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Di Felice fallisce di nuovo la traversata dell'Antartide
Testo
<blockquote data-quote="ottomilainsù" data-source="post: 7466078" data-attributes="member: 36102"><p>Beh a questo punto dico anch'io la mia.</p><p>So chi è Omar Di Felice da un po' di anni, se ho una vaga idea di che cosa sia l'ultracycling lo devo a lui, forse perché per puro caso mi sono imbattuto nel suo profilo, magari perché aveva più visibilità di altri.</p><p>All'inizio lo guardavo con un misto di ammirazione e invidia, anzi, forse quasi pensando che fosse fuori di testa (brutta cosa l'invidia) perché faceva cose impensabili per uno normale come me (brutta cosa l'invidia)</p><p>Ma dentro avevo già il tarlo all'opera, la voglia di provare a fare qualcosa di "lungo" c'era, solo che nei vari tentativi che avevo fatto, mi ero fermato ben presto, "fallivo per l'ennesima volta".</p><p>Poi ho cominciato anch'io, in compagnia di uno più matto di me, a fare 300, 400 km, tutti in una volta, alla tenera età di cinquant'anni, io che a vent'anni concepivo come "lungo" un giro da un centinaio di chilometri.</p><p>Una sera ho fatto una breve chiacchierata con lui, più con l'obiettivo di imparare il più possibile che per la voglia di conoscerlo per davvero, cosa impossibile in un incontro di un'ora e un domanda - risposta di qualche minuto.</p><p>L'invidia.</p><p>Perché dico questo?</p><p>Chi critica, magari senza aver mai fatto neanche lontanamente qualcosa come quello che ha fatto lui, probabilmente lo fa per invidia, riguardandomi indietro anch'io ero un po' invidioso. </p><p>Adesso che ho fatto qualcosa anch'io, per il gusto personale di farlo, mi rendo conto di quanto sia difficile.</p><p>Ma che cos'è la bici? C'è chi spara tutto in pochi minuti in pista, chi deve correre per tre settimane di fila, chi non dorme per più giorni, chi va nella notte artica, chi attraversa l'Africa o l'Afghanistan, chi si fa la ciclabile in discesa, chi si spacca le ossa alla Rampage, eccetera eccetera.</p><p>Io non giudico più, citando una battuta di un film, perché per giudicare bisogna aver provato. Io le ho provate un po' tutte queste modalità, qualcosa ho fatto, sempre meno di tanti altri, ma ho la soddisfazione di averlo fatto per me, anche se spesso ho fallito rispetto ai propositi inziali (come, per esempio, quella sera in cui sono andato ad ascoltare Omar; avrei voluto andarci in bici, in una fredda serata di fine novembre, sotto la pioggia, a 30 km da casa mia, ma poi la pigrizia ha prevalso e ho usato l'auto...)</p><p>Si può essere d'accordo o meno con il modo di fare di Omar, ma trovo che il titolo della discussione e il messaggio di apertura siano un po' fuori luogo (brutta cosa l'invidia, quando si vedono gli altri pedalare e si è seduti ad una scrivania a correggere compiti, guardi dalla finestra e passa un tuo ex alunno oggi professionista che si allena, mentre al massimo domani potrò allungare un po' il bike to work con partenza alle 7 e temperatura attesa di -10°C...)</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="ottomilainsù, post: 7466078, member: 36102"] Beh a questo punto dico anch'io la mia. So chi è Omar Di Felice da un po' di anni, se ho una vaga idea di che cosa sia l'ultracycling lo devo a lui, forse perché per puro caso mi sono imbattuto nel suo profilo, magari perché aveva più visibilità di altri. All'inizio lo guardavo con un misto di ammirazione e invidia, anzi, forse quasi pensando che fosse fuori di testa (brutta cosa l'invidia) perché faceva cose impensabili per uno normale come me (brutta cosa l'invidia) Ma dentro avevo già il tarlo all'opera, la voglia di provare a fare qualcosa di "lungo" c'era, solo che nei vari tentativi che avevo fatto, mi ero fermato ben presto, "fallivo per l'ennesima volta". Poi ho cominciato anch'io, in compagnia di uno più matto di me, a fare 300, 400 km, tutti in una volta, alla tenera età di cinquant'anni, io che a vent'anni concepivo come "lungo" un giro da un centinaio di chilometri. Una sera ho fatto una breve chiacchierata con lui, più con l'obiettivo di imparare il più possibile che per la voglia di conoscerlo per davvero, cosa impossibile in un incontro di un'ora e un domanda - risposta di qualche minuto. L'invidia. Perché dico questo? Chi critica, magari senza aver mai fatto neanche lontanamente qualcosa come quello che ha fatto lui, probabilmente lo fa per invidia, riguardandomi indietro anch'io ero un po' invidioso. Adesso che ho fatto qualcosa anch'io, per il gusto personale di farlo, mi rendo conto di quanto sia difficile. Ma che cos'è la bici? C'è chi spara tutto in pochi minuti in pista, chi deve correre per tre settimane di fila, chi non dorme per più giorni, chi va nella notte artica, chi attraversa l'Africa o l'Afghanistan, chi si fa la ciclabile in discesa, chi si spacca le ossa alla Rampage, eccetera eccetera. Io non giudico più, citando una battuta di un film, perché per giudicare bisogna aver provato. Io le ho provate un po' tutte queste modalità, qualcosa ho fatto, sempre meno di tanti altri, ma ho la soddisfazione di averlo fatto per me, anche se spesso ho fallito rispetto ai propositi inziali (come, per esempio, quella sera in cui sono andato ad ascoltare Omar; avrei voluto andarci in bici, in una fredda serata di fine novembre, sotto la pioggia, a 30 km da casa mia, ma poi la pigrizia ha prevalso e ho usato l'auto...) Si può essere d'accordo o meno con il modo di fare di Omar, ma trovo che il titolo della discussione e il messaggio di apertura siano un po' fuori luogo (brutta cosa l'invidia, quando si vedono gli altri pedalare e si è seduti ad una scrivania a correggere compiti, guardi dalla finestra e passa un tuo ex alunno oggi professionista che si allena, mentre al massimo domani potrò allungare un po' il bike to work con partenza alle 7 e temperatura attesa di -10°C...) [/QUOTE]
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