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Di Felice fallisce di nuovo la traversata dell'Antartide
Testo
<blockquote data-quote="Camoscio delle Dolomiti" data-source="post: 7466289" data-attributes="member: 1901"><p>Tocchi un punto importante. Ho letto alcuni commenti del solito gruppetto di haters di 10-15 personaggi che hanno cercato di inondare un pò tutti i commenti tra alcuni articoli usciti sui blog/riviste di settore.</p><p></p><p>Partono dall'assunto che, siccome prima erano "4" e ora sono "40" (ma fossero anche 400 cambierebbe poco) allora io starei per fare "la fine della Ferragni" (che già cosi mi fa ridere) e che io abbia perso il mio pubblico, i miei sponsor e non si sa bene cos'altro.</p><p></p><p>In verità da alcuni anni a questa parte, il successo più grande è stato avvicinare migliaia di persone che non seguono strettamente il ciclismo ma che hanno iniziato ad appassionarsi alla "bicicletta" al "viaggiare in bici" e a temi simili senza per forza seguire la parte agonistica del nostro sport.</p><p></p><p>In troppi, con l'avvento dei social, vivono nella bolla che il proprio algoritmo gli costruisce (es. amo la pizza, domani avrò migliaia di messaggi da pagine che mi propongono la pizza pensando che non esista altro cibo al di fuori di quello!) e sono veramente convinti che la realtà sia quella. Non so se avete visto il film "Social Dilemma" ma aiuta molto a capire l'entità del problema.</p><p></p><p>Un professionista non si basa sul "sentimento" personale, ma ha strumenti e modi per verificare se il proprio lavoro ha interesse (e quindi genera un ritorno) o meno. </p><p>Le aziende con cui lavoro non investono i soldi perchè gli sto simpatico o perchè gli cadono dalle tasche: misurano la portata dell'investimento e il ritorno che ne traggono e, soprattutto dopo tanti anni di lavoro insieme, hanno uno storico "importante" sul ritorno che certe attività hanno sui loro fatturati. </p><p></p><p>Può piacere o meno ma certe cose vengono misurate con strumenti che non lasciano spazio al gusto personale. Se sapeste cosa/quanto muove tutta la bike industry a livello mondiale e quanto piccolo sia il settore specifico del ciclismo pro (che non vuol dire che non sia affascinante o non sia da traino, anzi!) rispetto a tutto il resto - mturismo, mobilità urbana, etc - capireste meglio :)</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Camoscio delle Dolomiti, post: 7466289, member: 1901"] Tocchi un punto importante. Ho letto alcuni commenti del solito gruppetto di haters di 10-15 personaggi che hanno cercato di inondare un pò tutti i commenti tra alcuni articoli usciti sui blog/riviste di settore. Partono dall'assunto che, siccome prima erano "4" e ora sono "40" (ma fossero anche 400 cambierebbe poco) allora io starei per fare "la fine della Ferragni" (che già cosi mi fa ridere) e che io abbia perso il mio pubblico, i miei sponsor e non si sa bene cos'altro. In verità da alcuni anni a questa parte, il successo più grande è stato avvicinare migliaia di persone che non seguono strettamente il ciclismo ma che hanno iniziato ad appassionarsi alla "bicicletta" al "viaggiare in bici" e a temi simili senza per forza seguire la parte agonistica del nostro sport. In troppi, con l'avvento dei social, vivono nella bolla che il proprio algoritmo gli costruisce (es. amo la pizza, domani avrò migliaia di messaggi da pagine che mi propongono la pizza pensando che non esista altro cibo al di fuori di quello!) e sono veramente convinti che la realtà sia quella. Non so se avete visto il film "Social Dilemma" ma aiuta molto a capire l'entità del problema. Un professionista non si basa sul "sentimento" personale, ma ha strumenti e modi per verificare se il proprio lavoro ha interesse (e quindi genera un ritorno) o meno. Le aziende con cui lavoro non investono i soldi perchè gli sto simpatico o perchè gli cadono dalle tasche: misurano la portata dell'investimento e il ritorno che ne traggono e, soprattutto dopo tanti anni di lavoro insieme, hanno uno storico "importante" sul ritorno che certe attività hanno sui loro fatturati. Può piacere o meno ma certe cose vengono misurate con strumenti che non lasciano spazio al gusto personale. Se sapeste cosa/quanto muove tutta la bike industry a livello mondiale e quanto piccolo sia il settore specifico del ciclismo pro (che non vuol dire che non sia affascinante o non sia da traino, anzi!) rispetto a tutto il resto - mturismo, mobilità urbana, etc - capireste meglio :) [/QUOTE]
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