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Come sta cambiando il ciclismo?
Testo
<blockquote data-quote="alvan" data-source="post: 6592223" data-attributes="member: 72450"><p>A me pare che oggi un grande giro (cioé, insieme a qualche classica monumento, 'Il' ciclismo) sia diventato una specie di spettacolo composito, senza un filo conduttore che unisca tutte le parti. Ci sono i giorni degli sprinter, con gli uomini di classifica che si fanno da parte, i giorni dei cronomen (sempre meno in grado di spostare la classifica), i giorni dell''impresa' che determina la classifica finale. In termini di una grande e significativa gara questo è una follia, forse anche per lo spettacolo televisivo, almeno inteso come il riferimento per prender le parti di questo o quello, di quel team o di quell'altro, come dovrebbe essere naturale in uno sport agonistico. Faccio un esempio. Io sono un fan dell'Ineos. So che per buona parte delle tappe, se ne staranno zitti e buoni, perché nella distribuzione dei costumi di scena non gli compete la parte dei vincitori di tappa. E mi annoio per tutte quelle tappe, perché non mi sentirò coinvolto, anzi, sarò deluso di vedere i miei colori in mezzo al gruppo. Al contrario, chi tifa per uno sprinter sa già che la GC non gli competerà mai e via discorrendo. Il ciclismo ha preso questa piega da non più di due, tre anni e, ai miei occhi, sta diventando noioso. Non è un caso che, se osservate la campagna acquisti di Ineos, si sia riempito di figure abbastanza simili, guardandosi bene da cercare di fare una squadra più completa (secondo me, oltretutto, con qualche scelta discutibile).</p><p>E' possibile, però, che qualcosa stia sensibilmente cambiando con l'esplosione di questa generazione di giovanissimi, che potrebbe far saltare lo schema di cui sopra. Se l'UCI non interviene per assecondare il proprio schema, i vari Evenepoel, Pogacar, Bernal etc potrebbero restituire un modo più totale di concepire il proprio ruolo e, a quel punto, puoi fare tutte le strategie che vuoi, ma frenare uno di questi fenomeni, mi pare non facile...</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="alvan, post: 6592223, member: 72450"] A me pare che oggi un grande giro (cioé, insieme a qualche classica monumento, 'Il' ciclismo) sia diventato una specie di spettacolo composito, senza un filo conduttore che unisca tutte le parti. Ci sono i giorni degli sprinter, con gli uomini di classifica che si fanno da parte, i giorni dei cronomen (sempre meno in grado di spostare la classifica), i giorni dell''impresa' che determina la classifica finale. In termini di una grande e significativa gara questo è una follia, forse anche per lo spettacolo televisivo, almeno inteso come il riferimento per prender le parti di questo o quello, di quel team o di quell'altro, come dovrebbe essere naturale in uno sport agonistico. Faccio un esempio. Io sono un fan dell'Ineos. So che per buona parte delle tappe, se ne staranno zitti e buoni, perché nella distribuzione dei costumi di scena non gli compete la parte dei vincitori di tappa. E mi annoio per tutte quelle tappe, perché non mi sentirò coinvolto, anzi, sarò deluso di vedere i miei colori in mezzo al gruppo. Al contrario, chi tifa per uno sprinter sa già che la GC non gli competerà mai e via discorrendo. Il ciclismo ha preso questa piega da non più di due, tre anni e, ai miei occhi, sta diventando noioso. Non è un caso che, se osservate la campagna acquisti di Ineos, si sia riempito di figure abbastanza simili, guardandosi bene da cercare di fare una squadra più completa (secondo me, oltretutto, con qualche scelta discutibile). E' possibile, però, che qualcosa stia sensibilmente cambiando con l'esplosione di questa generazione di giovanissimi, che potrebbe far saltare lo schema di cui sopra. Se l'UCI non interviene per assecondare il proprio schema, i vari Evenepoel, Pogacar, Bernal etc potrebbero restituire un modo più totale di concepire il proprio ruolo e, a quel punto, puoi fare tutte le strategie che vuoi, ma frenare uno di questi fenomeni, mi pare non facile... [/QUOTE]
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