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<blockquote data-quote="canserbero" data-source="post: 7274670" data-attributes="member: 107540"><p>[USER=5183]@all_i_need_is_bike[/USER]: La questione è chiaramente complessa, ma questo non ci vieta di cercare una risposta o una via operativa che ci permetta di usare il tempo che abbiamo in maniera efficiente. Consapevole che necessariamente bisognerà accontentarsi un certo grado di approssimazione, almeno vorrei che l’approssimazione comprendesse un intorno che garantisca, in linea di principio, i risultati attesi. Se interpreto bene, questo è in linea quando dici “Più probabile che ci siano solo possibilità da considerare all'interno di un certo campo di variabilità.”.</p><p></p><p>Per me è naturale chiedersi quale sia questo intorno ed esprimerlo nei termini di ciò di cui noi disponiamo per allenarci, i.e. zone di potenza, quindi mi chiedo se </p><ol> <li data-xf-list-type="ol">stare z1, z2 bassa o alta (zone secondo Coggan) </li> <li data-xf-list-type="ol">in una seduta lunga è meglio stare direttamente nella z2 bassa/z1 alta o se partire, per dire, a metà z2 e aggiustare il target (verso il basso) mano a mano che la seduta progredisce. </li> </ol><p>Da un lato trovo sensato e condivido quanto scrivi in merito al monitoraggio dell’andamento generale del piano di allenamento, dall’altro non lo trovo utile per la mia (o le nostre?) finalità in relazione a 1. e 2. sopra principalmente perché questa valutazione è influenzata da molti altri fattori. Non trovo nemmeno utile in questo caso considerare il trade-off durata-intensità: a me sembra che la questione si giochi nello stare in una certa zona, dove dovrebbero avvenire determinati adattamenti, e ad estendere progressivamente la durata in quella zona. Elaborando un po’, ad un primo livello la partita si gioca nel non sforare lt1. Ottenuto questo ci si può chiedere se stare più verso la zona di ossidazione massima di acidi grassi o se avvicinarsi il più possibile alla zona di confine di lt1 per avere il maggior stimolo allenante in uno stato in cui la lipolisi è predominante; in questo ultimo caso il vantaggio di stare nella zona adatta si dovrebbe tradurre nell’ottimizzare i tempi di allenamento, prioritario per chi, come noi, ha il tempo che ha. Per quanto ho visto nel podcast di Peter Attia e quanto anche mostrato da [USER=114278]@cbr70[/USER], la zona di ossidazione massima di acidi è ben inferiore a lt1, quindi probabilmente stare a metà della z1 (Coggan) dovrebbe essere appropriato; l’altro caso, quello per me più interessante, è più complesso da gestire, sopratutto per quanto detto in 2.</p><p></p><p>Il mio approccio pratico è quello di stare in z2 bassa, nella speranza che questo garantisca, se non altro, di non sforare lt1 Ovviamente mi chiedo se non sto cazzeggiando troppo dal momento che lo stress sul fisico che mi danno sessioni di 4/5 ore a quella intensità è basso e la sfida maggiore è stare sul rullo il tempo necessario (e ad un certo punto anche trovare il tempo). Magari sono sulla strada giusta e i dubbi derivano dal retaggio del “troppo facile”. In ogni caso, questa è solo la mia opinione che deriva dal mettere assieme informazioni reperite di qua e di là, e non è detto che lo abbia fatto nel modo corretto, e quindi per me non è sufficiente, come non lo sarebbe mai per una qualsiasi affermazione che si basa su un caso singolo. Per quello cercavo qualche indicazione pratica da chi ha potuto mettere assieme dati di laboratorio ed esperienza.</p><p></p><p></p><p></p><p>[USER=150463]@marcobonini[/USER]: grazie. Dall’intervento di [USER=114278]@cbr70[/USER] mi è più chiaro perché legare lt1 ad una percentuale di quella che spesso viene presa come la potenza a vo2max.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="canserbero, post: 7274670, member: 107540"] [USER=5183]@all_i_need_is_bike[/USER]: La questione è chiaramente complessa, ma questo non ci vieta di cercare una risposta o una via operativa che ci permetta di usare il tempo che abbiamo in maniera efficiente. Consapevole che necessariamente bisognerà accontentarsi un certo grado di approssimazione, almeno vorrei che l’approssimazione comprendesse un intorno che garantisca, in linea di principio, i risultati attesi. Se interpreto bene, questo è in linea quando dici “Più probabile che ci siano solo possibilità da considerare all'interno di un certo campo di variabilità.”. Per me è naturale chiedersi quale sia questo intorno ed esprimerlo nei termini di ciò di cui noi disponiamo per allenarci, i.e. zone di potenza, quindi mi chiedo se [LIST=1] [*]stare z1, z2 bassa o alta (zone secondo Coggan) [*]in una seduta lunga è meglio stare direttamente nella z2 bassa/z1 alta o se partire, per dire, a metà z2 e aggiustare il target (verso il basso) mano a mano che la seduta progredisce. [/LIST] Da un lato trovo sensato e condivido quanto scrivi in merito al monitoraggio dell’andamento generale del piano di allenamento, dall’altro non lo trovo utile per la mia (o le nostre?) finalità in relazione a 1. e 2. sopra principalmente perché questa valutazione è influenzata da molti altri fattori. Non trovo nemmeno utile in questo caso considerare il trade-off durata-intensità: a me sembra che la questione si giochi nello stare in una certa zona, dove dovrebbero avvenire determinati adattamenti, e ad estendere progressivamente la durata in quella zona. Elaborando un po’, ad un primo livello la partita si gioca nel non sforare lt1. Ottenuto questo ci si può chiedere se stare più verso la zona di ossidazione massima di acidi grassi o se avvicinarsi il più possibile alla zona di confine di lt1 per avere il maggior stimolo allenante in uno stato in cui la lipolisi è predominante; in questo ultimo caso il vantaggio di stare nella zona adatta si dovrebbe tradurre nell’ottimizzare i tempi di allenamento, prioritario per chi, come noi, ha il tempo che ha. Per quanto ho visto nel podcast di Peter Attia e quanto anche mostrato da [USER=114278]@cbr70[/USER], la zona di ossidazione massima di acidi è ben inferiore a lt1, quindi probabilmente stare a metà della z1 (Coggan) dovrebbe essere appropriato; l’altro caso, quello per me più interessante, è più complesso da gestire, sopratutto per quanto detto in 2. Il mio approccio pratico è quello di stare in z2 bassa, nella speranza che questo garantisca, se non altro, di non sforare lt1 Ovviamente mi chiedo se non sto cazzeggiando troppo dal momento che lo stress sul fisico che mi danno sessioni di 4/5 ore a quella intensità è basso e la sfida maggiore è stare sul rullo il tempo necessario (e ad un certo punto anche trovare il tempo). Magari sono sulla strada giusta e i dubbi derivano dal retaggio del “troppo facile”. In ogni caso, questa è solo la mia opinione che deriva dal mettere assieme informazioni reperite di qua e di là, e non è detto che lo abbia fatto nel modo corretto, e quindi per me non è sufficiente, come non lo sarebbe mai per una qualsiasi affermazione che si basa su un caso singolo. Per quello cercavo qualche indicazione pratica da chi ha potuto mettere assieme dati di laboratorio ed esperienza. [USER=150463]@marcobonini[/USER]: grazie. Dall’intervento di [USER=114278]@cbr70[/USER] mi è più chiaro perché legare lt1 ad una percentuale di quella che spesso viene presa come la potenza a vo2max. [/QUOTE]
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