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Ciclocross - stagione 2021/22
Testo
<blockquote data-quote="faberfortunae" data-source="post: 7100545" data-attributes="member: 38293"><p>Il problema è capire che gare negli ippodromi o nei prati circostanti antichi edifici e mura d'interesse storico/architettonico non fanno crescere nessuno e sono solo una colossale perdita di tempo e denaro per il movimento.</p><p></p><p>Quest'anno il percorso di Pontoni era estremo, sì, (e chi l'ha corso da master me l'ha confermato) ma ha sicuramente lasciato qualcosa ai ragazzini che hanno partecipato ai campionati nazionali, cosa che sicuramente non è avvenuta lo scorso anno in Salento, ad esempio.</p><p></p><p>La tendenza ad indurire sempre di più i percorsi (che in parte non mi trova d'accordo) non può essere ignorata: ci sono state gare del Giro d'Italia di ciclocross semplicemente ridicole sotto il profilo tecnico: qualunque amatoraccio, anche fuori forma, avrebbe potuto tranquillamente prendervi parte e completarle.</p><p>Per "aggregare", "pubblicizzare", "diffondere" ed "incentivare" ci sono già gli enti di promozione sportiva (ACSI UISP CSAIN ecc...) La Federazione deve tornare ad occuparsi del suo ruolo naturale che è quello di crescere e affiliare ciclisti e ciclocrossisti.</p><p>Il senso di una gara di ciclocross corsa a 20 gradi su terreni polverosi e secchi devo ancora capirlo... e, siccome non siamo in Spagna, ma in Italia dove c'è la possibilità di ricavare percorsi pari o addirittura migliori rispetto ai Paesi bassi, se scegli di correre in Magna Grecia non è che puoi aspettarti di trovare fango e ghiaccio eh... ed allora è inutile piangersi addosso ogni volta che i nostri vanno fuori e prendono mazzate da tutti. O peggio ancora non mettono il becco fuori confine.</p><p>Se si vuol, far crescere le giovani generazioni bisogna portarle a misurarsi con passaggi e percorsi che le loro omologhe d'oltralpe praticano abitualmente. Altro che le gimkane o le passerelle intorno a monumenti o rovine storiche</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="faberfortunae, post: 7100545, member: 38293"] Il problema è capire che gare negli ippodromi o nei prati circostanti antichi edifici e mura d'interesse storico/architettonico non fanno crescere nessuno e sono solo una colossale perdita di tempo e denaro per il movimento. Quest'anno il percorso di Pontoni era estremo, sì, (e chi l'ha corso da master me l'ha confermato) ma ha sicuramente lasciato qualcosa ai ragazzini che hanno partecipato ai campionati nazionali, cosa che sicuramente non è avvenuta lo scorso anno in Salento, ad esempio. La tendenza ad indurire sempre di più i percorsi (che in parte non mi trova d'accordo) non può essere ignorata: ci sono state gare del Giro d'Italia di ciclocross semplicemente ridicole sotto il profilo tecnico: qualunque amatoraccio, anche fuori forma, avrebbe potuto tranquillamente prendervi parte e completarle. Per "aggregare", "pubblicizzare", "diffondere" ed "incentivare" ci sono già gli enti di promozione sportiva (ACSI UISP CSAIN ecc...) La Federazione deve tornare ad occuparsi del suo ruolo naturale che è quello di crescere e affiliare ciclisti e ciclocrossisti. Il senso di una gara di ciclocross corsa a 20 gradi su terreni polverosi e secchi devo ancora capirlo... e, siccome non siamo in Spagna, ma in Italia dove c'è la possibilità di ricavare percorsi pari o addirittura migliori rispetto ai Paesi bassi, se scegli di correre in Magna Grecia non è che puoi aspettarti di trovare fango e ghiaccio eh... ed allora è inutile piangersi addosso ogni volta che i nostri vanno fuori e prendono mazzate da tutti. O peggio ancora non mettono il becco fuori confine. Se si vuol, far crescere le giovani generazioni bisogna portarle a misurarsi con passaggi e percorsi che le loro omologhe d'oltralpe praticano abitualmente. Altro che le gimkane o le passerelle intorno a monumenti o rovine storiche [/QUOTE]
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