Cerca
Cerca solo tra i titoli
Da:
Cerca solo tra i titoli
Da:
Menu
Home
Forum
Nuovi Messaggi
Cerca...
Iscritti
Visitatori online
Novità
Nuovi Messaggi
Nuovi media
Nuovi commenti media
Ultime Attività
Nuove inserzioni nel mercatino
Nuovi commenti nel mercatino
Mercatino
Nuove inserzioni
Nuovi commenti
Latest reviews
Cerca nel mercatino
Feedback
Guarda le statistiche
Training Camp
Pianificazione
MTB
Media
Nuovi media
Nuovi commenti
Cerca media
EBIKE
Accedi
Registrati
Cerca
Cerca solo tra i titoli
Da:
Cerca solo tra i titoli
Da:
Nuovi Messaggi
Cerca...
Iscritti
Visitatori online
Menu
Install the app
Installa
Rispondi alla discussione
JavaScript è disabilitato. Per una migliore esperienza di navigazione attivalo nel tuo programma o nella tua app per navigare prima di procedere.
Stai usando un browser molto obsoleto. Puoi incorrere in problemi di visualizzazione di questo e altri siti oltre che in problemi di sicurezza. .
Dovresti aggiornarlo oppure
usarne uno alternativo, moderno e sicuro
.
Home
Forum
Magazine
BDC-MAG.com
Il ciclismo robotico ed il ciclismo dei giovani
Testo
<blockquote data-quote="Shinkansen" data-source="post: 6944313" data-attributes="member: 3881"><p>Articolo molto bello e interessante.</p><p>Partiamo col dire che - doping a parte - il confronto con gli anni 80/90 a mio parere è incongruo. Il chilometraggio con cui si correvano i grandi giri allora è notevolmente superiore a quello attuale. Credo sia intorno ai mille chilometri. Non so quanto un giovane li possa amministrare al meglio, considerando che fino a ieri si diceva che un pro' raggiungeva la maturità fisica intorno ai 27 anni.</p><p>È indubbio che la scienza alimentare applicata al ciclismo abbia fatto più che bene. Non più le "bistecche che fanno sangue" ma un'alimentazione che supporti il ciclista abbia fatto fare un salto di qualità. Lo stesso dicasi per la scienza preparatoria, i misuratori di potenza sono uno strumento molto potente per gestire gli allenamenti. </p><p>Anche se so di essere in minoranza (quasi in solitaria) non li vedo benissimo in gara, come non vedo benissimo il ruolo dei direttori sportivi in ammiraglia che teleguidano gli atleti, non lasciando loro spazio all'intelligenza tattica. Per chi se fosse perso si veda il documentario sulla Movistar su Netflix. È un po' gareggiare a carte scoperte. Per me la gara non è solo numeri su un dispositivo, ma anche capacità di bluffare, di spingere all'errore l'avversario. Psicologia.</p><p>Ritengo che sia troppo presto per dire se ci troviamo di fronte ad un nuovo corso, ma vedo di buon occhio non solo la vittoria di Pogačar, ma la sua partecipazione alle classiche. Negli ultimi anni chi correva i grandi giri faceva le classiche per allenamento o non le correva affatto. Non può che essere di grande aiuto al ciclismo sapere che i più forti si confrontano per tutta la stagione, come avveniva ai tempi di Hinault.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Shinkansen, post: 6944313, member: 3881"] Articolo molto bello e interessante. Partiamo col dire che - doping a parte - il confronto con gli anni 80/90 a mio parere è incongruo. Il chilometraggio con cui si correvano i grandi giri allora è notevolmente superiore a quello attuale. Credo sia intorno ai mille chilometri. Non so quanto un giovane li possa amministrare al meglio, considerando che fino a ieri si diceva che un pro' raggiungeva la maturità fisica intorno ai 27 anni. È indubbio che la scienza alimentare applicata al ciclismo abbia fatto più che bene. Non più le "bistecche che fanno sangue" ma un'alimentazione che supporti il ciclista abbia fatto fare un salto di qualità. Lo stesso dicasi per la scienza preparatoria, i misuratori di potenza sono uno strumento molto potente per gestire gli allenamenti. Anche se so di essere in minoranza (quasi in solitaria) non li vedo benissimo in gara, come non vedo benissimo il ruolo dei direttori sportivi in ammiraglia che teleguidano gli atleti, non lasciando loro spazio all'intelligenza tattica. Per chi se fosse perso si veda il documentario sulla Movistar su Netflix. È un po' gareggiare a carte scoperte. Per me la gara non è solo numeri su un dispositivo, ma anche capacità di bluffare, di spingere all'errore l'avversario. Psicologia. Ritengo che sia troppo presto per dire se ci troviamo di fronte ad un nuovo corso, ma vedo di buon occhio non solo la vittoria di Pogačar, ma la sua partecipazione alle classiche. Negli ultimi anni chi correva i grandi giri faceva le classiche per allenamento o non le correva affatto. Non può che essere di grande aiuto al ciclismo sapere che i più forti si confrontano per tutta la stagione, come avveniva ai tempi di Hinault. [/QUOTE]
Riporta citazioni...
Verifica Anti SPAM
Invia risposta
Home
Forum
Magazine
BDC-MAG.com
Il ciclismo robotico ed il ciclismo dei giovani
Alto
Basso