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Colnago presenta la nuova C68
Testo
<blockquote data-quote="Bolkonskij" data-source="post: 7147003" data-attributes="member: 153084"><p>Dico la mia dopo aver visto vari video di presentazione, la bici è bella, di design ed è molto elegante anche viste le colorazioni disponibili, anche se io decisamente preferisco l'estetica delle bici più da gara, il sistema di costruzione mi sembra anche migliorato, comunque personalmente quando mi indebiterò per la bici sarà per una V3rs o una bici simile, di sicuro a me da più fastidio spendere i soldi per l'automobile che non mi da nessuna soddisfazione e ci passo anche meno tempo che in bici ma sono costretto ad averla visto il luogo dove vivo.</p><p>Per quanto riguarda la formazione del prezzo faccio alcune considerazioni: </p><p>le proprietà meccaniche della fibra di carbonio dipendono dalla resina che lega le fibre e dal numero d micro difetti che si formano durante il processo produttivo. Il prezzo della materia prima può variare di tanto, a riguardo mi ha fatto un po' ridere in un video di GCN in inglese dove intervistando un ingegnere della Mclaren questo se ne esce dicendo "in F1 non possiamo permetterci la fibra di carbonio delle bici di alta gamma perché abbiamo dei limiti di costo imposti dai regolamenti", se si considera che comunque poi l'azienda e il negoziante devono guadagnarci la differenza tra un telaio da 2000€ e uno da 5000€ mi sembra meno assurdo quando si passa a materiali che costano qualche centinaio di euro al kg.</p><p>Per quanto riguarda il lavoro le biciclette hanno un problema di fondo, sono composte da tubi con sezioni non costanti, in aggiunta la bici deve essere rigida in certe direzioni e flessibile in altre, quindi non si può semplicemente mettere i fogli su una pressa e schiacciare come si potrebbe fare con una forma aperta tipo lo scafo di una barca, il lavoro dello stampo va fatto a mano, poi nello stampo della bici si tolgono i microdifetti schiacciando il tutto per far uscire l'aria. Da questo punto di vista in realtà sarebbe meglio fare il lavoro a macchina, la 3T ha sviluppato un sistema non so se ci sono altri che lo adotteranno. Per ora ci vogliono tante ore di lavoro, inoltre da quello che ho capito non è che in oriente si fanno pagare poco, il problema è che dopo anni tutto il know-how si è trasferito lì e ora si fanno pagare tanto perché hanno il monopolio, e qui rientra la risposta a chi si chiedeva come faccia sarto bikes a starci nei costi, la manodopera sarà economica in oriente, e per questo la produzione si è spostata lì, ma non è che gli imprenditori non sono scemi a taiwan. </p><p>In conclusione: di sicuro Colnago sta mettendo un sovrapprezzo per il marchio, ma probabilmente neanche tanto, specie se i tubi se li fanno fare da terzi, che anche loro vogliono guadagnare, però sta di fatto che il carbonio nel ciclismo ha aperto un vaso di pandora che non si richiuderà.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Bolkonskij, post: 7147003, member: 153084"] Dico la mia dopo aver visto vari video di presentazione, la bici è bella, di design ed è molto elegante anche viste le colorazioni disponibili, anche se io decisamente preferisco l'estetica delle bici più da gara, il sistema di costruzione mi sembra anche migliorato, comunque personalmente quando mi indebiterò per la bici sarà per una V3rs o una bici simile, di sicuro a me da più fastidio spendere i soldi per l'automobile che non mi da nessuna soddisfazione e ci passo anche meno tempo che in bici ma sono costretto ad averla visto il luogo dove vivo. Per quanto riguarda la formazione del prezzo faccio alcune considerazioni: le proprietà meccaniche della fibra di carbonio dipendono dalla resina che lega le fibre e dal numero d micro difetti che si formano durante il processo produttivo. Il prezzo della materia prima può variare di tanto, a riguardo mi ha fatto un po' ridere in un video di GCN in inglese dove intervistando un ingegnere della Mclaren questo se ne esce dicendo "in F1 non possiamo permetterci la fibra di carbonio delle bici di alta gamma perché abbiamo dei limiti di costo imposti dai regolamenti", se si considera che comunque poi l'azienda e il negoziante devono guadagnarci la differenza tra un telaio da 2000€ e uno da 5000€ mi sembra meno assurdo quando si passa a materiali che costano qualche centinaio di euro al kg. Per quanto riguarda il lavoro le biciclette hanno un problema di fondo, sono composte da tubi con sezioni non costanti, in aggiunta la bici deve essere rigida in certe direzioni e flessibile in altre, quindi non si può semplicemente mettere i fogli su una pressa e schiacciare come si potrebbe fare con una forma aperta tipo lo scafo di una barca, il lavoro dello stampo va fatto a mano, poi nello stampo della bici si tolgono i microdifetti schiacciando il tutto per far uscire l'aria. Da questo punto di vista in realtà sarebbe meglio fare il lavoro a macchina, la 3T ha sviluppato un sistema non so se ci sono altri che lo adotteranno. Per ora ci vogliono tante ore di lavoro, inoltre da quello che ho capito non è che in oriente si fanno pagare poco, il problema è che dopo anni tutto il know-how si è trasferito lì e ora si fanno pagare tanto perché hanno il monopolio, e qui rientra la risposta a chi si chiedeva come faccia sarto bikes a starci nei costi, la manodopera sarà economica in oriente, e per questo la produzione si è spostata lì, ma non è che gli imprenditori non sono scemi a taiwan. In conclusione: di sicuro Colnago sta mettendo un sovrapprezzo per il marchio, ma probabilmente neanche tanto, specie se i tubi se li fanno fare da terzi, che anche loro vogliono guadagnare, però sta di fatto che il carbonio nel ciclismo ha aperto un vaso di pandora che non si richiuderà. [/QUOTE]
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