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<blockquote data-quote="somaro" data-source="post: 4027336" data-attributes="member: 10894"><p>Due concetti che riassumono tutto quanto detto prima:</p><p>più uscite, meno entrate: per stare nel bilancio rispettando le regole, le uniche uscite limitabili sono quelle dei premi e le entrate incrementabili quelle delle quote d'iscrizione, cercando di trovare escamotages (giustificazioni per supplementi) per aggirare il regolamento che prevede la quota massima di euro 10,00.</p><p>Alcuni organizzatori, prendendosi grossi rischi, per risparmiare qualcosa rinunciano a staffette o non fanno girare le ambulanze (o addirittura ne fanno venire una in servizio sperando che non si verifichino urgenze sul territorio che la costringano ad abbandonare la gara). Personalmente, nelle gare in salita che faccio a volte l'ambulanza manca proprio o si limita a una comparsa ad inizio gara. </p><p>Ormai nessuno più è disponibile o può permettersi di organizzare una gara in perdita, come ai bei tempi, se mancano volontari disposti ad impegnare ore gratis i costi sono altissimi. Il fatto che un organizzatore serio come Mariotti (ASI Lombardia) abbia drasticamente ridimensionato il calendario fa capire il momento difficile.</p><p>Oltretutto, i "campi di gioco" a volte sono al limite della praticabilità per una gara su strada: le strade sono sempre più martoriate, lasciate senza manutenzione da anni ormai, alcuni Enti (Province e Comuni) nel timore di richieste di risarcimento danni negano i permessi per questo motivo.</p><p>A ciò si aggiunga anche il numero sempre crescente di persone con problemi lavorativi (ed i cicloamatori, prevalentemente maschi, di età matura sono abbastanza colpiti dal fenomeno) e quindi economici, che limita il numero di partecipanti, correre diventa un lusso che ci si può permettere sempre meno. </p><p>Al contrario, invece, per qualcuno restano ore libere che vengono dedicate all'allenamento anche in periodi dell'anno in cui prima l'attività era sospesa per motivi ambientali (come in inverno), non a caso si sta assistendo ad un'estensione della stagione anche al di fuori del periodo canonico dell'ora legale, fino a pochi anni fa a febbraio nessuno si sarebbe sognato di organizzare gare in Pianura Padana (a parte Bardolino e poche eccezioni). Gli organizzatori cercano di "colonizzare" periodi dell'anno finora liberi, con tutti i rischi connessi (se fa una nevicata addio gara), con buone speranze di una partecipazione massiccia, in caso di condizioni atmosferiche accettabili, e i numeri sembrano dare loro ragione. Ne parlavo la scorsa settimana con il mio Presidente, in pratica è meglio avere il "monopolio" su una data invernale con i rischi connessi piuttosto di organizzare una gara tra le tante a stagione avviata.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="somaro, post: 4027336, member: 10894"] Due concetti che riassumono tutto quanto detto prima: più uscite, meno entrate: per stare nel bilancio rispettando le regole, le uniche uscite limitabili sono quelle dei premi e le entrate incrementabili quelle delle quote d'iscrizione, cercando di trovare escamotages (giustificazioni per supplementi) per aggirare il regolamento che prevede la quota massima di euro 10,00. Alcuni organizzatori, prendendosi grossi rischi, per risparmiare qualcosa rinunciano a staffette o non fanno girare le ambulanze (o addirittura ne fanno venire una in servizio sperando che non si verifichino urgenze sul territorio che la costringano ad abbandonare la gara). Personalmente, nelle gare in salita che faccio a volte l'ambulanza manca proprio o si limita a una comparsa ad inizio gara. Ormai nessuno più è disponibile o può permettersi di organizzare una gara in perdita, come ai bei tempi, se mancano volontari disposti ad impegnare ore gratis i costi sono altissimi. Il fatto che un organizzatore serio come Mariotti (ASI Lombardia) abbia drasticamente ridimensionato il calendario fa capire il momento difficile. Oltretutto, i "campi di gioco" a volte sono al limite della praticabilità per una gara su strada: le strade sono sempre più martoriate, lasciate senza manutenzione da anni ormai, alcuni Enti (Province e Comuni) nel timore di richieste di risarcimento danni negano i permessi per questo motivo. A ciò si aggiunga anche il numero sempre crescente di persone con problemi lavorativi (ed i cicloamatori, prevalentemente maschi, di età matura sono abbastanza colpiti dal fenomeno) e quindi economici, che limita il numero di partecipanti, correre diventa un lusso che ci si può permettere sempre meno. Al contrario, invece, per qualcuno restano ore libere che vengono dedicate all'allenamento anche in periodi dell'anno in cui prima l'attività era sospesa per motivi ambientali (come in inverno), non a caso si sta assistendo ad un'estensione della stagione anche al di fuori del periodo canonico dell'ora legale, fino a pochi anni fa a febbraio nessuno si sarebbe sognato di organizzare gare in Pianura Padana (a parte Bardolino e poche eccezioni). Gli organizzatori cercano di "colonizzare" periodi dell'anno finora liberi, con tutti i rischi connessi (se fa una nevicata addio gara), con buone speranze di una partecipazione massiccia, in caso di condizioni atmosferiche accettabili, e i numeri sembrano dare loro ragione. Ne parlavo la scorsa settimana con il mio Presidente, in pratica è meglio avere il "monopolio" su una data invernale con i rischi connessi piuttosto di organizzare una gara tra le tante a stagione avviata. [/QUOTE]
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