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Giancarlo Brocci propone all'UCI un ritorno al ciclismo eroico
Testo
<blockquote data-quote="avalonice" data-source="post: 6565252" data-attributes="member: 131434"><p>Prima di pensare a queste cose qualcuno dovrebbe studiare un po', in particolare i miti dell'età dell'oro così capirebbe il senso delle sue proposte.</p><p>I vari Coppi, Bartali, Bottecchia ecc.ecc. si allenavano con metodo e scienza e sfruttando al massimo la tecnica del tempo, come fanno oggi i vari Froome, Nibali ecc, la differenza sta semplicemente nell'evoluzione della tecnologia e della scienza.</p><p>Al tempo le minor conoscenze rendevano tutto meno prevedibile ma il ciclismo come tutto lo sport agonistico pesca ovunque al fine di migliorare i risultati (c'è anche il doping lo so) e quindi anche nella tecnologia.</p><p>Le bici sono sempre stata ottimi esempi di studi ingegneristici, l'alimentazione è sempre stata curata dai corridori, le squadre si sono sempre avvalse ti tutto ciò che può migliorare il loro lavoro.</p><p>Non mi pare che nel '40 quando Campagnolo introdusse il "cambio corsa" ci fu una levata di scudi perchè questo nuovo dispositivo snaturava il ciclismo come accade ora per qualsiasi nuovo prodotto.</p><p>Così non mi pare che quando si passo, negli anni '80, dall'acciaio all'alluminio ci furono corridori che preferivano farsi un tappone di montagna con un bel telaio di acciaio di 1kg più pesante rispetto ad uno di alluminio per restare fedeli alla tradizione.</p><p>Il miglioramento e la diffusione delle conoscenze porta ad un livellamento delle prestazioni, verso l'alto ovviamente, riduce l'imprevedibilità e tende a parità di condizioni ad omologare le prestazione; questo accade in ogni ambito, non solo nello sport.</p><p>Poi se una loc.turistica pensa di attirare amatori con un iniziativa simil eroica fa sicuramente bene, ma pensare di proporla in chiave agonistica è un "caxxxta pazzesca".</p><p>In una manifestazione sportiva un pizzico di agonismo non gusta ovviamente, proporre una classifiche non esclusivamente basata solo sul tempo ma anche su prove di "riparazione del proprio mezzo" o sulla qualità del restauro potrebbe dare un po' di sale alla manifestazione, ma pensare di far nascere un circuito agonistico mi sembra una cosa fuori luogo.</p><p>Vogliamo far si che le gare dei pro siano più avvincenti ci sono altri sistemi più efficienti di quello di farli correre con bici degli anni '40 altrimenti facciamo prima a dotarli di zaino con mattoni, poi voglio vedere Froom in fuga un 10kg di mattoni sulla schiena.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="avalonice, post: 6565252, member: 131434"] Prima di pensare a queste cose qualcuno dovrebbe studiare un po', in particolare i miti dell'età dell'oro così capirebbe il senso delle sue proposte. I vari Coppi, Bartali, Bottecchia ecc.ecc. si allenavano con metodo e scienza e sfruttando al massimo la tecnica del tempo, come fanno oggi i vari Froome, Nibali ecc, la differenza sta semplicemente nell'evoluzione della tecnologia e della scienza. Al tempo le minor conoscenze rendevano tutto meno prevedibile ma il ciclismo come tutto lo sport agonistico pesca ovunque al fine di migliorare i risultati (c'è anche il doping lo so) e quindi anche nella tecnologia. Le bici sono sempre stata ottimi esempi di studi ingegneristici, l'alimentazione è sempre stata curata dai corridori, le squadre si sono sempre avvalse ti tutto ciò che può migliorare il loro lavoro. Non mi pare che nel '40 quando Campagnolo introdusse il "cambio corsa" ci fu una levata di scudi perchè questo nuovo dispositivo snaturava il ciclismo come accade ora per qualsiasi nuovo prodotto. Così non mi pare che quando si passo, negli anni '80, dall'acciaio all'alluminio ci furono corridori che preferivano farsi un tappone di montagna con un bel telaio di acciaio di 1kg più pesante rispetto ad uno di alluminio per restare fedeli alla tradizione. Il miglioramento e la diffusione delle conoscenze porta ad un livellamento delle prestazioni, verso l'alto ovviamente, riduce l'imprevedibilità e tende a parità di condizioni ad omologare le prestazione; questo accade in ogni ambito, non solo nello sport. Poi se una loc.turistica pensa di attirare amatori con un iniziativa simil eroica fa sicuramente bene, ma pensare di proporla in chiave agonistica è un "caxxxta pazzesca". In una manifestazione sportiva un pizzico di agonismo non gusta ovviamente, proporre una classifiche non esclusivamente basata solo sul tempo ma anche su prove di "riparazione del proprio mezzo" o sulla qualità del restauro potrebbe dare un po' di sale alla manifestazione, ma pensare di far nascere un circuito agonistico mi sembra una cosa fuori luogo. Vogliamo far si che le gare dei pro siano più avvincenti ci sono altri sistemi più efficienti di quello di farli correre con bici degli anni '40 altrimenti facciamo prima a dotarli di zaino con mattoni, poi voglio vedere Froom in fuga un 10kg di mattoni sulla schiena. [/QUOTE]
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