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Osservatorio doping
Commenti per la discussione "Nuovi casi di doping tra gli amatori" (parte 2 sigh!!)
Testo
<blockquote data-quote="gx2" data-source="post: 6457863" data-attributes="member: 12152"><p>non è assolutamente scandalosa, è anzi legittima visto che il valore sportivo/tecnico delle gare amatoriali, dalla prima all'ultima, è pari a zero.</p><p>Però, come è anche stato scritto tante volte, se non ci fossero i controlli, se non ci fosse un minimo di pulizia, in poco tempo le gare più piccole (quelle da 50 a un migliaio di partecipanti per intenderci) che sono la stragrande maggioranza, andrebbero a morire (si ritroverebbero in 4 gatti di cui 3 dopati) e con esse tutto il movimento agonistico amatoriale. Al sud abbiamo già tante piccole gare che muoiono per altri motivi, figuriamoci se non ci dovessero essere più controlli. Non converrebbe a nessuno, al coni, alla federazione, alle società (partecipanti e organizzatrici di eventi) ai singoli ciclisti, ai negozianti, ai marchi del settore e soprattutto a quelli che basano le loro vendite sulla retorica della corretta alimentazione in allenamento e gara e sul miglior mezzo per ogni evenienza.</p><p>Tutto il movimento si basa su una seppur piccola idea di pulizia, reale o anche solo ricercata, quindi quei soldi che apparentemente sono soldi buttati, alla fine sono un piccolo investimento per tenere su la baracca e far si che ritornino per vie indirette.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="gx2, post: 6457863, member: 12152"] non è assolutamente scandalosa, è anzi legittima visto che il valore sportivo/tecnico delle gare amatoriali, dalla prima all'ultima, è pari a zero. Però, come è anche stato scritto tante volte, se non ci fossero i controlli, se non ci fosse un minimo di pulizia, in poco tempo le gare più piccole (quelle da 50 a un migliaio di partecipanti per intenderci) che sono la stragrande maggioranza, andrebbero a morire (si ritroverebbero in 4 gatti di cui 3 dopati) e con esse tutto il movimento agonistico amatoriale. Al sud abbiamo già tante piccole gare che muoiono per altri motivi, figuriamoci se non ci dovessero essere più controlli. Non converrebbe a nessuno, al coni, alla federazione, alle società (partecipanti e organizzatrici di eventi) ai singoli ciclisti, ai negozianti, ai marchi del settore e soprattutto a quelli che basano le loro vendite sulla retorica della corretta alimentazione in allenamento e gara e sul miglior mezzo per ogni evenienza. Tutto il movimento si basa su una seppur piccola idea di pulizia, reale o anche solo ricercata, quindi quei soldi che apparentemente sono soldi buttati, alla fine sono un piccolo investimento per tenere su la baracca e far si che ritornino per vie indirette. [/QUOTE]
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