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Giancarlo Brocci propone all'UCI un ritorno al ciclismo eroico
Testo
<blockquote data-quote="Ser pecora" data-source="post: 6567159" data-attributes="member: 1850"><p>M sembrano però due casi un po' diversi. Il salto con gli sci si basa principalmente sulla tecnica, quindi la deriva era l'anoressia pur di pesare meno e le contro-misure sono state adottate per proteggere la salute degli atleti.</p><p>Nel ciclismo sotto una certa % non vai più avanti o basta un niente per farti venire un'infezione, infatti non è che tutti indistintamente hanno la stessa o la minore possibile. Quindi decidere a priori quali sia quella "giusta" mi pare una forzatura, ed un tentativo contraddittorio (vedere più avanti) per livellare il tutto.</p><p></p><p>In generale mi pare una forzatura obbligare i ciclisti a fare qualcosa "perché cosi c'è più spettacolo"...in primis perché ormai, non tanto grazie ai misuratori di potenza, <u>ma ai principi su cui si basano</u>, mi stupirebbe vedere qualcuno che attaccasse come 20 o più anni fa. Con la retorica potremmo definirlo "coraggioso", ma nella realtà sarebbe solo un azzardo. Come lo erano nel passato. Se andavano in porto fughe da lontano era per una serie di cause fortunate, ieri come oggi. Poi certo, si può apprezzare per l'appunto "il coraggio", ma resterebbe un azzardo.</p><p></p><p>Altro punto che sarebbe "poco spettacolare" mi par di capire che sarebbero i risicati distacchi ed il fatto che le prestazioni sono livellate.</p><p>La cosa mi sembra figlia del punto sopra: ormai le tecniche di allenamento, nutrizione e gestione dello sforzo sono codificate non solo grazie alla tecnologia, ma alla scienza, come la fisiologia.</p><p>Ai tempi eroici il livello era meno omogeneo per ignoranza, non per epica. Ovvero, una volta che si sa non si può fare finta di non sapere (o si, ma con risultati drammatici).</p><p></p><p>Ai tempi delle tappe da 300km e più c'era quello che si mangiava le cotolette in corsa, quello che si beveva un fiasco di vino, etc...chiaro che cotte e svarioni erano dietro l'angolo....i distacchi erano abissali a volte. </p><p>Ma era grande spettacolo? Oggi sarebbe entusiasmante vedere il 2° che arriva 1h dopo il 1°? All'epoca faceva poca differenza perché tanto i risultati si leggevano sui giornali e basta, ma oggi? Sarebbe possibile una diretta tv/social con tempi del genere?</p><p></p><p>Personalmente le corse finite con distacchi minimi o all'ultima tappa mi sembrano quelle più entusiasmanti. Un po' come l'1-0 col gol al 90° piuttosto che un 8-0 a metà partita.</p><p></p><p>Altro punto quello dei "rapporti da rampichino": qui mi sembra proprio un'assurdità. Come se per rendere più spettacolare la F1 li obbligassero a montare i freni a tamburo...boh</p><p></p><p>Infine: sempre nei tempi eroici grandi "narrazioni" sono sempre scaturite dalle condizioni meteo proibitive o da percorsi disastrati, ma sono sempre stati proprio i corridori ad invocare il protocollo meteo estremo o percorsi non demenziali per il rispetto della loro incolumità, e quando sono stati ottenuti sono stati salutati come un progresso.</p><p>Per rendere il tutto più spettacolare bisogna tornare alle maglie di lana anche quando piove?</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Ser pecora, post: 6567159, member: 1850"] M sembrano però due casi un po' diversi. Il salto con gli sci si basa principalmente sulla tecnica, quindi la deriva era l'anoressia pur di pesare meno e le contro-misure sono state adottate per proteggere la salute degli atleti. Nel ciclismo sotto una certa % non vai più avanti o basta un niente per farti venire un'infezione, infatti non è che tutti indistintamente hanno la stessa o la minore possibile. Quindi decidere a priori quali sia quella "giusta" mi pare una forzatura, ed un tentativo contraddittorio (vedere più avanti) per livellare il tutto. In generale mi pare una forzatura obbligare i ciclisti a fare qualcosa "perché cosi c'è più spettacolo"...in primis perché ormai, non tanto grazie ai misuratori di potenza, [U]ma ai principi su cui si basano[/U], mi stupirebbe vedere qualcuno che attaccasse come 20 o più anni fa. Con la retorica potremmo definirlo "coraggioso", ma nella realtà sarebbe solo un azzardo. Come lo erano nel passato. Se andavano in porto fughe da lontano era per una serie di cause fortunate, ieri come oggi. Poi certo, si può apprezzare per l'appunto "il coraggio", ma resterebbe un azzardo. Altro punto che sarebbe "poco spettacolare" mi par di capire che sarebbero i risicati distacchi ed il fatto che le prestazioni sono livellate. La cosa mi sembra figlia del punto sopra: ormai le tecniche di allenamento, nutrizione e gestione dello sforzo sono codificate non solo grazie alla tecnologia, ma alla scienza, come la fisiologia. Ai tempi eroici il livello era meno omogeneo per ignoranza, non per epica. Ovvero, una volta che si sa non si può fare finta di non sapere (o si, ma con risultati drammatici). Ai tempi delle tappe da 300km e più c'era quello che si mangiava le cotolette in corsa, quello che si beveva un fiasco di vino, etc...chiaro che cotte e svarioni erano dietro l'angolo....i distacchi erano abissali a volte. Ma era grande spettacolo? Oggi sarebbe entusiasmante vedere il 2° che arriva 1h dopo il 1°? All'epoca faceva poca differenza perché tanto i risultati si leggevano sui giornali e basta, ma oggi? Sarebbe possibile una diretta tv/social con tempi del genere? Personalmente le corse finite con distacchi minimi o all'ultima tappa mi sembrano quelle più entusiasmanti. Un po' come l'1-0 col gol al 90° piuttosto che un 8-0 a metà partita. Altro punto quello dei "rapporti da rampichino": qui mi sembra proprio un'assurdità. Come se per rendere più spettacolare la F1 li obbligassero a montare i freni a tamburo...boh Infine: sempre nei tempi eroici grandi "narrazioni" sono sempre scaturite dalle condizioni meteo proibitive o da percorsi disastrati, ma sono sempre stati proprio i corridori ad invocare il protocollo meteo estremo o percorsi non demenziali per il rispetto della loro incolumità, e quando sono stati ottenuti sono stati salutati come un progresso. Per rendere il tutto più spettacolare bisogna tornare alle maglie di lana anche quando piove? [/QUOTE]
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