsa al sole e con venti gradi non puoi trovare, ma che viceversa sono la regola quando metti il naso al di là delle Alpi.
 

sembola

Velocista
22 Aprile 2004
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verde
Lo so. Ma poi va a finire che i tratti in sabbia li si affronta correndo a piedi. E lì non serve una preparazione specifica particolare (nel senso che la corsa può essere allenata a tutte le latitudini...) quello che bisogna insegnare e praticare bene sono le contropendenze fangose o ghiacciate, i percorsi interi col pongo che lega e che non ti fa andare avanti, il fango viscido e scivoloso che caratterizza TUTTO un percorso, i "ripidoni" con le canaline prima ghiacciate e poi molli... insomma tutte quelle situazioni tecniche che in una gara corsa al sole e con venti gradi non puoi trovare, ma che viceversa sono la regola quando metti il naso al di là delle Alpi.
Da un punto di vista tecnico hai perfettamente ragione.

Ho il sospetto però che sia una logica non facile da attuare in un contesto non esclusivamente indirizzato ai massimi livelli di competizione. Voglio dire che sullo stesso circuito devono correre non solo junior, U23 ed elite ma anche diverse categorie amatoriali, e privilegiare le necessità tecniche per "addestrare" i primi rischia di vedere scomparire i secondi. In un contesto "professionistico" non è un problema, in un contesto in cui la società organizzatrice deve far quadrare i conti, economici e sportivi, rischia di esserlo.

E' pari pari il problema che ha il settore della downhill. Se gareggi su piste di difficoltà adeguata al contesto internazionale di fatto elimini la gran parte dei partecipanti, ed il ristretto numero dei praticanti non consente la creazione di diversi livelli di competizione.
 
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Maglia Gialla
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Intervista di van der Spiegel -ceo Flandern classica - sulla coppa del mondo. In breve sono contenti di questo primo anno, alcune tappe sono state entusiasmanti per partecipazione di pubblico e media come in val di sole. Il prossimo anno le prove saranno 14 e non 16. Non saranno minori di 14 perché così è stabilito dal contratto. Ci saranno nuove localitá, non ci sarà namur (ci correranno gli europei). L'obiettivo era e sarà quello di fare della CDM la classifica principale, facendone un appuntamento fisso domenicale.
 

bradipus

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Oggi gara del trofeo X2O ad Hamme; corrono tutte le categorie tranne le donne junior.
Buon parco di partenti: tra gli uomini, tolto WVA, dovrebbero esserci tutti i miglieri, compreso Pidcock, nessun italiano.
In campo femminile mancano Vos, Rochette e le giovani Pieterse, Vas e Van Der Heijden, rientra la Alvarado e ci sarà anche Zoe Backstedt. Presenza azzurra con Eva Lechner.
Uomini U23 con i migliori tranne Kamp. Dovrebbero esserci anche Thibau Nys ed il nostro Masciarelli.
Uomini junior, c'è il dominatore stagionale Haverdings.

Domani ultimo appuntamento di Coppa del Mondo ad Hoogerheide, dove correranno solo le due categorie elite.
Ranghi praticamente completi per i maschi (oltre Van Aert mancheranno solo Ronhaar, Nys e Dubau), previsti al via sette azzurri: Dorigoni, Bertolini, Toneatti, Leone, Masciarelli ed i fratelli Samparisi. Curiosità: nella gara maschile è iscritto un certo Salvador Alvarado, olandese di vent'anni... fratello di Ceylin?
Gran completo anche in campo femminile, con le strane eccezioni di Worst e Honsinger (più Rochette, che dovrebbe già essere rientrata in Canada). Ci dovrebbe essere Marianne Vos e tutte le ragazzine più forti tranne Backstedt. Ben otto azzurre previste: Persico, Lechner, Bramati, Realini, Baroni, Corvi, Venturelli e Zanga.

(Le startist sono pubblicate du cyclocross24).
 
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Ad Hamme bella corsa maschile con Toon Aerts che prova la fuga all'inizio, subisce poi la rimonta di Pidcock (rimasto intruppato in partenza) che si porta appresso Sweeck e un Iserbyt che fa l'elastico per tutta la corsa.
Finale thrilling con forcing all'ultimo giro del britannico che perde clamorosamente l'anteriore in una semicurva e finisce a terra come un salame, passato dai tre belgi; rilancia il forcing un ottimo Sweeck (gara molto intelligente la sua) che stacca Iserbyt e batte Aerts in volata.
Il demoralizzato Tom viene passato anche da un Van Der Haar in rimonta e finisce quinto, appena davanti a Vanthourenhout.

Nella gara femminile solito copione con fuga solitaria dopo appena un giro di Lucinda Brand, che ha come unico momento di suspense il rischio di frontale con un fagiano; dietro, bella lotta per il secondo posto tra Shirin Van Anrooij e Denise Betsema, con la diciannovenne (molto brava) che prevale in volata sulla più esperta rivale.

La 'fagianata' di Lucinda:
1642867121249.png
 
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Convocazioni delle squadre belga e olandese per i mondiali in Arkansas (che non sfruttano tutti i pettorali disponibili, in quanto pare vi siano problemi di disponibilità dei posti sugli aerei):

Belgio:
Elite Women: Sanne Cant, Alicia Franck
Elite Men: Jens Adams, Toon Aerts, Vincent Baestaens, Quinten Hermans, Eli Iserbyt, Daan Soete, Laurens Sweeck, Michael Vanthourenhout, Reserve: Toon Vandebosch
U23 Women: Kiona Crabbé
U23 Men: Gerben Kuypers, Jente Michels, Thibau Nys, Niels Vandeputte, Emiel Verstrynge, Joran Wyseure
Junior Women: Fleur Moors, Xaydee van Sinaey
Junior Men: Yordi Corsus, Kenay de Moyer, Aaron Dockx, Wies Nuyens, Ferre Urkens, Viktor Vandenberghe

Olanda:
Elite Women: Lucinda Brand*, Denise Betsema, Annemarie Worst, Marianne Vos, Yara Kastelijn, Inge van der Heijden, Ceylin del Carmen Alvarado, Manon Bakker
Elite Men: Lars van de Haar, Corné van Kessel
U23 Men: Pim Ronhaar*, Ryan Kamp, Mees Hendrikx
U23 Women: Puck Pieterse, Fem van Empel*, Shirin van Anrooij
Junior Men: David Haverdings
Junior Women: Leonie Bentveld, Lauren Molengraaf
(*) campioni uscenti

Nel caso di Nys, che si è rotta la clavicola ai nazionali belgi, è prevista la sostituzione con Witse Meeussen, nel caso non recuperi appieno; però Thibau ha partecipato ieri alla gara U23 di Hamme dove è giunto quinto, probabile sia lui a partire per gli USA.

Non mi pare ci siano sorprese, a parte la scelta belga di Alicia Franck al posto della ex iridata U23 (che indossava allora la casacca francese) Marion Norbert Riberolle, che probabilmente paga la partecipazione ad un minor numero di gare di CdM.
 
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bradipus

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Giù il cappello davanti a Sua Maestà Marianne Vos!
Oggi a Hoogerheide le è bastato fare un'accelerata a mezzo giro dalla fine per scavare un abisso tra se' e le altre.
A meno di malanni o incidenti, è lei la stragrande favorita per la corsa iridata di sabato.
Per la cronaca, al secondo posto volata di Lucinda Brand su una sempre eccezionale Puck Pieterse, poi Van Empel, Vas, Van Anrooij ed una bravissima Silvia Persico, che supera in volata Denise Betsema. Nona Eva Lechner,
 

bradipus

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qualunquemente
Gara maschile ricca di colpi di scena, che sembrava finita dopo un terzo ma poi si riapre: prima Toon Aerts cade sugli oscatoli, poi Van Der Haar, in quel momento secondo dietro a Pidcock, cade in una curva in discesa facendo finire a terra anche Hermans e Iserbyt che lo seguivano, mentre Vanthourenhout riesce a passare, seppur attardato.

A quel punto la gara sembra chiusa, con l'inglese in testa e gli inseguitori ad una ventina di secondi, ma Iserbyt stavolta non si arrende e con un bel forcing si riporta sotto, rifiatando e consentendo il rientro di Van Der Haar e Vanthourenhout (che pure lui combina un pasticcio sulle barriere).
Rimangono in quattro, e proprio all'ultimo passaggio sul traguardo Iserbyt scatta, solo Pidcock riesce a resistergli ma perdendo un paio di secondi, e così si presentano sul rettilineo finale dove il belga ha una progressione irresistibile mentre il britannico crolla, venendo superato in extremis dall'olandese. Poi Vanthourenhout e Aerts, che ad un certo punto sembrava potessi aggregarsi al quartetto ma poi cede visibilmente nel finale.
Grande Iserbyt, che con questa sembra essersi liberato dal 'Complesso di Pidcock': un mondiale che sembrava già scritto a favore di quest'ultimo viene pesantemente rimesso in discussione.
Solo trentesimo Dorigoni, che fino a metà gara sembrava potersi inserire nella lotta per il quindicesimo posto.
 
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