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Ciclomercato: Joāo Almeida alla UAE-Emirates
Testo
<blockquote data-quote="Ser pecora" data-source="post: 7011952" data-attributes="member: 1850"><p>Il Giro con Hart è stato anche un po' frutto di circostanze particolari. Alla fine se lo sono giocati all'ultima tappa con Hindley...in generale però se non si vuole parlare di "crisi" che magari è eccessivo si può dire che non hanno dimostrato di essere dominanti in corsa come nei tanti anni precedenti. Che poi siano sempre il top team è chiaro.</p><p></p><p>Io sulla storia della squadra non sono per niente d'accordo con te e lo sai. La squadra non è solo trenino, è tante cose. E la continuità di risultati da Wiggins fino a Bernal per me è frutto proprio della squadra. Non fosse cosi, fuori Froome sarebbe evaporata, com'è successo con le squadre lasciate da Contador ad es.</p><p></p><p>Per me il grande merito di Brailsford è stato di rendere veramente professionale il mondo del ciclismo, che prima era, rispetto tanti altri sport, all'età della pietra da punto di vista manageriale. Fondamentalmente basato sul modello: "ex-pro diventato DS prende soldi da imprenditore appassionato di ciclismo disposto a buttarne un tot".</p><p></p><p>Brailsford ha portato un cambio di mentalità radicale, imponendo un sistema fatto da professionisti veri e non gli amici dell'amico del cugino. Il tutto sotto lo slogan dei "marginal gains", ma in realtà gestendo la squadra (e la federazione prima) come un'azienda di livello.</p><p>All'inizio poi anche puntando su un progetto totalmente britannico, volendo far vincere il primo Tour ad un britannico, con tutti (Pinarello a parte) sponsor UK. Un capolavoro che infatti ha messo sulla mappa del ciclismo lo UK, che viveva ancora sui "fasti" di Simpson e Millar...e fatto esplodere la pratica del ciclismo (ed indotto) nell'isola.</p><p></p><p>Per me Brailsford ha vinto lo stesso numero teorico di Tour di Armstrong <img src="/forum/styles/uix/xenforo/smilies_vb/icon_mrgreen.gif" class="smilie" loading="lazy" alt=":mrgreen:" title="Icon Mrgreen :mrgreen:" data-shortname=":mrgreen:" /> </p><p></p><p>Ora che il sistema è stato, inevitabilmente, copiato si è anche livellato.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Ser pecora, post: 7011952, member: 1850"] Il Giro con Hart è stato anche un po' frutto di circostanze particolari. Alla fine se lo sono giocati all'ultima tappa con Hindley...in generale però se non si vuole parlare di "crisi" che magari è eccessivo si può dire che non hanno dimostrato di essere dominanti in corsa come nei tanti anni precedenti. Che poi siano sempre il top team è chiaro. Io sulla storia della squadra non sono per niente d'accordo con te e lo sai. La squadra non è solo trenino, è tante cose. E la continuità di risultati da Wiggins fino a Bernal per me è frutto proprio della squadra. Non fosse cosi, fuori Froome sarebbe evaporata, com'è successo con le squadre lasciate da Contador ad es. Per me il grande merito di Brailsford è stato di rendere veramente professionale il mondo del ciclismo, che prima era, rispetto tanti altri sport, all'età della pietra da punto di vista manageriale. Fondamentalmente basato sul modello: "ex-pro diventato DS prende soldi da imprenditore appassionato di ciclismo disposto a buttarne un tot". Brailsford ha portato un cambio di mentalità radicale, imponendo un sistema fatto da professionisti veri e non gli amici dell'amico del cugino. Il tutto sotto lo slogan dei "marginal gains", ma in realtà gestendo la squadra (e la federazione prima) come un'azienda di livello. All'inizio poi anche puntando su un progetto totalmente britannico, volendo far vincere il primo Tour ad un britannico, con tutti (Pinarello a parte) sponsor UK. Un capolavoro che infatti ha messo sulla mappa del ciclismo lo UK, che viveva ancora sui "fasti" di Simpson e Millar...e fatto esplodere la pratica del ciclismo (ed indotto) nell'isola. Per me Brailsford ha vinto lo stesso numero teorico di Tour di Armstrong :mrgreen: Ora che il sistema è stato, inevitabilmente, copiato si è anche livellato. [/QUOTE]
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