Cerca
Cerca solo tra i titoli
Da:
Cerca solo tra i titoli
Da:
Menu
Home
Forum
Nuovi Messaggi
Cerca...
Iscritti
Visitatori online
Novità
Nuovi Messaggi
Nuovi media
Nuovi commenti media
Ultime Attività
Nuove inserzioni nel mercatino
Nuovi commenti nel mercatino
Mercatino
Nuove inserzioni
Nuovi commenti
Latest reviews
Cerca nel mercatino
Feedback
Guarda le statistiche
Training Camp
Pianificazione
MTB
Media
Nuovi media
Nuovi commenti
Cerca media
EBIKE
Accedi
Registrati
Cerca
Cerca solo tra i titoli
Da:
Cerca solo tra i titoli
Da:
Nuovi Messaggi
Cerca...
Iscritti
Visitatori online
Menu
Install the app
Installa
Rispondi alla discussione
JavaScript è disabilitato. Per una migliore esperienza di navigazione attivalo nel tuo programma o nella tua app per navigare prima di procedere.
Stai usando un browser molto obsoleto. Puoi incorrere in problemi di visualizzazione di questo e altri siti oltre che in problemi di sicurezza. .
Dovresti aggiornarlo oppure
usarne uno alternativo, moderno e sicuro
.
Home
Forum
Tecnica
Pista
Il mondo amatoriale su pista e mezzi stampa
Testo
<blockquote data-quote="lentoluca" data-source="post: 2815905" data-attributes="member: 5042"><p>Provo a dire la mia a Bicibikers:</p><p><strong>Premessa (pallosa ovvio)</strong></p><p>Anni fa durante il periodo di studi simil universitari presso una struttura più meno organizzata (possiamo definirla come una specie di collegio) ero uno di quelli che si sbatteva per fare un po' di sana attività sportiva. La sensazione al di là di tutto, nonostante poi venissimo utilizzati anche se con cadenza molto lunghe, per fare competizioni sportive con strutture simili alla nostra eravamo visti come un problema: -perchè rompevamo la routine organizzativa della classe (era visto male l'esonero da qualsivoglia attività perchè correvi, nuotavi, giocavi a basket o pallavolo ecc);</p><p>-perchè per prepararci saltuariamente scomparivamo, anche se di rado, il sabato o la domenica pomeriggio per andare a fare gare.</p><p>Un allenatore quando iniziai mi disse qualcosa tipo: 'non si aspetti riconoscimenti da parte di nessuno per quello che fa' suggerendo di trovare il piacere e la soddisfazione personale nell'attività che svolgevo.</p><p><strong>Nocciolo-risposta</strong></p><p>Ora, nonostante si abbia la stessa età e io non ho assolutamente la sua serietà non posso che ribaltarti le affermazioni di quella persona: non roderi troppo se non viene data visibilità a quello che facciamo, la soddisfazione nella tua attività non può che venirti: dai riconoscimenti che ricevi anche all'estero, dalle dimostrazioni di stima e di considerazione che tutti ti rivolgono vedendoti come un punto di riferimento e non ultimo, visto che te lo puoi permettere dal piacere della vittoria.</p><p><strong>Considerazioni finali</strong></p><p>Federazioni ed enti, fanno il loro mestiere che può incidentalmente coincidere con mandati, relazioni programmatiche, statuti e quant'altro (di solito quando a fare è gente appassionata che ci mette il cuore), ma che, quando ci si mette di mezzo chi ne ha fatto un quasi mestiere (se non un mestiere vero e proprio), diventa attività gestionale ne più e ne meno come gestire l'Ikea, un mcdonald, un'agenzia di pompe funebri, una sala giochi ecc (ho usato volutamente attività disparate del terziario per intendendo che più sali nei piani del potere e meno interessa l'oggetto gestito).</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="lentoluca, post: 2815905, member: 5042"] Provo a dire la mia a Bicibikers: [B]Premessa (pallosa ovvio)[/B] Anni fa durante il periodo di studi simil universitari presso una struttura più meno organizzata (possiamo definirla come una specie di collegio) ero uno di quelli che si sbatteva per fare un po' di sana attività sportiva. La sensazione al di là di tutto, nonostante poi venissimo utilizzati anche se con cadenza molto lunghe, per fare competizioni sportive con strutture simili alla nostra eravamo visti come un problema: -perchè rompevamo la routine organizzativa della classe (era visto male l'esonero da qualsivoglia attività perchè correvi, nuotavi, giocavi a basket o pallavolo ecc); -perchè per prepararci saltuariamente scomparivamo, anche se di rado, il sabato o la domenica pomeriggio per andare a fare gare. Un allenatore quando iniziai mi disse qualcosa tipo: 'non si aspetti riconoscimenti da parte di nessuno per quello che fa' suggerendo di trovare il piacere e la soddisfazione personale nell'attività che svolgevo. [B]Nocciolo-risposta[/B] Ora, nonostante si abbia la stessa età e io non ho assolutamente la sua serietà non posso che ribaltarti le affermazioni di quella persona: non roderi troppo se non viene data visibilità a quello che facciamo, la soddisfazione nella tua attività non può che venirti: dai riconoscimenti che ricevi anche all'estero, dalle dimostrazioni di stima e di considerazione che tutti ti rivolgono vedendoti come un punto di riferimento e non ultimo, visto che te lo puoi permettere dal piacere della vittoria. [B]Considerazioni finali[/B] Federazioni ed enti, fanno il loro mestiere che può incidentalmente coincidere con mandati, relazioni programmatiche, statuti e quant'altro (di solito quando a fare è gente appassionata che ci mette il cuore), ma che, quando ci si mette di mezzo chi ne ha fatto un quasi mestiere (se non un mestiere vero e proprio), diventa attività gestionale ne più e ne meno come gestire l'Ikea, un mcdonald, un'agenzia di pompe funebri, una sala giochi ecc (ho usato volutamente attività disparate del terziario per intendendo che più sali nei piani del potere e meno interessa l'oggetto gestito). [/QUOTE]
Riporta citazioni...
Verifica Anti SPAM
Invia risposta
Home
Forum
Tecnica
Pista
Il mondo amatoriale su pista e mezzi stampa
Alto
Basso