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Come sta cambiando il ciclismo?
Testo
<blockquote data-quote="ciclettico" data-source="post: 6592037" data-attributes="member: 1915"><p>Non sono esperto di ciclismo guardato, e tantomeno di ciclismo professionistico.</p><p>Ma comunque qualche tappa e qualche classica la guardo, e dico la mia.</p><p>Stanno cercando creare spettacolo dove attualmente non ce n'è più molto.</p><p></p><p>Se da un lato è ovvio che i grandi giri hanno sempre meno km a cronometro, è anche vero che spesso l'intera tappa è una specie di cronometro a squadre, anche se con partenza di massa. Si vede bene come anche su salite lunghe in serie, una buona parte del gruppo riesce a rimanere a ruota dei migliori fino quasi alla fine della tappa. Si sale sempre a + 20 Km/orari quasi ovunque, e molti nel gruppo (anche se non tutti) ci riescono, quindi la selezione non la riesce a più a fare quasi nessuno, se non in qualche tappa con dislivelli esagerati.</p><p></p><p>Fra i migliori professionisti e quelli appena al di sotto le differenze di prestazioni sono molto piccole (per i noti motivi legati al livellamento verso l'alto delle prestazioni fisiche), per cui i distacchi sono spesso di pochi secondi anche alla fine di tappe che sulla carta sono molto selettive.</p><p></p><p>Le scelte dei percorsi sembrano (ovviamente) motivate dalla volontà degli organizzatori di "far spettacolo", rendendo il risultato incerto fino all'ultimo. I distacchi sono minimi, in quanto la costante altissima velocità del gruppo dei migliori (e dei loro gregari) non permette quasi azioni individuali se non a fine tappa.</p><p></p><p>In questo scenario, senza crono (che sono poco spettacolari per un pubblico non praticante), il risultato finale è che i distacchi rimangono quasi nulli fino alla fine, con un teorico spettacolo dovuto all'incertezza del risultato finale, per cui fino all'ultima tappa ci sono ancora diversi candidati alla vittoria finale.</p><p></p><p>In sintesi: non so quanto sia cambiato. Il Tour era una pizza micidiale già ai tempi di Miguelon, che faceva melina in salita e brutalizzava tutti a cronometro. E' diventato un po’ più spettacolare dopo, ma sappiamo anche perché.</p><p></p><p>E non è che in questi anni, dopo tutto quello che è successo, sia vada molto meglio quanto a spettacolarità, ma è comprensibile il tentativo da parte di chi organizza e ci "vende" il prodotto, da un lato di volere movimentare le tappe proponendo percorsi durissimi (che comunque fanno una selezione limitata), ma dall'altro eliminando le cronometro (che i distacchi invece li creerebbero eccome) per rendere la corsa incerta fino alla fine.</p><p></p><p>Insomma sembra possa essere una strategia ben precisa. Se poi piaccia agli spettatori, non è chiaro... Le esigenze "televisive" fanno un po' a pugni con quelle degli appassionati praticanti.</p><p>Ma le differenze “naturali” dei tempi eroici, fra i fuoriclasse e quelli solo un po’ meno forti, sono state quasi annullate dal livellamento verso l’alto delle prestazioni, e di conseguenza per ricreare un po’ di magia e di mito occorre scervellarsi, inventando sempre qualcosa di nuovo per non annoiare il pubblico.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="ciclettico, post: 6592037, member: 1915"] Non sono esperto di ciclismo guardato, e tantomeno di ciclismo professionistico. Ma comunque qualche tappa e qualche classica la guardo, e dico la mia. Stanno cercando creare spettacolo dove attualmente non ce n'è più molto. Se da un lato è ovvio che i grandi giri hanno sempre meno km a cronometro, è anche vero che spesso l'intera tappa è una specie di cronometro a squadre, anche se con partenza di massa. Si vede bene come anche su salite lunghe in serie, una buona parte del gruppo riesce a rimanere a ruota dei migliori fino quasi alla fine della tappa. Si sale sempre a + 20 Km/orari quasi ovunque, e molti nel gruppo (anche se non tutti) ci riescono, quindi la selezione non la riesce a più a fare quasi nessuno, se non in qualche tappa con dislivelli esagerati. Fra i migliori professionisti e quelli appena al di sotto le differenze di prestazioni sono molto piccole (per i noti motivi legati al livellamento verso l'alto delle prestazioni fisiche), per cui i distacchi sono spesso di pochi secondi anche alla fine di tappe che sulla carta sono molto selettive. Le scelte dei percorsi sembrano (ovviamente) motivate dalla volontà degli organizzatori di "far spettacolo", rendendo il risultato incerto fino all'ultimo. I distacchi sono minimi, in quanto la costante altissima velocità del gruppo dei migliori (e dei loro gregari) non permette quasi azioni individuali se non a fine tappa. In questo scenario, senza crono (che sono poco spettacolari per un pubblico non praticante), il risultato finale è che i distacchi rimangono quasi nulli fino alla fine, con un teorico spettacolo dovuto all'incertezza del risultato finale, per cui fino all'ultima tappa ci sono ancora diversi candidati alla vittoria finale. In sintesi: non so quanto sia cambiato. Il Tour era una pizza micidiale già ai tempi di Miguelon, che faceva melina in salita e brutalizzava tutti a cronometro. E' diventato un po’ più spettacolare dopo, ma sappiamo anche perché. E non è che in questi anni, dopo tutto quello che è successo, sia vada molto meglio quanto a spettacolarità, ma è comprensibile il tentativo da parte di chi organizza e ci "vende" il prodotto, da un lato di volere movimentare le tappe proponendo percorsi durissimi (che comunque fanno una selezione limitata), ma dall'altro eliminando le cronometro (che i distacchi invece li creerebbero eccome) per rendere la corsa incerta fino alla fine. Insomma sembra possa essere una strategia ben precisa. Se poi piaccia agli spettatori, non è chiaro... Le esigenze "televisive" fanno un po' a pugni con quelle degli appassionati praticanti. Ma le differenze “naturali” dei tempi eroici, fra i fuoriclasse e quelli solo un po’ meno forti, sono state quasi annullate dal livellamento verso l’alto delle prestazioni, e di conseguenza per ricreare un po’ di magia e di mito occorre scervellarsi, inventando sempre qualcosa di nuovo per non annoiare il pubblico. [/QUOTE]
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