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Emozioni & Imprese
GTAM - Grand Tour delle Alpi del Mare 2014 -Sono trascorsi 10 anni!! Ma a rileggerlo mi viene ancora adesso la pelle d'oca ...
Testo
<blockquote data-quote="jeandalmas" data-source="post: 7543032" data-attributes="member: 145386"><p>Il primo tratto è il più impegnativo: la strada percorre ripida la gola incassata del torrente. Ripenso al freddo patito qui durante alcune passate discese notturne, ora invece il caldo è soffocante: per fortuna riesco a mantenere la concentrazione ed a non sgarrare dalla tattica "idratatoria" adottata. Affrontiamo ora il tratto mediano della salita, quello che si inerpica sulla sinistra orografica della valle. In corrispondenza delle gallerie paravalanghe ... e tre! Eccoci alle prese con la mia terza foratura. Finalmente Alberto riesce a convincermi a cambiare il copertone (siamo quasi alla fine del percorso e ritengo anch'io, a questo punto, che si possa rischiare di proseguire senza ulteriori coperture di ricambio).</p><p></p><p>Affrontiamo ora l'ultimo, bellissimo (dopo i mostri di Isola 2000) tratto di salita. Inizio a rendermi conto di avercela quasi fatta: la mia adrenalina fa il suo lavoro, l'entusiasmo è a mille, mentre Alberto procede un po' più stancamente. Non mi par vero di arrivare al Colle ancora in condizioni decenti. Non ci credo: ripenso a tutte le salite superate ed i km percorsi da oltre due giorni a questa parte e ... non ci credo!!! L'aria è frizzante, sul versante italiano muri di neve in scioglimento rendono l'asfalto spesso bagnato e scivoloso. Conviene vestirsi bene, anche perché scendendo andiamo incontro ad una nebbiolina fredda, che solo nel tratto finale della discesa lascia il posto al caldo del fondovalle.</p><p></p><p>A Vinadio mi devo fermare: devo assolutamente acquistare qualcosa di salato da mettere sotto i denti. Il mio corpo a questo punto rifiuta gli alimenti dolciastri che mi rimangono da consumare nelle borse. Mentre Alberto va incontro a sua moglie Elena (che lo riaccompagnerà a casa in bicicletta) io mi tuffo dentro una panetteria. Riprendo la discesa sbocconcellando una buonissima focaccia, che finisco praticamente davanti alla gelateria di Aisone. Qui c'è Alberto che sta aspettando Elena gustandosi un meritato cono. Sopraggiunge Elena e "festeggiamo" la (quasi) conclusione del giro con un grande e succulento gelato alle creme (per Alberto è il secondo ...).</p><p></p><p></p><p>Riprendiamo a scendere ed Alberto decide di seguire Elena (che è senza luci) verso Castelletto di Busca, mentre io attraverso la valle per andare a prendere la "militare". Un po' di saliscendi all'imbrunire mi conducono a Festiona, dove inizia l'ultima (la ventesima) salita del GTAM. Procedo lentamente, ripensando a quel mattino in cui, a conclusione della Super Randonnée 2010, su queste rampe mi pareva miracolosamente di volare, dopo aver trascorso una nottata "mistica" sul Sampeyre e sul Morti (anche detto erroneamente Fauniera), affrontati in condizioni sub-umane ...</p><p></p><p>Mi supera un furgone (strano a quell’ora) e mi viene in mente quanto recentemente successo ad alcuni ciclo-escursionisti: all’arrivo su un colle deserto aggrediti e derubati della bici e del telefonino … Con questo pensiero subdolo ed inquietante affronto la serie di lunghi tornanti: se capitasse anche a me non so davvero se avrei ancora le forze per scendere a piedi sino a Valdieri …</p><p></p><p>La salita pare non finire mai: la folta vegetazione cela fino all'ultimo lo spiazzo che coincide con lo scollinamento. Madonna del Colletto a quest'ora - sono le 20,30 - è (fortunatamente …) deserta: mi vesto rapidamente in corrispondenza della fontana che si trova poco dopo l'inizio della discesa e mi fiondo su Valdieri. Sulla piazzetta del paese qualcuno mi guarda incuriosito, io neanche mi fermo, oramai posso arrivare a casa senza ulteriori addizioni alimentari o idriche. Chiudo l'anello vero e proprio a Roccavione, 55 h dopo la partenza di giovedì pomeriggio. I km totali percorsi sono circa 495 ed il dislivello positivo complessivo superato intorno ai 13200 mt.</p><p></p><p></p><p>Non mi resta che fare ritorno a casa. Fontanelle, Boves, Peveragno: la notte, per la terza giornata consecutiva, mi ricopre col suo manto misterioso mentre sto pedalando. Ormai vedo le luci di Chiusa di Pesio e quasi quasi mi spiace di essere giunto al termine di questa avventura straordinaria: certi momenti, quando ti rendi conto di avercela fatta e ripensi a tutto quello che hai passato per arrivare fino a lì, sono eccezionali e vorresti che non finissero mai …</p><p></p><p></p><p>Grazie ad Alberto, che mi accompagna, sopporta ed aspetta in queste avventure: grazie anche per aver preferito il GTAM al VEB 2014. Grazie a Silvia che mi ha concesso questi 2,5 giorni di avventurosa libertà ciclistica.</p><p></p><p>P.S. Nel 2020, col giro del Lago Maggiore, abbiamo portato a termine il mio piccolo “sogno” ciclistico: effettuare tutti gli anelli transfrontalieri, dal Tirreno al Lago Maggiore, uscendo dall’Italia e rientrandovi (da Francia o Svizzera) dal confine successivo più vicino. Per la cronaca, continuando verso nord l’elenco esposto all’inizio, i giri sono:</p><p></p><p>Colle del Moncenisio - Piccolo San Bernardo (percorso in 3 gg)</p><p></p><p>Piccolo San Bernardo - Gran San Bernardo (3 gg)</p><p></p><p>Gran San Bernardo - Passo del Sempione (3 gg)</p><p></p><p>Passo del Sempione - Lago Maggiore (2 gg)</p><p></p><p>Cannobbio - Locarno – Malesco (Passo Pantani)</p><p></p><p>In tutto sono 15 anelli transfrontalieri, 14 completamente asfaltati (se sostituiamo i due anelli comprendenti il Colle di Tenda con il GTAM), quindi dal Tirreno al Lago maggiore ci sono 15 frontiere asfaltate fra Italia e Francia e fra Italia e Svizzera. Un solo anello attraversa le 3 nazioni: aosta-gsb-campex-martigny-forclaz-montet-servoz-megeve-saissies-beaufort-roselend-psb-aosta.</p><p></p><p>I 15 anelli transfrontalieri sono complessivamente lunghi 3418 km, con un dislivello positivo totale di 69541 metri. Una bella sfida!</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="jeandalmas, post: 7543032, member: 145386"] Il primo tratto è il più impegnativo: la strada percorre ripida la gola incassata del torrente. Ripenso al freddo patito qui durante alcune passate discese notturne, ora invece il caldo è soffocante: per fortuna riesco a mantenere la concentrazione ed a non sgarrare dalla tattica "idratatoria" adottata. Affrontiamo ora il tratto mediano della salita, quello che si inerpica sulla sinistra orografica della valle. In corrispondenza delle gallerie paravalanghe ... e tre! Eccoci alle prese con la mia terza foratura. Finalmente Alberto riesce a convincermi a cambiare il copertone (siamo quasi alla fine del percorso e ritengo anch'io, a questo punto, che si possa rischiare di proseguire senza ulteriori coperture di ricambio). Affrontiamo ora l'ultimo, bellissimo (dopo i mostri di Isola 2000) tratto di salita. Inizio a rendermi conto di avercela quasi fatta: la mia adrenalina fa il suo lavoro, l'entusiasmo è a mille, mentre Alberto procede un po' più stancamente. Non mi par vero di arrivare al Colle ancora in condizioni decenti. Non ci credo: ripenso a tutte le salite superate ed i km percorsi da oltre due giorni a questa parte e ... non ci credo!!! L'aria è frizzante, sul versante italiano muri di neve in scioglimento rendono l'asfalto spesso bagnato e scivoloso. Conviene vestirsi bene, anche perché scendendo andiamo incontro ad una nebbiolina fredda, che solo nel tratto finale della discesa lascia il posto al caldo del fondovalle. A Vinadio mi devo fermare: devo assolutamente acquistare qualcosa di salato da mettere sotto i denti. Il mio corpo a questo punto rifiuta gli alimenti dolciastri che mi rimangono da consumare nelle borse. Mentre Alberto va incontro a sua moglie Elena (che lo riaccompagnerà a casa in bicicletta) io mi tuffo dentro una panetteria. Riprendo la discesa sbocconcellando una buonissima focaccia, che finisco praticamente davanti alla gelateria di Aisone. Qui c'è Alberto che sta aspettando Elena gustandosi un meritato cono. Sopraggiunge Elena e "festeggiamo" la (quasi) conclusione del giro con un grande e succulento gelato alle creme (per Alberto è il secondo ...). Riprendiamo a scendere ed Alberto decide di seguire Elena (che è senza luci) verso Castelletto di Busca, mentre io attraverso la valle per andare a prendere la "militare". Un po' di saliscendi all'imbrunire mi conducono a Festiona, dove inizia l'ultima (la ventesima) salita del GTAM. Procedo lentamente, ripensando a quel mattino in cui, a conclusione della Super Randonnée 2010, su queste rampe mi pareva miracolosamente di volare, dopo aver trascorso una nottata "mistica" sul Sampeyre e sul Morti (anche detto erroneamente Fauniera), affrontati in condizioni sub-umane ... Mi supera un furgone (strano a quell’ora) e mi viene in mente quanto recentemente successo ad alcuni ciclo-escursionisti: all’arrivo su un colle deserto aggrediti e derubati della bici e del telefonino … Con questo pensiero subdolo ed inquietante affronto la serie di lunghi tornanti: se capitasse anche a me non so davvero se avrei ancora le forze per scendere a piedi sino a Valdieri … La salita pare non finire mai: la folta vegetazione cela fino all'ultimo lo spiazzo che coincide con lo scollinamento. Madonna del Colletto a quest'ora - sono le 20,30 - è (fortunatamente …) deserta: mi vesto rapidamente in corrispondenza della fontana che si trova poco dopo l'inizio della discesa e mi fiondo su Valdieri. Sulla piazzetta del paese qualcuno mi guarda incuriosito, io neanche mi fermo, oramai posso arrivare a casa senza ulteriori addizioni alimentari o idriche. Chiudo l'anello vero e proprio a Roccavione, 55 h dopo la partenza di giovedì pomeriggio. I km totali percorsi sono circa 495 ed il dislivello positivo complessivo superato intorno ai 13200 mt. Non mi resta che fare ritorno a casa. Fontanelle, Boves, Peveragno: la notte, per la terza giornata consecutiva, mi ricopre col suo manto misterioso mentre sto pedalando. Ormai vedo le luci di Chiusa di Pesio e quasi quasi mi spiace di essere giunto al termine di questa avventura straordinaria: certi momenti, quando ti rendi conto di avercela fatta e ripensi a tutto quello che hai passato per arrivare fino a lì, sono eccezionali e vorresti che non finissero mai … Grazie ad Alberto, che mi accompagna, sopporta ed aspetta in queste avventure: grazie anche per aver preferito il GTAM al VEB 2014. Grazie a Silvia che mi ha concesso questi 2,5 giorni di avventurosa libertà ciclistica. P.S. Nel 2020, col giro del Lago Maggiore, abbiamo portato a termine il mio piccolo “sogno” ciclistico: effettuare tutti gli anelli transfrontalieri, dal Tirreno al Lago Maggiore, uscendo dall’Italia e rientrandovi (da Francia o Svizzera) dal confine successivo più vicino. Per la cronaca, continuando verso nord l’elenco esposto all’inizio, i giri sono: Colle del Moncenisio - Piccolo San Bernardo (percorso in 3 gg) Piccolo San Bernardo - Gran San Bernardo (3 gg) Gran San Bernardo - Passo del Sempione (3 gg) Passo del Sempione - Lago Maggiore (2 gg) Cannobbio - Locarno – Malesco (Passo Pantani) In tutto sono 15 anelli transfrontalieri, 14 completamente asfaltati (se sostituiamo i due anelli comprendenti il Colle di Tenda con il GTAM), quindi dal Tirreno al Lago maggiore ci sono 15 frontiere asfaltate fra Italia e Francia e fra Italia e Svizzera. Un solo anello attraversa le 3 nazioni: aosta-gsb-campex-martigny-forclaz-montet-servoz-megeve-saissies-beaufort-roselend-psb-aosta. I 15 anelli transfrontalieri sono complessivamente lunghi 3418 km, con un dislivello positivo totale di 69541 metri. Una bella sfida! [/QUOTE]
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