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Metodologie di allenamento
Core Sensor, Train.red/Moxy & Lattato...le nuove frontiere del training.
Testo
<blockquote data-quote="all_i_need_is_bike" data-source="post: 7579522" data-attributes="member: 5183"><p>Posso scrivere qualcosa :)</p><p>Abbastanza vero quanto scrivi, nel senso che l'ossigenazione muscolare ha delle risposte "tipiche" come altri parametri di risposta. Ma è intrinsecamente meno adatta ad evidenziare una soglia di passaggio fra ambiti di intensità rispetto ad altri parametri. Il motivo è che LT1 ed LT2 sono fenomeni globali (comunque non puntiformi), mentre quella misura è molto locale (con un solo strumento misuri ciò che succede solo in una porzione di un muscolo - che in generale è un po' diverso rispetto a ciò che succede in una porzione diversa del muscolo, o in un altro muscolo di quelli coinvolti nella pedalata, a quella intensità e in quel frangente).</p><p>Il che non lo rende meno utile, basta essere consapevoli delle incertezze coinvolte (ogni misura ha incertezze e serve più a prendere buone decisioni che a trovare un numero perfetto).</p><p>Comunque, a mio parere, ha un potenziale che va oltre l'individuazione di zone.</p><p></p><p>Sempre ricordando che LT1 ed LT2: i) si modificano nel corso dell'attività e ii) definiscono ambiti di risposta all'intensità ma non ambiti di adattamento.</p><p></p><p>Un sensore continuo di lattato può essere utile ma dipende come lo si usa. Utilizzarlo come guida in tempo reale sulla base di valori fissi predeterminati (ad esempio restare entro un certo range) ha intrinsecamente dei limiti: - come ricordato eventuali LT1 e LT2 cambiano durante la sessione; - una lettura di lattato è sempre la differenza fra produzione e ossidazione, quindi è l'esito netto di cose diverse che avvengono contemporaneamente e che non riesco a discriminare solo tramite la lettura; - non definiscono ambiti di adattamento.</p><p>Non significa che non sia utile, ma serve consapevolezza (probabilmente in termini di gestione della sessione aggiunge meno di quanto potrebbe sembrare).</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="all_i_need_is_bike, post: 7579522, member: 5183"] Posso scrivere qualcosa :) Abbastanza vero quanto scrivi, nel senso che l'ossigenazione muscolare ha delle risposte "tipiche" come altri parametri di risposta. Ma è intrinsecamente meno adatta ad evidenziare una soglia di passaggio fra ambiti di intensità rispetto ad altri parametri. Il motivo è che LT1 ed LT2 sono fenomeni globali (comunque non puntiformi), mentre quella misura è molto locale (con un solo strumento misuri ciò che succede solo in una porzione di un muscolo - che in generale è un po' diverso rispetto a ciò che succede in una porzione diversa del muscolo, o in un altro muscolo di quelli coinvolti nella pedalata, a quella intensità e in quel frangente). Il che non lo rende meno utile, basta essere consapevoli delle incertezze coinvolte (ogni misura ha incertezze e serve più a prendere buone decisioni che a trovare un numero perfetto). Comunque, a mio parere, ha un potenziale che va oltre l'individuazione di zone. Sempre ricordando che LT1 ed LT2: i) si modificano nel corso dell'attività e ii) definiscono ambiti di risposta all'intensità ma non ambiti di adattamento. Un sensore continuo di lattato può essere utile ma dipende come lo si usa. Utilizzarlo come guida in tempo reale sulla base di valori fissi predeterminati (ad esempio restare entro un certo range) ha intrinsecamente dei limiti: - come ricordato eventuali LT1 e LT2 cambiano durante la sessione; - una lettura di lattato è sempre la differenza fra produzione e ossidazione, quindi è l'esito netto di cose diverse che avvengono contemporaneamente e che non riesco a discriminare solo tramite la lettura; - non definiscono ambiti di adattamento. Non significa che non sia utile, ma serve consapevolezza (probabilmente in termini di gestione della sessione aggiunge meno di quanto potrebbe sembrare). [/QUOTE]
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