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Il futuro è dello sport all'aria aperta
Testo
<blockquote data-quote="Giampi0308" data-source="post: 6616028" data-attributes="member: 7901"><p>In molti paesi si è adottato un regime di lockdown che ha consentito, con limitazioni, lo sport individuale all'aria aperta. </p><p>Il rischio contagio è pressoché nullo, del resto. </p><p>In Italia si è chiusa questa possibilità, per una sorta di battaglia social anti-ciclista (ma più ancora anti-runner), non del tutto spiegabile, se non con una caccia all'untore che doveva per forza avere un bersaglio. Ed in quest'ottica è stato abbastanza casuale che sian stati i runners o i ciclisti, semplicemente, in quel momento erano il bersaglio più facile.</p><p>Visto che addirittura l'OMS consiglia invece, entro determinati limiti, l'attiivtà all'aria aperta, mi auguro che nel momento in cui le misure anti-contagio potranno essere attenuate, il divieto assoluto possa cadere. </p><p>Vedo molto più difficile far ripartire attività come le palestre, pubbliche o private, o le piscine, etc... temo che a lungo, post epidemia, rimarranno per queste attività delle limitazioni, come contingentamenti numerici norme stretta a livello di igiene degli ambienti, il ché potrebbe favorire l'outdoor (= tutto l'outdoor, di cui il ciclismo è solo una modesta parte). </p><p>Per le attività indoor ci saranno cambiamenti, si penserà maggiormente all'attività individuale a scapito di quella di gruppo, potranno proporre moduli all'esterno, etc... Sarà una sfida anche quella che si troverà ad affrontare, per esempio, chi gestisce una palestra e dovrà reinventarsi rispetto ai metodi attuali.</p><p>Ci saranno dei cambiamenti nel nostro modo di vivere, e non sarano tutti negativi. Vedremo.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Giampi0308, post: 6616028, member: 7901"] In molti paesi si è adottato un regime di lockdown che ha consentito, con limitazioni, lo sport individuale all'aria aperta. Il rischio contagio è pressoché nullo, del resto. In Italia si è chiusa questa possibilità, per una sorta di battaglia social anti-ciclista (ma più ancora anti-runner), non del tutto spiegabile, se non con una caccia all'untore che doveva per forza avere un bersaglio. Ed in quest'ottica è stato abbastanza casuale che sian stati i runners o i ciclisti, semplicemente, in quel momento erano il bersaglio più facile. Visto che addirittura l'OMS consiglia invece, entro determinati limiti, l'attiivtà all'aria aperta, mi auguro che nel momento in cui le misure anti-contagio potranno essere attenuate, il divieto assoluto possa cadere. Vedo molto più difficile far ripartire attività come le palestre, pubbliche o private, o le piscine, etc... temo che a lungo, post epidemia, rimarranno per queste attività delle limitazioni, come contingentamenti numerici norme stretta a livello di igiene degli ambienti, il ché potrebbe favorire l'outdoor (= tutto l'outdoor, di cui il ciclismo è solo una modesta parte). Per le attività indoor ci saranno cambiamenti, si penserà maggiormente all'attività individuale a scapito di quella di gruppo, potranno proporre moduli all'esterno, etc... Sarà una sfida anche quella che si troverà ad affrontare, per esempio, chi gestisce una palestra e dovrà reinventarsi rispetto ai metodi attuali. Ci saranno dei cambiamenti nel nostro modo di vivere, e non sarano tutti negativi. Vedremo. [/QUOTE]
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