Mi sembra che il ciclismo spesso venga dipinto come una specie di sistema di squadre "chiuse" in cui ognuno lotta strenuamente contro l'altro.
A mio parere non è cosi: i corridori passano continuamente da una squadra all'altra, idem le persone che fanno parte degli staff.
Parlando con pro ed ex-pro ho sempre l'impressione che tutti sappiano tutto di tutti, e non ci sono "misteri" particolari. È un microcosmo di qualche centinaio di persone che di fatto vivono in simbiosi tutto l'anno.
Quello che non si considera mai sono appunto tutti i rapporti tra i vari attori in gioco, che, appunto, a volte non sono "contro gli altri". Il ciclismo è da sempre sport di combine per eccellenza (dal giorno 1), e non si tratta di vendersi e comprarsi le corse, ma di "favori" tra ex-compagni, tra compagni futuri, tra corridori con lo stesso procuratore, con gli stessi sponsor personali, etc...
La mia opinione è che ci sia tutto un equilibrio di regole non scritte da rispettare, e che gran parte del "mestiere" del ciclista sia rispettarle senza farla fuori dal vaso. Pena pagarla subito.